Mozart Reloaded – Taylan Arikan e Quartetto Borromini

Taylan Arikan, baglama e voce

Quartetto Borromini, quartetto d’archi

 

Progetto:

La moda diffusa nel XVIII secolo delle turcherie – cioè del comporre e del suonare “alla turca” – fu fortemente influenzata dal trionfo della Lega Santa nel Secondo assedio di Vienna del 1699, che pose fine alle guerre austro-turche con la sconfitta degli Ottomani. Molti compositori europei assorbirono i rivolgimenti di quel particolare momento storico trasferendo in musica le proprie sensazioni, da quelle più profonde a quelle più superficiali. L’influenza della musica turca non fu peraltro reale e puntuale: i compositori del periodo non condussero nessuna indagine etnomusicologia, e non adottarono alcuno stile o sonorità dei paesi mediorientali, anche perché il pubblico europeo non era certo ancora pronto ad accettare certi aspetti – ritenuti sgradevoli e primitivi – di quegli stili musicali. La musica turca tradizionale includeva infatti microtoni, arabeschi, sistemi di scala differenti, e modelli ritmici non occidentali, e gli europei ritenevano questo tipo di musica – come disse una volta Wolfgang Amadeus Mozart – “offensiva per le orecchie”: brevi estratti di essa erano tollerati nelle opere, ma solo per aggiungere effetti comici.

Di tutte queste contaminazioni settecentesche oggi si ricorda soprattutto la Marcia turca dell’ultimo movimento della Sonata per pianoforte in la maggiore, KV 331 di W. A. Mozart.

Mozart Reloaded si inserisce nel perfetto centro del tema, tentando una sintesi – improbabile ma comunque plausibile – tra la musica per quartetto d’archi di Mozart, la visione mozartiana sulle turcherie, l’attuale musica turca e una nuova prospettiva sull’opera di Mozart: il tutto in un unico programma di concerto, anche contornato dalle Danze rumene di Bartók (anch’esse simbolo di una tradizione musicale a metà strada tra l’Occidente europeo e il Medioriente) e da una rilettura di Mathias Steinauer che tenta una conclusione conciliante del programma.

Programma:

W.A. Mozart (1756-1791) tbd (movimento di un quartetto d’archi mozartiano)

Mathias Steinauer (1959) “…WOAMM…” op.21 (2006)

per Baglama e quartetto d’archi

W.A. Mozart tbd (movimento di un quartetto d’archi mozartiano)

Béla Bartók (1881-1945) Rumänische Tänze, per Baglama e quartetto d’archi

arr. Taylan Arikan

Taylan Arikan Improvvisazioni / musica tradizionale turca

Mozart/Steinauer Alla(h)turca (2006) per Baglama e quartetto d’archi

Mathias Steinauer Schlussstein op. 22.2 (2008/18)

per trio d’archi e tre pietre del’orgalitho (prima esecuzione assoluta)

Taylan Arikan, originario dell’Anatolia è uno dei più versatili e virtuosi suonatori di Baglama (una sorta di liuto) della sua generazione. Egli è riuscito a liberare questo strumento dai suoi confini tradizionali e a farlo conoscere ad un vasto pubblico in Europa. Nelle sue composizioni costruisce spesso ponti fra tradizione e innovazione: elementi di musica popolare orientale si fondono con arrangiamenti moderni e improvvisazione. Oltra ad avere fondato il duo Meduoteran con la fisarmonica di Srdjan Vukasinovic sta attualmente lavorando con il violinista francese Gilles Apap e il leggendario bassista spagnolo Carles Benavent (Paco de Lucia, Chick Corea).

L’Ensemble Borromini è una compagine svizzera che a partire dall’originario Quartetto omonimo ha ampliato la propria formazione includendo alcuni tra i migliori musicisti della regione insubrica, riunendoli sotto la guida della pluripremiata violinista Barbara Ciannamea. Nato nel 1997 con il nome di “Quartetto Ars Moderna”, Il Quartetto Borromini ha pubblicato nello stesso anno un CD con il celebre quartetto di Maurice Ravel ed il “Quartetto per archi” del compositore ticinese Fabio Tognetti, scritto per l’occasione. La presentazione del disco e i numerosi concerti hanno raccolto favorevoli consensi sia dal pubblico che dalla critica. Dopo pochi anni il Quartetto ha assunto il nuovo nome di Quartetto Borromini, espandendo ulteriormente l’attività concertistica in tutta Europa. L’ensemble Borromini nasce dalla preziosa esperienza in quartetto e si prefigge di coinvolgere giovani musicisti di grande talento accanto a musicisti di chiara fama attivi come solisti, come cameristi nonché in qualità di prime parti in orchestre quali quelle della Svizzera italiana e del Teatro alla Scala di Milano. Il repertorio dell’Ensemble e del Quartetto attraversa tutte le epoche storiche, dal barocco alla musica dei giorni nostri.

 

 

SIBELIUSreloaded: LU FTSTR OM/EW-4

Programma

Kaj Duncan David (*1988): Latency Phase  

Wolfgang Heiniger (*1964): Memorabilia

L’ensemble Ew-4 trasferisce l’interazione dei musicisti nella musica da camera su un nuovo piano puramente elettronico. Gli strumenti a fiato digitali, EWI, offrono varie opzioni di modulazione simultanea del suono, come ad esempio il flusso d’aria e la pressione del morso sull’imboccatura, consentendo un controllo complesso del suono. L’interazione tra i musicisti e l’interazione con i computer rappresenta musicalmente ciò che è diventato ovvio nella vita di tutti i giorni: la navigazione tra mondi analogici e digitali.

In “Sibelius Reloaded” i quattro esecutori rielaborano campioni musicali, facendoli circolare dall’ uno all’altro e creano un caleidoscopio musicale nei colori del Concerto per violino di Sibelius.

Per «Latency Phase» Kaj Duncan David ha sviluppato un concetto di giochi di luce con sfumature molto differenziate al fine di creare nuove possibilità espressive musicali, strumentali e visive.

“Memorabilia” di Wolfgang Heiniger è un tributo ad una vecchia „Musica Contemporanea” che è oggi nota solo agli specialisti e che rievoca in questo pezzo, nella sua coerenza sonora e nel suo radicalismo poetico, i tempi della musica elettronica della metà del secolo scorso.

www.ew-4.art

EW-4 

Beat Hofstetter            EWI (Electronic Wind Instrument)
Sascha Armbruster     EWI (Electronic Wind Instrument)
Andrea Formenti         EWI (Electronic Wind Instrument)
Beat Kappeler             EWI (Electronic Wind Instrument)

Sebastian Schottke         regia del suono

 

 

Ultimatum alla Terra

Concerto itinerante all’interno del LAC, in collaborazione con l’Orchestra della Svizzera italiana, la classe di improvvisazione libera del Conservatorio della Svizzera italiana e con la scuola di danza contemporanea “spazio inverso” di Tesserete.

ltimatum alla Terra (The Day the Earth Stood Still) è l’adattamento cinematografico in due versioni – una del 1951 e l’altra del 2008 – del racconto Addio al padrone (Farewell to the Master, 1940) di Harry Bates.

Attraverso la messa in scena nei vari spazi del LAC, gestiti e allestiti per un pubblico itinerante, questa storia verrà trasformata in una sorta di favola per bambini, senza tuttavia alterare l’essenza del racconto, che oltre ad essere molto avvincente, è anche estremamente educativo ed attuale. Il soggetto si concentra infatti sulla situazione del pianeta Terra, che l’uomo sta sfruttando in maniera così sconsiderata da mettere in pericolo la diversità biologica e la stessa possibilità della vita. L’alieno Klaatu, che atterra con una gigantesca astronave, è mandato da una potente comunità aliena per portare un ultimatum al genere umano. Dopo vari tentativi di contatto e rendendosi conto che gli uomini sono esseri distruttivi incapaci di cambiare, Klaatu decide di dare il via al procedimento per sterminare la razza umana con lo scopo di salvaguardare il pianeta.

Egli avrà tuttavia altre esperienze: assisterà alla tristezza di un bambino per la morte del padre, ascolterà la musica di J.S. Bach e parlerà con uno scienziato, vincitore del premio Nobel, il quale gli spiega che quando ci si trova a un passo dal baratro è lì che si ha la volontà di cambiare. Klaatu alla fine si convince che c’è dell’altro nell’umanità e capisce che essa avrà la capacità di riscattarsi. Ritorna quindi alla sua astronave per fermare lo sciame alieno che aveva già iniziato la distruzione, lasciando la razza umana nel silenzio e nella riflessione.

Come già gli scorsi anni – con progetti che hanno suscitato un interesse travolgente, con un costante overbooking per le rappresentazioni, che comunque hanno coinvolto più di 500 ragazzi ogni anno – il pubblico sarà invitato a passeggiare all’interno del LAC. I musicisti dell’OSI saranno distribuiti in gruppi localizzati in altrettanti spazi dell’edificio. Il giovane pubblico sarà condotto a gruppi da una postazione all’altra, scoprendo e avvicinando nel percorso e nei punti di sosta nuove e inedite sonorità. Istallazioni sonore viventi (con studenti ed ex-studenti del Conservatorio della Svizzera italiana, coordinati nel corso d’improvvisazione libera) ed elettroniche costruiranno un ponte sonoro che farà risuonare tutto il percorso.

Oggimusica ha chiesto a giovani compositori studenti e/o ex-studenti del corso di musica da film della Zürcher Hochschule der Künste di comporre i brani per l’OSI.

Prokofiev Reloaded – GYRE Ensemble

Anno intenso, il 2017, per l’Ensemble Gyre: un lungo tour negli Stati Uniti nel mese di aprile e una serie di importanti concerti a Chicago e Buffalo. A partire da settembre di nuovo in Europa, con un programma simile anche in Svizzera per concerti già pianificati a Zurigo, Ginevra, Basilea, Biel e Berna. Oggimusica è particolarmente orgogliosa di dare il via a loro “Tour de Suisse 2017” con la prima tappa proprio a Lugano.

Il programma presenterà compositori svizzeri e non, con in particolare una prima esecuzione di Carlo Ciceri (compositore oramai da diversi anni residente a Lugano) che si è lasciato ispirare da Debussy per il lavoro che aprirà il concerto.

Carlo Ciceri, NUOVA OPERA (2017) (prima esecuzione assoluta)

Santiago Díez Fischer, Tres Ciegos (2017) (prima esecuzione svizzera)

Tobias Krebs, NUOVA OPERA (2017) (prima esecuzione assoluta)

José María Sánchez-Verdú, DHAMAR for accordion and saxophone

Sam Scranton, NUOVA OPERA (2017) (prima esecuzione svizzera)

Nadir Vassena, NUOVA OPERA (2017) (prima esecuzione assoluta)

‘Gyre’ significa spirale o anche vortice: un modo preciso per descrivere ciò che accade quando a suonare insieme sono il corpo-a fiato dei sassofoni, la macchina del vento della fisarmonica e la nuvola delle percussioni. Lo scopo del gruppo è quello di sviluppare nuovi pezzi e concetti per questo organico inconsueto. L’Ensemble Gyre, basato a Basilea, è formato da musicisti provenienti da diverse parti del mondo – Germania, Spagna, Stati Uniti d’America – e il suo scopo è quello di collaborare fattivamente con i compositori e in costante dialettica costruttiva con il pubblico.

Ensemble Gyre

Alejandro Oliván, sassofoni

Stefanie Mirwald, fisarmonica

Christian Smith, percussioni

Šostakovič Reloaded

Programma

Praeludium (Šostakovič: arrivando al cinema)
Look (Justine Klaiber/Jane Mumford, 2012)

Interludium 1 (Šostakovič: ascoltando)

Anamorphosis (oppure De Artificiali Perspectiva, Quay Brothers, 1991)

Interludium 2 (Šostakovič: Hamlet, 1964)

Tongue of the Hidden (David Anderson / Florian Ghibert / Jila Peacock, 2007)

Interludium 3 (Shostakovich: Odna, 1931)

Entr’acte (René Clair, 1924)

Interludium 4 (Šostakovič: Cheryomushki, 1963)

La clé des champs (Claude Nuridsany, Marie Pérennou, 2011)

Postludium (Šostakovič: viaggiando nel treno)

Dmitrij Šostakovič ha iniziato lavorando come pianista per film muti. Nel 1930 – dopo essere caduto in disgrazia presso Stalin – le rappresentazioni delle sue opere furono vietate dal Partito Comunista e nel frattempo aveva pure perso il lavoro di insegnante. Il governo rivoluzionario russo concesse tuttavia al compositore di lavorare nell’ambito della musica per film, per quella che doveva essere una punizione umana e creativa e che invece si rivelò una prodigiosa epifania artistica.

Šostakovič Reloaded mostra idealmente il compositore in viaggio mentre riflette e ascolta la propria musica, attraverso le impressioni di tre film muti per cui ha composto le colonne sonore.

Così come già Šostakovič fece, anche il quartetto Stones4Cinema utilizza sia l’improvvisazione sia musiche composte per l’occasione, integrando anche temi musicali del compositore russo. Di particolare rilievo è lo strumentario adottato, con la particolarità degli strumenti di pietra di nuova concezione.

Il quartetto Stones4Cinema è composto dal trio di percussionisti The Stone Trio e dal compositore Mathias Steinauer.

I tre percussionisti lavorano fin dalla fine degli anni ‘90 con strumenti di pietra, ricercando e sviluppando continuamente nuove tecniche esecutive e ampliando lo spettro sonoro e le possibilità espressive del litofono. Insieme i musicisti abbracciano un ampio arco di esperienze stilistiche: musica classica contemporanea, jazz, musica africana e improvvisazione libera, spesso fuse senza soluzione di continuità l’una nell’altra.

Prima ancora di formarsi e affermarsi come compositore, Mathias Steinauer è stato attivo come tastierista e compositore nell’ambito art-rock degli anni ’70. Ora si ripresenta di nuovo sul palco come interprete e improvvisatore, con strumenti che riflettono sia le esperienze giovanili – in particolare il Fender Rhodes – sia le successive raffinate ricerche compositive: un piccolo litofono microtonale, un generatore di onde sinusoidali, una melodica e un computer.

Dominik Dolega, percussioni

Matthias Brodbeck, percussioni

Felix Perret, percussioni

Mathias Steinauer, tastiera

Lugano Reloaded

Soundscape, in italiano tradotto con paesaggio sonoro, è un termine introdotto negli anni ’70 dal compositore canadese Raymond Murray. Si riferisce soprattutto all’ambiente acustico naturale, con i suoni della natura, degli animali, ma anche degli uomini e dei loro artefatti. I paesaggi sonori hanno ispirato i compositori ben da prima dell’invenzione delle tecniche di registrazione su supporto e appunto a Respighi – tra i più significativi compositori attivi in quello che potremmo definire l’”affresco sonoro paesaggistico” – è dedicato questo Reload: un ritratto acustico della città di Lugano.

In questo concerto-istallazione il pubblico sperimenterà un ascolto immersivo, a 360 gradi, che lo porterà a fare un viaggio acustico attraverso i luoghi sonori della città così come li ha scelti e catturati il compositore basilese Beat Gysin.

Oggimusica ringrazia NOME NOME NOME, presidente di Unitas per la testimonianza e Pietro Montorfani, responsabile dell’Archivio storico della città di Lugano per la segnalazione di brani letterari legati a Lugano.

Posti limitati per ragioni tecniche, verranno attribuiti secondo l’ordine di arrivo.

Beat Gysin, soundfield recording, composizione

Beat Gysin (*1968) ha studiato pianoforte, chimica, composizione (Th. Kessler, H. Kyburz) e teoria musicale (R. Moser, D. Müller-Siemens) a Basilea. Proviene da una famiglia di musicisti e ha scritto fin dalla sua giovinezza. Un particolare interesse riveste per Gysin il rapporto tra il suono e lo spazio, come testimoniano diversi suoi lavori: l’opera sott’acqua “Scamandro” o “Water Reservoir”.

Battere Gysin è un membro fondatore e presidente della Biennale “ZeitRäume Basel”, festival per la musica contemporanea e l’architettura, tenutosi per la prima volta nel 2015.

Britten Reloaded

É a Benjamin Britten, con il suo Nocturnal After John Dowland che i chitarristi devono uno dei maggiori capolavori per il loro strumento del XX secolo. Il programma di questo notturno prevede, oltre a brani con la chitarra acustica, anche brani con la chitarra elettrica e una prima assoluta commissionata da Oggimusica a Mathias Steinauer. Chitarrista: il vulcanico Mats Scheidegger.

 

John Dowland – Mr. Dowlands Midnight

Benjamin Britten – Nocturnal op. 70 I. musingly (meditativo) (1963)

György Kurtag – Calmo, dolcissimo, lontano (2007)

John Dowland – Complaint (1595), Versionen für Gitarre

Mathias Steinauer – Bells (2017)9’UA für Elektrische Gitarre und Video

John Zorn – The book of heads (daraus 4 Etüden) (1978) 8′ für Gitarre

John Dowland – Semper Dowland Semper Dolens (1605)6′, Version für Gitarre

Marco Momi – Quattro nudi (2014)10′ für Elektrische Gitarre und Tonband

Ravel Reloaded

nsolita figura centrale di questo concerto è un disklavier, pianoforte meccanico, “umanizzato” e in grado di rispondere al gesto del direttore dell’Ensemble Impronta. Ravel che ha tanto scritto per pianoforte, a quattro mani, a due mani, addirittura per una mano sola, sarà qui interpretato senza mani.

Bach Reloaded

Perché si effettua una trascrizione? La musica di Johan Sebastian Bach non ha mai finito di essere trascritta e arrangiata per un’infinità di strumenti. Lo stesso Bach, durante la sua vita, trascrisse la musica di altri. Alla fisarmonica di Teodoro Anzellotti il compito di guidarci tra Bach e Kurtág, Rameau e Bartók.