Autore: Oggimusica

Repliche di “Invisible through”

Alberto Barberis, music, live electronics, design

Giacomo Cardelli, cello

Rajan Craveri, live visual art

Descrizione:

In Invisible through si riconoscono i tratti e i temi ricorrenti della poetica di Barberis, tra cui lesplorazione delle periferie dellascoltoe lattenzione verso le possibilità tecnologiche del nostro tempo. Allo stesso tempo, però, è con questo lavoro che un ulteriore elemento si staglia nellorizzonte della sua ricerca: lurgenza di costruire un sistema, un organismo sonoro. Questo sistema si fonda innanzitutto sullincontro tra alcune dicotomie, prima tra tutte quella tra il visibile e linvisibile. La performance si svolge in due ambienti distinti: uno spazio in cui il pubblico, circondato da sedici lastre metalliche, vive unesperienza audio-visiva fortemente immersiva; e unaltra sala in cui suona un violoncellista, nascosto agli ascoltatori. Lastre e violoncello, oltre a rappresentare tradizioni musicali tra loro distanti, incarnano un dualismo anche sul piano delle modalità esecutive le une controllate dal computer, sollecitate da trasduttori e mosse da motori elettrici DIY, l’altro affidato ad un esecutore umano. Vi si innesca un circuito di notevole complessità: il live electronics non solo modella in tempo reale il suono analogico delle lastre e del violoncello, ma ‘dà accesso al sistemaa questultimo, e diventa udibile e presente attraverso le lastre. Ne scaturisce una vera e propria scultura del suono in tempo reale, in cui gli opposti trovano una loro convivenza dialettica. Nei margini di questo micromondo elettro-meccanico si insinua talvolta irrompe la composizione luminosa di Rajan Craveri, che opera unulteriore mediazione tecnologica tra il suono e i gesti del violoncellista. Grazie ad una luce evolvente proiettata sulle lastre e nello spazio scenico, il suo intervento stabilisce un ulteriore livello percettivo cha dialoga con il resto del sistema. La percezione del movimento umano assume i tratti di uninterferenza allinterno della vita della macchina, sebbene fatta di luci e resa effimera alla stregua del suono stesso. L’opera si offre al pubblico con tutto il suo impatto emotivo, rivelando come la musica, per dirsi tale, debba essere in perenne ricerca di una direzione. Più ancora che di una méta, prima ancora di aver definito una forma o una storia del percorso essa deve essere in ricerca. E cercare e trovare, nel suono e coi suoni. (Giovanni Cestino, marzo 2019)

Bio:

Alberto Barberis è attivo come compositore, performer elettroacustico, regista del suono e code artist. Ottenuti il diploma e il biennio specialistico in chitarra classica (Torino e Brescia), studia composizione, laurandosi al Master of Arts in Composition and Theory e ottenendo il MAS (Master of Advanced Studies) in Composizione (Lugano). Parallelamente affronta un percorso di studi in ingegneria (Torino) nel campo delle telecomunicazioni, dei nuovi media e della computer vision, stimolato dallinteresse per la musica elettronica, la computer music e larte generativa. Vincitore della Werkjahr 2017 (fondazione Christoph Delz di Basilea), è attualmente assistente del Direttore Artistco dellhighSCORE Festival, è parte del collettivo di improvvisazione Floating Forest (collaborando stabilmente con il produttore elettronico Bienoise), ed è membro dellassociazione ticinese per la musica contemporanea OGGIMUSICA. Allattività artistica in festival nazionali e internazionali (Nachtstrom – CH, Afekt – ET, Maggio Elettrico – IT, Tanzwoche Dresden – DE, Oggimusica – CH, Elettcropark – IT, Oceano Indiano / Teatro di Roma – IT) affianca lo sviluppo di software e applicazioni dedicate allaudio, alla spazializzazione del suono e alla didattica musicale e linsegnamento presso il Conservatorio della Svizzera Italiana (“Tecnologie per la didattica musicale”, “Musica elettronica e programmazione”, Live Electronics”). Nelle sue creazioni combina gli strumenti acustici, quelli elettronici, larte digitale e la programmazione, con una personale tensione biologica’.

Giacomo Cardelli si è diplomato in violoncello presso il Conservatorio di Rovigo e ha ottenuto il Diploma in Master of Arts in Music Performance presso il Conservatorio della Svizzera Italiana sotto la guida del M° Enrico Dindo. È vincitore di una delle Borse di studio dEccellenza della Confederazione Svizzera ESKAS. È vincitore del 1° premio assoluto in diversi Concorsi Nazionali e Internazionali – Concorso L. Agostini (2007), Premio Crescendo (2011), Concorso Città di Riccione (2012 e 2013), Premio Salieri (2012). Da anni svolge unintensa attività concertistica come solista o in formazione cameristica in Italia e allestero. Collabora stabilmente con orchestre italiane quali lOrchestra Filarmonica di Torino, il Colibrì Enslembe di Pescara e lOrchestra del Teatro
Regio di Torino.

Rajan Craveri è specializzato nella creazione di sistemi interattivi per l’arte, e nella generazione di immagini in tempo reale. Lavora nel campo dello spettacolo dal vivo e delle installazioni multimediali per musei, gallerie darte contemporanea e grandi eventi. Attualmente Rajan Craveri è uno dei massimi esperti di Jitter (ambiente di programmazione multimediale anche noto con il nome di Max/MSP) sia a livello nazionale che internazionale. Ha insegnato in diverse città’ d’Italia tra cui Milano, Bergamo, Brescia e a Torino. Ha conseguito la qualifica professionale presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano e ha approfondito i suoi studi a New York, a Porto e a Bergen. Nel 2006, insieme alla coreografa Serena Zanconato, fonda Micron, compagnia che opera tra danza, arti visive e tecnologia. Collabora costantemente con coreografi, compositori, musicisti, danzatori, registi, poeti, video artisti per la produzione di spettacoli ed installazioni multimediali e interattive. Ama la collaborazione, larte performativa e la natura e in particolar modo il mondo delle api.

ElectroNight e MMC (Meet Music Code) – The future we were looking for

Descrizione:

La musica di ogni epoca è stata definita dalle tecnologie disponibili a compositori e musicisti, ma le possibilità odierne sembrano esigere competenze inedite dagli artisti, tra analisi di enormi flussi di dati, macchine che sembrano pensare autonomamente e nuove possibilità di controllo. La creatività rischia di venirne schiacciata, o sono il futuro che chiedevamo? Un software ben scritto può sostituire uno spartito? È possibile immaginare modi per “suonare un computer” che vadano oltre le metafore della liuteria classica? Ne parliamo coi protagonisti della prima edizione del MMC (Meet Music Code).

Bio:

Alberto Ricca è Bienoise, insegnante, fondatore dell’etichetta di improvvisazione radicale Floating Forest, e musicista elettronico le cui produzioni sono in bilico tra contemplazione e clubbing.Il suo ultimo lavoro, pubblicato dall’etichetta di culto Mille Plateaux, è ‘Most Beautiful Design’, un minialbum di composizioni per mp3 a bassissima qualità distribuito su floppy disk. Nel 2014 è stato l’italiano invitato a Tokyo per l’esclusiva Red Bull Music Academy. E’ autore, con la danzatrice Annamaria Ajmone, dello spettacolo di danza contemporanea TO BE BANNED FROM ROME. Non è un dj.

ElectroNight e MMC (Meet Music Code) – Algorithmic composition and data sonification on the Web

Conservatorio della Svizzera Italiana e Software Institute – USI, Lugano

Descrizione:

Durante l’epidemia del COVID-19 il Software Institute e il Conservatorio della Svizzera Italiana hanno sviluppato SonicVirus (http://sonicvirus.si.usi.ch), una piattaforma che realizza una sonificazione dei dati dell’evoluzione della pandemia. Sonificare significa usare i suoni e la musica per trasmettere informazioni e interpretare l’andamento di dati. Nel workshop verranno presentati gli aspetti necessari per creare una sonificazione sul Web: selezione, modellizzazione e analisi dei dati, sintesi audio e composizione algoritmica. Il workshop è rivolto ad artisti multimediali e a programmatori. Per partecipare è richiesta la conoscenza di JavaScript ed è necessario essere muniti del proprio laptop. 

Bio:

Alberto Barberis è compositore, chitarrista, esecutore elettroacustico, tecnico del suono, artista del codice e insegnante di musica elettronica. Dal 2017 insegna musica elettronica, programmazione, tecnologia musicale ed elettronica dal vivo al Conservatorio della Svizzera italiana di Lugano (CH).

Roberto Minelli è ricercatore post-dottorato presso il Software Institute all’Università della Svizzera italiana (USI). Ingegneria inversa, visualizzazione del software, architettura e design sono alcuni dei suoi interessi di ricerca. Da sempre, Roberto ha una passione per la musica che lo ha portato di recente ad avvicinarsi al mondo della composizione algoritmica sul Web.

ElectroNight e MMC (Meet Music Code) – Designing C++ Object for Max/MSP

Andrea Minetti e Alberto Barberis

Descrizione:

Il workshop è rivolto ai musicisti e agli artisti multimediali che utilizzano lambiente di sviluppo di Max/MSP, uno dei linguaggi di visual programming più utilizzati al mondo per la musica, linterattività e la multimedialità, o ai programmatori appassionati di audio e di DSP (Digital Signal Processing). Lobiettivo del workshop è quello di fornire ai partecipanti unintroduzione al Max/MSP-SDK (Software Development Kit) per lo sviluppo a basso livello di nuove routine (chiamate external objects) utilizzando il linguaggio di programmazione C/C++. La progettazione e lo sviluppo ad hoc di tali oggetti offre infatti nuove potenti possibilità agli utenti di max/MSP: migliorare le performance delle proprie “patch” (porzioni di software), implementare algoritmi di DSP in sample-rate altrimenti non programmabili con il linguaggio nativo, creare i propri strumenti elettronici integrandoli nel mondo Max/MSP, sviluppare una propria libreria da rilasciare alla comunità, integrare codice di terze parti nellambiente di visual programming, sfruttare le librerie di C/C++ per potenziare il proprio ambiente di sviluppo (DSP, Machine Learning, Image Processing, ecc.). Per partecipare al workshop è richiesta la conoscenza, anche basilare, di un qualsiasi linguaggio di programmazione (C/C++, Java, javascript, python, processing, CSound, Supercollider, ecc.), delle basi della programmazione informatica e del funzionamento del linguaggio Max/MSP (o più in generale di un linguaggio di visual programming: PD, Kyma, TouchDesigner, Isadora, OpenMusic, ecc.). È necessario portarsi il proprio PC con installati: Max/MSP, XCode (mac) o Visual Studio 2019 (win).

Bio:

Andrea Minetti, nato a Locarno, classe 1987. Nel 2012 si laurea in ingegneria informatica al Politecnico di Milano, nello stesso anno apre la società di sviluppo software wavein.ch. Nel 2011 vince il primo premio per ImagineCup di Microsoft Italia. Nel 2015 si classifica al primo posto allo Startup Weekend di Zurigo. Da sempre interessato alla musica, dopo aver frequentato alcuni workshop e corsi di musica elettronica, nel 2019 decide di iscriversi al master Music and Acoustic Engineering del Politecnico di Milano con lo scopo di sfruttare le conoscenze in ambito informatico e applicarle al mondo della musica. Incontra Alberto Barberis nel 2019 in occasione dell’allestimento dell’opera musicale I Cenci al LAC, a seguito della quale nasce una stretta collaborazione.

ElectroNight e MMC (Meet Music Code) – Audio Video Interaction with max/MSP Jitter

Riccardo Giovinetto

Descrizione:

Nel corso degli ultimi decenni linterazione tra il suono e limmagine digitale ha dato vita ad una nuova frontiera espressiva a cavallo tra comunicazione, arte e tecnologia. Attraverso le tecniche di interazione audio video la materia sonora si apre a dimensioni visive e plastiche intrecciandosi alla dimensione spaziale e dando vita ad opere immersive e multidimensionali. Durante il seminario verrà fornita unesaustiva panoramica degli strumenti tecnico-creativi e dei processi metodologici necessari alla realizzazione di unopera di interazione audio-video in tempo reale. Attraverso la descrizione della metodologia operativa adottata per la realizzazione delle performace di OZMOTIC verranno analizzate le varie fasi di lavorazione che questa tipologia di opere richiede sia in termini creativi che tecnici. Dopo una introduzione sullinterazione audio-video, verranno affrontati sia lapproccio metodologico (concept, storyboard, set-up) che gli strumenti di lavoro (software quali Max/MSP/Jitter 8 e Ableton Live 10). 

Bio:

Riccardo Giovinetto è musicista, compositore, fisico acustico, sound designer, visual e multimedia artist, didatta. In seguito a studi di pianoforte classico approfondisce la pratica del sassofono, contralto prima e soprano ricurvo poi. Dopo numerose esperienze in campo concertistico nel mondo del jazz contemporaneo, si dedica alla musica elettronica e al sound design. Nel 2010 fonda OZMOTIC, un duo di musica elettronica strumentale con il quale pubblica tre dischi e che vanta collaborazioni con musicisti di fama internazionale quali Christian Fennesz, Murcof, Senking. Nel 2018 pubblica Elusive Balancecon una delle etichette di musica elettronica e arte visiva piú importanti e autorevoli del mondo: la londinese Touch. Vanta collaborazioni in ambito teatrale, performativo e nel mondo della danza contemporanea sia come compositore che come artista visivo. Nel corso degli ultimi anni studia i sistemi interattivi e larte visiva digitale indagando le dinamiche dellinterazione audio-video e realizzando installazioni e performance sound-reactive. 

ElectroNight e MMC (Meet Music Code) – BREMAN Musikanten

Ema MAgNi, chitarra, sintetizzatori, nastro magnetico

Descrizione:

Spossati da unesistenza sempre al limite del frenetico e oramai stanchi del quotidiano, quasi come i vecchi animali della favola dei musicanti, B e Ema MAgNi decidono di mettersi virtualmente in viaggio per trovare ristoro nel sonoro. Virtualmente a causa di forza maggiore siccome il progetto nasce a fine febbraio 2020, in un delicato momento storico in cui la distanza sociale è parte della vita quotidiana. I musicisti, isolati in due nazioni diverse, sono paradossalmente più coesi ritrovando come obiettivo comune il faremusica. Limpossibilità di trovarsi fisicamente per creare e suonare, essenziale per un gruppo di musicisti, da ostacolo destabilizzante, diventa fonte di ispirazione, indirizzando il duo verso una via compositiva più improntata sullimprovvisazione prevalentemente meditativa fatta di suoni analogici, sintetizzatori, chitarre e nastri magnetici. BREMAN Musikanten è un live tra sound design e musica drone ambient. Lattesa diventerà parte integrante dello spettacolo, in quanto il pubblico sarà immerso in un flusso sonoro in costante, lenta e progressiva evoluzione spingendoli ai limiti della percezione. Nellattesa, balleremo con la nostra stessa ombra.

Bio:

Brian Burgan è audio engineer e sound designer. Scopre la passione per il suono da giovane imparando come autodidatta prima la chitarra poi le tecniche di incisione e manipolazione audio. Durante i suoi studi accademici conosce, tra i tanti generi dellelettronica, la musica acusmatica e fa di Bernard Parmegiani il suo riferimento in quanto pioniere, che affianca alla sua pregressa ammirazione per Brian Eno. Ha pubblicato per diverse case discografiche indipendenti del panorama della musica elettronica tra cui MagmatiQ e Pitch The Noise Records. Nel corso degli anni e di varie formazioni fa della propria passione un mestiere. 

La vocazione musicale di Ema Magni inizia a prendere forma nella tarda adolescenza. Si muove in vari gruppi locali come batterista e percussionista, ma principalmente si dedica per anni con altri musicanti ad esibizioni improvvisate in un luogo umido, buio e senza pubblico. Spossato dal ritmo, si rifugia nella languida solitudine del pianoforte prima, nella moltitudine timbrica della sintesi analogica poi. Nel 2012 scopre il microfono e che là fuori, nel mondo, i suoni non finiscono mai. 

Ema MAgNi, chitarra, sintetizzatori, nastro magnetico

Descrizione:

Spossati da unesistenza sempre al limite del frenetico e oramai stanchi del quotidiano, quasi come i vecchi animali della favola dei musicanti, B e Ema MAgNi decidono di mettersi virtualmente in viaggio per trovare ristoro nel sonoro. Virtualmente a causa di forza maggiore siccome il progetto nasce a fine febbraio 2020, in un delicato momento storico in cui la distanza sociale è parte della vita quotidiana. I musicisti, isolati in due nazioni diverse, sono paradossalmente più coesi ritrovando come obiettivo comune il faremusica. Limpossibilità di trovarsi fisicamente per creare e suonare, essenziale per un gruppo di musicisti, da ostacolo destabilizzante, diventa fonte di ispirazione, indirizzando il duo verso una via compositiva più improntata sullimprovvisazione prevalentemente meditativa fatta di suoni analogici, sintetizzatori, chitarre e nastri magnetici. BREMAN Musikanten è un live tra sound design e musica drone ambient. Lattesa diventerà parte integrante dello spettacolo, in quanto il pubblico sarà immerso in un flusso sonoro in costante, lenta e progressiva evoluzione spingendoli ai limiti della percezione. Nellattesa, balleremo con la nostra stessa ombra.

Bio:

Brian Burgan è audio engineer e sound designer. Scopre la passione per il suono da giovane imparando come autodidatta prima la chitarra poi le tecniche di incisione e manipolazione audio. Durante i suoi studi accademici conosce, tra i tanti generi dellelettronica, la musica acusmatica e fa di Bernard Parmegiani il suo riferimento in quanto pioniere, che affianca alla sua pregressa ammirazione per Brian Eno. Ha pubblicato per diverse case discografiche indipendenti del panorama della musica elettronica tra cui MagmatiQ e Pitch The Noise Records. Nel corso degli anni e di varie formazioni fa della propria passione un mestiere. 

La vocazione musicale di Ema Magni inizia a prendere forma nella tarda adolescenza. Si muove in vari gruppi locali come batterista e percussionista, ma principalmente si dedica per anni con altri musicanti ad esibizioni improvvisate in un luogo umido, buio e senza pubblico. Spossato dal ritmo, si rifugia nella languida solitudine del pianoforte prima, nella moltitudine timbrica della sintesi analogica poi. Nel 2012 scopre il microfono e che là fuori, nel mondo, i suoni non finiscono mai. 

ElectroNight e MMC (Meet Music Code) – Nebulae

Cristiana Palandri, composizione, visuals e live electronics

Elena Gigliucci e Lorenza Sganzetta, performer

Descrizione:

Nebulae é un’installazione audio-visiva in cui la gestualità di uno o più performer innescano un’astrazione che rappresenta uno spaccato di spazio, una nebulosa. Nebulae aspira ad essere un varco spaziale e una metafora della sua origine, difatti é un lavoro sulla sinestesia in cui tre linguaggi, quello gestuale, quello visivo e quello sonoro, concorrono alla formazione di un sistema semantico paritario, senza l’asservimento di un linguaggio all’altro. I danzatori che indossano costumi che ampliano il loro corpo e ne alterano i movimenti, sono figure archetipiche, che attraverso un percorso di tre momenti ci conducono alla visualizzazione della nebulosa. Veicolo di questo viaggio è uno scettro, una scultura che sarà oggetto conteso perché unico elemento che può innescare il funzionamento dell’installazione audio-video grazie ad una luce posta su di essa, che verrà azionata dai performer. Sia l’audio, che il video sono auto-generativi e i performer danzando con la scultura, diventeranno gli unici esecutori.

Bio:

Cristiana Palandri è artista visiva e compositrice di musica elettronica. Compone musica per pubblicità, film, installazioni e con lo pseudonimo YokoKono è DJ e producer. Dal 2007 partecipa a numerose mostre, tra cui Reverse Fondazione Merz Torino, Springs in white Bangkok Art Center, Time and materials Horton Gallery New York, Arimortis Museo del 900 Milano. Nel 2015 esce Sub Umbra EP SØVN Records, nel 2017 Psychopompe su Various self identified non male artists making experimental electronic music Hylé Tapes e nel 2019 partecipa al New York City Electroacoustic Music Festival. 

Elena Gigliucci è danzatrice, coreografa, regista di teatro e architetto il cui continuo lavoro sulle proprie risorse lha portata a creare coreografie, performance e corsi dove si apprende la danza e la sperimentazione della propria espressività corporea.  Dirige MotusVitae Academy a Milano. Ha studiato danza con maestri del Teatro alla Scala e ha perfezionato gli studi nella scuola di Bèjart . Si è classificata al secondo posto al concorso Beato Angelicoed é stata  finalista a Nati per la Danza. Ha superato gli esami del Corso Insegnanti di danza dell’’Accademia del Teatro Alla Scala e della Metodica Vaganova con il Centro di Balletto Ucraino ottenendo il Diploma di Maestra di Danza e il Diploma di Merito.

Lorenza Sganzetta è geografa specializzata nella transizione verso nuove modalità di sviluppo dellecosistema. Appassionata di danza e creazioni artistiche di diversa origine, inizia danza classica fin da piccola e da molti anni si dedica alla contemporanea con un percorso personale, caratterizzato da una visione sperimentale del corpo e della fisicità. Ha preso parte a progetti di composizione contemporanea e di teatrodanza a Torino e a Milano con Susanna Beltrami, Cristian Cucco, Weyi Xia.

ElectroNight e MMC (Meet Music Code) – Bytebeat workshop

con Andrea Reali

Descrizione:

Dalla seconda metà del Novecento in poi la musica è stata profondamente influenzata dallevoluzione della scienza e della tecnica. Dalla metà degli anni cinquanta, il calcolatore viene applicato allanalisi degli stili compositivi, alla composizione di partiture numeriche e alla creazione di timbriche inedite. La diffusione dei personal computer in tutte le abitazioni e la nascita della maker culture,ai giorni nostri, continuano a condizionare e ispirare i musicisti di tutto il mondo. Nel 2016, il programmatore-artista finlandese Ville-Matias Heikkila, ha inventato un metodo per generare suoni da una singola linea di programmazione scritta in linguaggio C, dando vita a un nuovo genere musicale, il bytebeat. Durante il workshop utilizzeremo una scheda Arduino, piccola piattaforma di prototipazione hardware, per implementare un ambiente di programmazione e un circuito elettronico che ci permetterà di scoprire le possibilità di questo approccio minimalista alla pratica compositiva. Per partecipare al workshop non occorre avere competenze particolari di elettronica o di composizione musicale, ma solo curiosità e voglia di sperimentare. Ai partecipanti viene fornito tutto loccorrente per partecipare allattività. 

Bio:

Andrea Reali ha iniziato la sua attività musicale nel 1984 come cantante del gruppo post punk Meursalt, maturando in seguito un forte interesse per gli strumenti elettronici. Dal 1990 al 1995 ha curato le colonne sonore per i film di Lucio Lionello e Alessandro Tannoia. Dal 2004 al 2006 ha collaborato con le compagnie teatrali Senza Confini di Pelle e JeanMarieVolontè, mentre continuava la produzione solista usando il nickname Pangrus. Dal 2009 al 2017 ha costruito dispositivi elettronici rumorosi usando il nome Kinetik Laboratories. Nel 2014 ha fondato il collettivo Audio HackLab. Dal 2018, con il progetto Pangruselectro acoustic lab organizza workshop di autocostruzione elettronica di piccoli sintetizzatori, drone machines e noise generators.

ALFA-BETH

per ensemble, live electronics e visuals

Matteo Manzitti e Alberto Barberis, composizione

Eutopia Ensemble (Elisa Azzarà, flauto; Edoardo Lega, clarinetto; Corinna Canzian, violino; Federico Bagnasco, contrabbasso; Valentina Messa, pianoforte)

Rajan Craveri, visual art

Descrizione:

Alfred Kallir, universalmente noto come il maggiore studioso al mondo dei segni alfabetici, ha mostrato la natura molteplice delle lettere dell’alfabeto, che definisce “immagini decadute” prima ancora di essere gli ingredienti significanti del messaggio verbale. Kallir chiama in causa la “semantica bisferica” per spiegare la natura dei segni alfabetici, una semantica fondata sia sull’immagine che sul suono. Uno degli aspetti più interessanti indagati è quello relativo all’ordine specifico che le lettere hanno avuto nell’alfabeto, quest’ordine risponde ad una “storia cifrata” dell’umanità che si dipana proprio a partire dalla lettera A. Considerando l’importanza dell’ordine alfabetico, Alfa-Beth intende indagare la forza e le proprietà delle singole lettere cercando di costruire una “drammaturgia sonora” dell’alfabeto, una drammaturgia che si faccia carico anche degli aspetti simbolici della “semantica bisferica”, utilizzando quindi il suono e l’immagine contemporaneamente. Questo “tenere insieme”, che è la proprietà “simballica” delle lettere, sarà di fatto anche un fondamentale ingrediente metodologico, non solo perché il progetto nasce “a quattro mani” dalle menti di Matteo Manzitti e Alberto Barberis, ma anche perché vedrà la presenza dell’acustico e dell’elettronico, del vocalico e dello strumentale.  

Bio:

L’Eutopia Ensemble nasce nel 2012 a seguito dellincontro di un gruppo di musicisti di formazione classica, compositori e strumentisti, che hanno condiviso il sogno di confrontarsi con realtà diverse dalle usuali cornici della musica classica. Il nome Eutopia vuole suggerire, rispetto al concetto di utopia, che ci sono sogni che possono essere realizzati. Negli ultimi anni l’Ensemble ha realizzato cinque edizioni del Festival Le Strade del Suono. Fra le tante musiche eseguite da ricordare la prima nazionale di WTC9/11 di Steve Reich, i Luoghi Immaginari di Fabio Vacchi, L’Histoire du Soldat di Stravinsky, Vortex Temporum di Gèrard Grisey e Professor Bad Trip di Fausto Romitelli. L’ensemble è anche molto attivo nel campo del teatro musicale, basti ricordare la rappresentazione di In The Penal Colony di Philip Glass, la prima assoluta di Love Hurts di Nicola Moro al Teatro Piccolo di Milano e la prima europea dell’Opera Song from Uproar dell’americana Missy Mazzoli andata in scena al Festival Musiktheatertag di Vienna nel Giugno 2018. Il centro del far musicadellEnsemble è la ricerca di collegamenti, significati, terre di confine, una ricerca che ha portato a diverse collaborazioni con artisti visuali: Pietro Puccio, Gregorio Giannotta, Luca Serra tra gli altri. L’Ensemble ha inoltre collaborato con solisti di caratura internazionale quali il baritono Maurizio Leoni, il soprano Livia Rado e il chitarrista Gilbert Imperial. Lensemble è stato ospite e sarà ospite di prestigiose realtà italiane e straniere: Oggimusica di Lugano, Stagione della Normale di Pisa, Concerti a Tetro di La Spezia, Festival CeMe di Tel Aviv. 

Matteo Manzitti studia composizione al Conservatorio di Genova con Carlo Galante. Al conservatorio di Milano conclude il percorso di studi sotto la guida di Fabio Vacchi. Successivamente segue un Master sull’orchestrazione con Paolo Furlani a Firenze, prima di trasferirsi a Lugano per seguire i corsi del Master of Arts in Composition and Theory sotto la guida di Nadir Vassena, Sylvane Sapir e Giovanni Verrando. Ha partecipato a varie Masterclass con nomi quali Peter Maxwell Davies, Yuri Kasparov, Azio Corghi, Franck Bedrossian. Studia direzione d’orchestra con Yoichi Sugijama e Sandro Gorli. Ha scritto musica per il teatro in prosa, “Tucholsky Cabaret”, in prima nazionale al Teatro Hop Altrove di Genova, Ceneri alle ceneriper il teatro Franco Parenti di Milano e il teatro Massimo di Palermo, Fridaper il Roma Fringe Festival. Ha scritto un’opera lirica, Invisibilisul tema dell’immigrazione che ha ottenuto il Patrocinio della Presidenza della Repubblica e dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite. Importanti istituzioni musicali hanno richiesto i suoi lavori strumentali: l’Ensemble Sentieri Selvaggi, la Filarmonica di Torino, i Cameristi della Scala, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Unione Musicale di Torino, Società dei Concerti de l’Aquila, l’Ensemble Conducus, Ensemble Recherete, Orchestra Sinfonica di Sanremo, Genoa Vocal Ensemble, Etymos Ensemble, Xenia Ensemble, e l’Accademia Filarmonica Romana. Nel Luglio del 2017 è andata in scena nel prestigioso festival Tete a Tete di Londra “Deeply”, opera per attrice, soprano  sbarcata in Italia nel 2018. La sua musica è pubblicata da Sconfinarte. E’ direttore musicale dell’Eutopia Ensemble e direttore artistico de Le Strade del Suono”,  festival di musica contemporanea che si tiene nel territorio ligure e genovese. 

Alberto Barberis è attivo come compositore, performer elettroacustico, regista del suono e code artist. Ottenuti il diploma e il biennio specialistico in chitarra classica (Torino e Brescia), studia composizione, laurandosi al Master of Arts in Composition and Theory e ottenendo il MAS (Master of Advanced Studies) in Composizione (Lugano). Parallelamente affronta un percorso di studi in ingegneria (Torino) nel campo delle telecomunicazioni, dei nuovi media e della computer vision, stimolato dallinteresse per la musica elettronica, la computer music e larte generativa. Vincitore della Werkjahr 2017 (fondazione Christoph Delz di Basilea), è attualmente assistente del Direttore Artistco dellhighSCORE Festival, è parte del collettivo di improvvisazione Floating Forest (collaborando stabilmente con il produttore elettronico Bienoise), ed è membro dellassociazione ticinese per la musica contemporanea OGGIMUSICA. Allattività artistica in festival nazionali e internazionali (Nachtstrom – CH, Afekt – ET, Maggio Elettrico – IT, Tanzwoche Dresden – DE, Oggimusica – CH, Elettcropark – IT, Oceano Indiano / Teatro di Roma – IT) affianca lo sviluppo di software e applicazioni dedicate allaudio, alla spazializzazione del suono e alla didattica musicale e linsegnamento presso il Conservatorio della Svizzera Italiana (“Tecnologie per la didattica musicale”, “Musica elettronica e programmazione”, Live Electronics”). Nelle sue creazioni combina gli strumenti acustici, quelli elettronici, larte digitale e la programmazione, con una personale tensione biologica’.

Rajan Craveri è specializzato nella creazione di sistemi interattivi per l’arte, e nella generazione di immagini in tempo reale. Lavora nel campo dello spettacolo dal vivo e delle installazioni multimediali per musei, gallerie darte contemporanea e grandi eventi. Attualmente Rajan Craveri è uno dei massimi esperti di Jitter (ambiente di programmazione multimediale anche noto con il nome di Max/MSP) sia a livello nazionale che internazionale. Ha insegnato in diverse città’ d’Italia tra cui Milano, Bergamo, Brescia e a Torino. Ha conseguito la qualifica professionale presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano e ha approfondito i suoi studi a New York, a Porto e a Bergen. Nel 2006, insieme alla coreografa Serena Zanconato, fonda Micron, compagnia che opera tra danza, arti visive e tecnologia. Collabora costantemente con coreografi, compositori, musicisti, danzatori, registi, poeti, video artisti per la produzione di spettacoli ed installazioni multimediali e interattive. Ama la collaborazione, larte performativa e la natura e in particolar modo il mondo delle api.

Ruth Killius

Descrizione:

Anche se la letteratura solistica per viola non può competere con quella per violino o violoncello, il fascino dello strumento ad arco dal suono morbido e caldo ha attraversato i secoli indenne, fino ad affermarsi e ad acquisire una propria individualità nel secolo scorso. Il programma di Ruth Killius lo dimostra presentando alcuni dei capisaldi della rinascita violistica novecentesca, come le Sonate di Hindemith e di Zimmermann o la sequenza di Berio. In prima esecuzione un nuovo lavoro di Nadir Vassena dedicato alla memoria di Erik Oña, compositore argentino recentemente scomparso.

Bio:

Ruth Killius, in seguito al conseguimento degli studi con Ulrich Koch e Kim Kashkashian, si esibisce in qualità di solista con orchestre rinomate, tra cui la Boston Symphony Orchestra, la Residentie Orkest Den Haag, la Budapest Festival Orchestra, la Basler Sinfonieorchester, la Wiener Kammerorchester e la MDR Sinfonieorchester Leipzig. Killius viene regolarmente invitata a festival di rilievo, quali il Festival di Lucerna, il Schleswig-Holstein Musik Festival, lEdinburgh International Festival o ancora lHelsinki Festival. Inoltre, partecipa a svariate prime mondiali, tra le quali quelle del trio darchi di Brian Ferneyhough e del quartetto con oboe di Elliott Carter. Su commissione del Festival di Salisburgo, Heinz Holliger dedica a Ruth Killius e a Thomas Zehetmair la sua composizione Janus. La Killius duetta anche in numerosi concerti con Thomas Zehetmair sui palchi di tutti i grandi centri musicali. Ed è proprio con questultimo che nel 1994 fonda il Quatuor Zehetmair, il cui recente CD con quartetti di Hindemith e di Bartók ottiene il «Diapason dOro dellanno». Inoltre, la sua incisione del 1° e 3° quartetto di Robert Schumann si è distinta per aver conseguito il Gramophone Award (Record of the Year). Nel 2011 registra con Thomas Zehetmair presso la EMC alcune opere di Bartók, Holliger, Scelsi, Killius et Martinů, incidendo pure delle opere di Elliott Carter e Isang Yun con Heinz Holliger e Thomas Demenga. La sua registrazione della Sinfonia Concertante di Mozart con lOrchestra of the Eighteenth Century e sotto la direzione di Frans Brüggen viene prodotta dalla Label Glossa. Dal 2001 al 2003, Ruth Killius ha insegnato viola alla Johannes-Gutenberg-Universität di Magonza.

Nadir Vassena, nato a Lugano nel 1970, ha studiato composizione a Milano con Bruno Zanolini e a Feriburg i.B con Johannes Schöllhorn. Nel 1993 partecipa ai corsi di composizione di Royaumont tenuti da Brian Ferneyhough. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti, tra i principali: Wettbewerb des Westdeutschen Rundfunks, Hochschule der Künste-Berlin, Mozartwettbewerb Salzburg, Christoph Delz-Stiftung, Stipendiat der Akademie Schloss Solitude Stuttgart, Mitglied des Istituto Svizzero di Roma, Kompositionsstipendium der Stiftung Landis & Gyr. Dal 2004 al 2011 cura, insieme a Mats Scheidegger, la direzione artistica dei Tage für neue Musik di Zurigo.Eprofessore di composizione al Conservatorio della Svizzera Italiana (Scuola universitaria di musica).