Categoria: Concerto

ALFA-BETH

per ensemble, live electronics e visuals

Matteo Manzitti e Alberto Barberis, composizione

Eutopia Ensemble (Elisa Azzarà, flauto; Edoardo Lega, clarinetto; Corinna Canzian, violino; Federico Bagnasco, contrabbasso; Luca Ieracitano, pianoforte)

Rajan Craveri, visual art

Alfa–Beth è un viaggio arcaico e inedito alle origini dell’alfabeto.

Alfred Kallir, universalmente noto come il maggiore studioso al mondo dei segni alfabetici, ha mostrato la natura molteplice delle lettere che noi tutti conosciamo. Le lettere dell’alfabeto sono prima di tutto “immagini decadute”, prima di diventare ingredienti significanti del messaggio verbale avevano quindi una loro vita propria. Kallir chiama in causa la “semantica bisferica” per spiegare la natura, la “psicogenesi” dei segni alfabetici, una semantica fondata sia sull’immagine che sul suono. Ma uno degli aspetti più interessanti indagati è quello relativo all’ordine specifico che le lettere hanno nell’alfabeto, quest’ordine risponde ad una “storia cifrata” dell’umanità che si dipana proprio a partire dalla lettera A. Considerando l’importanza non casuale dell’ordine alfabetico, Alfa-Beth intende indagare la forza e le proprietà delle singole lettere cercando di costruire una “drammaturgia sonora” dell’alfabeto, una drammaturgia che però si faccia carico anche degli aspetti simbolici o meglio “simballici” della “semantica bisferica”, utilizzando quindi il suono e l’immagine contemporaneamente.

Questo “tenere insieme”, che è appunto la proprietà “simballica” delle lettere, sarà di fatto anche un fondamentale ingrediente metodologico, non solo perché il progetto nasce “a quattro mani” dalle menti di Matteo Manzitti e Alberto Barberis, ma anche perché vedrà la presenza dell’acustico e dell’elettronico in tutte le forme, dal processamento in tempo reale, all’elettronica in tempo differito, dall’acusmatica alla musica strumentale pura. I video di Rajan Craveri evocano il complesso sistema iconografico ed etimologico di ogni lettera e, trasmessi da tre diversi monitor, dialogano in tempo reale con ciò che accade a livello sonoro.

Alfa-Beth intende essere quindi un’esperienza immersiva, un viaggio arcaico e inedito allo stesso tempo che non lascerà indifferenti.

Bio:

L’Eutopia Ensemble nasce nel 2012 a seguito dellincontro di un gruppo di musicisti di formazione classica, compositori e strumentisti, che hanno condiviso il sogno di confrontarsi con realtà diverse dalle usuali cornici della musica classica. Il nome Eutopia vuole suggerire, rispetto al concetto di utopia, che ci sono sogni che possono essere realizzati. Negli ultimi anni l’Ensemble ha realizzato cinque edizioni del Festival Le Strade del Suono. Fra le tante musiche eseguite da ricordare la prima nazionale di WTC9/11 di Steve Reich, i Luoghi Immaginari di Fabio Vacchi, L’Histoire du Soldat di Stravinsky, Vortex Temporum di Gèrard Grisey e Professor Bad Trip di Fausto Romitelli. L’ensemble è anche molto attivo nel campo del teatro musicale, basti ricordare la rappresentazione di In The Penal Colony di Philip Glass, la prima assoluta di Love Hurts di Nicola Moro al Teatro Piccolo di Milano e la prima europea dell’Opera Song from Uproar dell’americana Missy Mazzoli andata in scena al Festival Musiktheatertag di Vienna nel Giugno 2018. Il centro del far musicadellEnsemble è la ricerca di collegamenti, significati, terre di confine, una ricerca che ha portato a diverse collaborazioni con artisti visuali: Pietro Puccio, Gregorio Giannotta, Luca Serra tra gli altri. L’Ensemble ha inoltre collaborato con solisti di caratura internazionale quali il baritono Maurizio Leoni, il soprano Livia Rado e il chitarrista Gilbert Imperial. Lensemble è stato ospite e sarà ospite di prestigiose realtà italiane e straniere: Oggimusica di Lugano, Stagione della Normale di Pisa, Concerti a Tetro di La Spezia, Festival CeMe di Tel Aviv. 

Matteo Manzitti studia composizione al Conservatorio di Genova con Carlo Galante. Al conservatorio di Milano conclude il percorso di studi sotto la guida di Fabio Vacchi. Successivamente segue un Master sull’orchestrazione con Paolo Furlani a Firenze, prima di trasferirsi a Lugano per seguire i corsi del Master of Arts in Composition and Theory sotto la guida di Nadir Vassena, Sylvane Sapir e Giovanni Verrando. Ha partecipato a varie Masterclass con nomi quali Peter Maxwell Davies, Yuri Kasparov, Azio Corghi, Franck Bedrossian. Studia direzione d’orchestra con Yoichi Sugijama e Sandro Gorli. Ha scritto musica per il teatro in prosa, “Tucholsky Cabaret”, in prima nazionale al Teatro Hop Altrove di Genova, Ceneri alle ceneriper il teatro Franco Parenti di Milano e il teatro Massimo di Palermo, Fridaper il Roma Fringe Festival. Ha scritto un’opera lirica, Invisibilisul tema dell’immigrazione che ha ottenuto il Patrocinio della Presidenza della Repubblica e dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite. Importanti istituzioni musicali hanno richiesto i suoi lavori strumentali: l’Ensemble Sentieri Selvaggi, la Filarmonica di Torino, i Cameristi della Scala, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Unione Musicale di Torino, Società dei Concerti de l’Aquila, l’Ensemble Conducus, Ensemble Recherete, Orchestra Sinfonica di Sanremo, Genoa Vocal Ensemble, Etymos Ensemble, Xenia Ensemble, e l’Accademia Filarmonica Romana. Nel Luglio del 2017 è andata in scena nel prestigioso festival Tete a Tete di Londra “Deeply”, opera per attrice, soprano  sbarcata in Italia nel 2018. La sua musica è pubblicata da Sconfinarte. E’ direttore musicale dell’Eutopia Ensemble e direttore artistico de Le Strade del Suono”,  festival di musica contemporanea che si tiene nel territorio ligure e genovese. 

Alberto Barberis è attivo come compositore, performer elettroacustico, regista del suono e code artist. Ottenuti il diploma e il biennio specialistico in chitarra classica (Torino e Brescia), studia composizione, laurandosi al Master of Arts in Composition and Theory e ottenendo il MAS (Master of Advanced Studies) in Composizione (Lugano). Parallelamente affronta un percorso di studi in ingegneria (Torino) nel campo delle telecomunicazioni, dei nuovi media e della computer vision, stimolato dallinteresse per la musica elettronica, la computer music e larte generativa. Vincitore della Werkjahr 2017 (fondazione Christoph Delz di Basilea), è attualmente assistente del Direttore Artistco dellhighSCORE Festival, è parte del collettivo di improvvisazione Floating Forest (collaborando stabilmente con il produttore elettronico Bienoise), ed è membro dellassociazione ticinese per la musica contemporanea OGGIMUSICA. Allattività artistica in festival nazionali e internazionali (Nachtstrom – CH, Afekt – ET, Maggio Elettrico – IT, Tanzwoche Dresden – DE, Oggimusica – CH, Elettcropark – IT, Oceano Indiano / Teatro di Roma – IT) affianca lo sviluppo di software e applicazioni dedicate allaudio, alla spazializzazione del suono e alla didattica musicale e linsegnamento presso il Conservatorio della Svizzera Italiana (“Tecnologie per la didattica musicale”, “Musica elettronica e programmazione”, Live Electronics”). Nelle sue creazioni combina gli strumenti acustici, quelli elettronici, larte digitale e la programmazione, con una personale tensione biologica’.

Rajan Craveri è specializzato nella creazione di sistemi interattivi per l’arte, e nella generazione di immagini in tempo reale. Lavora nel campo dello spettacolo dal vivo e delle installazioni multimediali per musei, gallerie darte contemporanea e grandi eventi. Attualmente Rajan Craveri è uno dei massimi esperti di Jitter (ambiente di programmazione multimediale anche noto con il nome di Max/MSP) sia a livello nazionale che internazionale. Ha insegnato in diverse città’ d’Italia tra cui Milano, Bergamo, Brescia e a Torino. Ha conseguito la qualifica professionale presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano e ha approfondito i suoi studi a New York, a Porto e a Bergen. Nel 2006, insieme alla coreografa Serena Zanconato, fonda Micron, compagnia che opera tra danza, arti visive e tecnologia. Collabora costantemente con coreografi, compositori, musicisti, danzatori, registi, poeti, video artisti per la produzione di spettacoli ed installazioni multimediali e interattive. Ama la collaborazione, larte performativa e la natura e in particolar modo il mondo delle api.

Repliche di “Invisible through”

Alberto Barberis, music, live electronics, design

Giacomo Cardelli, cello

Rajan Craveri, live visual art

Descrizione:

In Invisible through si riconoscono i tratti e i temi ricorrenti della poetica di Barberis, tra cui lesplorazione delle periferie dellascoltoe lattenzione verso le possibilità tecnologiche del nostro tempo. Allo stesso tempo, però, è con questo lavoro che un ulteriore elemento si staglia nellorizzonte della sua ricerca: lurgenza di costruire un sistema, un organismo sonoro. Questo sistema si fonda innanzitutto sullincontro tra alcune dicotomie, prima tra tutte quella tra il visibile e linvisibile. La performance si svolge in due ambienti distinti: uno spazio in cui il pubblico, circondato da sedici lastre metalliche, vive unesperienza audio-visiva fortemente immersiva; e unaltra sala in cui suona un violoncellista, nascosto agli ascoltatori. Lastre e violoncello, oltre a rappresentare tradizioni musicali tra loro distanti, incarnano un dualismo anche sul piano delle modalità esecutive le une controllate dal computer, sollecitate da trasduttori e mosse da motori elettrici DIY, l’altro affidato ad un esecutore umano. Vi si innesca un circuito di notevole complessità: il live electronics non solo modella in tempo reale il suono analogico delle lastre e del violoncello, ma ‘dà accesso al sistemaa questultimo, e diventa udibile e presente attraverso le lastre. Ne scaturisce una vera e propria scultura del suono in tempo reale, in cui gli opposti trovano una loro convivenza dialettica. Nei margini di questo micromondo elettro-meccanico si insinua talvolta irrompe la composizione luminosa di Rajan Craveri, che opera unulteriore mediazione tecnologica tra il suono e i gesti del violoncellista. Grazie ad una luce evolvente proiettata sulle lastre e nello spazio scenico, il suo intervento stabilisce un ulteriore livello percettivo cha dialoga con il resto del sistema. La percezione del movimento umano assume i tratti di uninterferenza allinterno della vita della macchina, sebbene fatta di luci e resa effimera alla stregua del suono stesso. L’opera si offre al pubblico con tutto il suo impatto emotivo, rivelando come la musica, per dirsi tale, debba essere in perenne ricerca di una direzione. Più ancora che di una méta, prima ancora di aver definito una forma o una storia del percorso essa deve essere in ricerca. E cercare e trovare, nel suono e coi suoni. (Giovanni Cestino, marzo 2019)

Bio:

Alberto Barberis è attivo come compositore, performer elettroacustico, regista del suono e code artist. Ottenuti il diploma e il biennio specialistico in chitarra classica (Torino e Brescia), studia composizione, laurandosi al Master of Arts in Composition and Theory e ottenendo il MAS (Master of Advanced Studies) in Composizione (Lugano). Parallelamente affronta un percorso di studi in ingegneria (Torino) nel campo delle telecomunicazioni, dei nuovi media e della computer vision, stimolato dallinteresse per la musica elettronica, la computer music e larte generativa. Vincitore della Werkjahr 2017 (fondazione Christoph Delz di Basilea), è attualmente assistente del Direttore Artistco dellhighSCORE Festival, è parte del collettivo di improvvisazione Floating Forest (collaborando stabilmente con il produttore elettronico Bienoise), ed è membro dellassociazione ticinese per la musica contemporanea OGGIMUSICA. Allattività artistica in festival nazionali e internazionali (Nachtstrom – CH, Afekt – ET, Maggio Elettrico – IT, Tanzwoche Dresden – DE, Oggimusica – CH, Elettcropark – IT, Oceano Indiano / Teatro di Roma – IT) affianca lo sviluppo di software e applicazioni dedicate allaudio, alla spazializzazione del suono e alla didattica musicale e linsegnamento presso il Conservatorio della Svizzera Italiana (“Tecnologie per la didattica musicale”, “Musica elettronica e programmazione”, Live Electronics”). Nelle sue creazioni combina gli strumenti acustici, quelli elettronici, larte digitale e la programmazione, con una personale tensione biologica’.

Giacomo Cardelli si è diplomato in violoncello presso il Conservatorio di Rovigo e ha ottenuto il Diploma in Master of Arts in Music Performance presso il Conservatorio della Svizzera Italiana sotto la guida del M° Enrico Dindo. È vincitore di una delle Borse di studio dEccellenza della Confederazione Svizzera ESKAS. È vincitore del 1° premio assoluto in diversi Concorsi Nazionali e Internazionali – Concorso L. Agostini (2007), Premio Crescendo (2011), Concorso Città di Riccione (2012 e 2013), Premio Salieri (2012). Da anni svolge unintensa attività concertistica come solista o in formazione cameristica in Italia e allestero. Collabora stabilmente con orchestre italiane quali lOrchestra Filarmonica di Torino, il Colibrì Enslembe di Pescara e lOrchestra del Teatro
Regio di Torino.

Rajan Craveri è specializzato nella creazione di sistemi interattivi per l’arte, e nella generazione di immagini in tempo reale. Lavora nel campo dello spettacolo dal vivo e delle installazioni multimediali per musei, gallerie darte contemporanea e grandi eventi. Attualmente Rajan Craveri è uno dei massimi esperti di Jitter (ambiente di programmazione multimediale anche noto con il nome di Max/MSP) sia a livello nazionale che internazionale. Ha insegnato in diverse città’ d’Italia tra cui Milano, Bergamo, Brescia e a Torino. Ha conseguito la qualifica professionale presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano e ha approfondito i suoi studi a New York, a Porto e a Bergen. Nel 2006, insieme alla coreografa Serena Zanconato, fonda Micron, compagnia che opera tra danza, arti visive e tecnologia. Collabora costantemente con coreografi, compositori, musicisti, danzatori, registi, poeti, video artisti per la produzione di spettacoli ed installazioni multimediali e interattive. Ama la collaborazione, larte performativa e la natura e in particolar modo il mondo delle api.

ElectroNight e MMC (Meet Music Code) – BREMAN Musikanten

Ema MAgNi, chitarra, sintetizzatori, nastro magnetico

Descrizione:

Spossati da unesistenza sempre al limite del frenetico e oramai stanchi del quotidiano, quasi come i vecchi animali della favola dei musicanti, B e Ema MAgNi decidono di mettersi virtualmente in viaggio per trovare ristoro nel sonoro. Virtualmente a causa di forza maggiore siccome il progetto nasce a fine febbraio 2020, in un delicato momento storico in cui la distanza sociale è parte della vita quotidiana. I musicisti, isolati in due nazioni diverse, sono paradossalmente più coesi ritrovando come obiettivo comune il faremusica. Limpossibilità di trovarsi fisicamente per creare e suonare, essenziale per un gruppo di musicisti, da ostacolo destabilizzante, diventa fonte di ispirazione, indirizzando il duo verso una via compositiva più improntata sullimprovvisazione prevalentemente meditativa fatta di suoni analogici, sintetizzatori, chitarre e nastri magnetici. BREMAN Musikanten è un live tra sound design e musica drone ambient. Lattesa diventerà parte integrante dello spettacolo, in quanto il pubblico sarà immerso in un flusso sonoro in costante, lenta e progressiva evoluzione spingendoli ai limiti della percezione. Nellattesa, balleremo con la nostra stessa ombra.

Bio:

Brian Burgan è audio engineer e sound designer. Scopre la passione per il suono da giovane imparando come autodidatta prima la chitarra poi le tecniche di incisione e manipolazione audio. Durante i suoi studi accademici conosce, tra i tanti generi dellelettronica, la musica acusmatica e fa di Bernard Parmegiani il suo riferimento in quanto pioniere, che affianca alla sua pregressa ammirazione per Brian Eno. Ha pubblicato per diverse case discografiche indipendenti del panorama della musica elettronica tra cui MagmatiQ e Pitch The Noise Records. Nel corso degli anni e di varie formazioni fa della propria passione un mestiere. 

La vocazione musicale di Ema Magni inizia a prendere forma nella tarda adolescenza. Si muove in vari gruppi locali come batterista e percussionista, ma principalmente si dedica per anni con altri musicanti ad esibizioni improvvisate in un luogo umido, buio e senza pubblico. Spossato dal ritmo, si rifugia nella languida solitudine del pianoforte prima, nella moltitudine timbrica della sintesi analogica poi. Nel 2012 scopre il microfono e che là fuori, nel mondo, i suoni non finiscono mai. 

Ema MAgNi, chitarra, sintetizzatori, nastro magnetico

Descrizione:

Spossati da unesistenza sempre al limite del frenetico e oramai stanchi del quotidiano, quasi come i vecchi animali della favola dei musicanti, B e Ema MAgNi decidono di mettersi virtualmente in viaggio per trovare ristoro nel sonoro. Virtualmente a causa di forza maggiore siccome il progetto nasce a fine febbraio 2020, in un delicato momento storico in cui la distanza sociale è parte della vita quotidiana. I musicisti, isolati in due nazioni diverse, sono paradossalmente più coesi ritrovando come obiettivo comune il faremusica. Limpossibilità di trovarsi fisicamente per creare e suonare, essenziale per un gruppo di musicisti, da ostacolo destabilizzante, diventa fonte di ispirazione, indirizzando il duo verso una via compositiva più improntata sullimprovvisazione prevalentemente meditativa fatta di suoni analogici, sintetizzatori, chitarre e nastri magnetici. BREMAN Musikanten è un live tra sound design e musica drone ambient. Lattesa diventerà parte integrante dello spettacolo, in quanto il pubblico sarà immerso in un flusso sonoro in costante, lenta e progressiva evoluzione spingendoli ai limiti della percezione. Nellattesa, balleremo con la nostra stessa ombra.

Bio:

Brian Burgan è audio engineer e sound designer. Scopre la passione per il suono da giovane imparando come autodidatta prima la chitarra poi le tecniche di incisione e manipolazione audio. Durante i suoi studi accademici conosce, tra i tanti generi dellelettronica, la musica acusmatica e fa di Bernard Parmegiani il suo riferimento in quanto pioniere, che affianca alla sua pregressa ammirazione per Brian Eno. Ha pubblicato per diverse case discografiche indipendenti del panorama della musica elettronica tra cui MagmatiQ e Pitch The Noise Records. Nel corso degli anni e di varie formazioni fa della propria passione un mestiere. 

La vocazione musicale di Ema Magni inizia a prendere forma nella tarda adolescenza. Si muove in vari gruppi locali come batterista e percussionista, ma principalmente si dedica per anni con altri musicanti ad esibizioni improvvisate in un luogo umido, buio e senza pubblico. Spossato dal ritmo, si rifugia nella languida solitudine del pianoforte prima, nella moltitudine timbrica della sintesi analogica poi. Nel 2012 scopre il microfono e che là fuori, nel mondo, i suoni non finiscono mai. 

ElectroNight e MMC (Meet Music Code) – Nebulae

Cristiana Palandri, composizione, visuals e live electronics

Elena Gigliucci e Lorenza Sganzetta, performer

Descrizione:

Nebulae é un’installazione audio-visiva in cui la gestualità di uno o più performer innescano un’astrazione che rappresenta uno spaccato di spazio, una nebulosa. Nebulae aspira ad essere un varco spaziale e una metafora della sua origine, difatti é un lavoro sulla sinestesia in cui tre linguaggi, quello gestuale, quello visivo e quello sonoro, concorrono alla formazione di un sistema semantico paritario, senza l’asservimento di un linguaggio all’altro. I danzatori che indossano costumi che ampliano il loro corpo e ne alterano i movimenti, sono figure archetipiche, che attraverso un percorso di tre momenti ci conducono alla visualizzazione della nebulosa. Veicolo di questo viaggio è uno scettro, una scultura che sarà oggetto conteso perché unico elemento che può innescare il funzionamento dell’installazione audio-video grazie ad una luce posta su di essa, che verrà azionata dai performer. Sia l’audio, che il video sono auto-generativi e i performer danzando con la scultura, diventeranno gli unici esecutori.

Bio:

Cristiana Palandri è artista visiva e compositrice di musica elettronica. Compone musica per pubblicità, film, installazioni e con lo pseudonimo YokoKono è DJ e producer. Dal 2007 partecipa a numerose mostre, tra cui Reverse Fondazione Merz Torino, Springs in white Bangkok Art Center, Time and materials Horton Gallery New York, Arimortis Museo del 900 Milano. Nel 2015 esce Sub Umbra EP SØVN Records, nel 2017 Psychopompe su Various self identified non male artists making experimental electronic music Hylé Tapes e nel 2019 partecipa al New York City Electroacoustic Music Festival. 

Elena Gigliucci è danzatrice, coreografa, regista di teatro e architetto il cui continuo lavoro sulle proprie risorse lha portata a creare coreografie, performance e corsi dove si apprende la danza e la sperimentazione della propria espressività corporea.  Dirige MotusVitae Academy a Milano. Ha studiato danza con maestri del Teatro alla Scala e ha perfezionato gli studi nella scuola di Bèjart . Si è classificata al secondo posto al concorso Beato Angelicoed é stata  finalista a Nati per la Danza. Ha superato gli esami del Corso Insegnanti di danza dell’’Accademia del Teatro Alla Scala e della Metodica Vaganova con il Centro di Balletto Ucraino ottenendo il Diploma di Maestra di Danza e il Diploma di Merito.

Lorenza Sganzetta è geografa specializzata nella transizione verso nuove modalità di sviluppo dellecosistema. Appassionata di danza e creazioni artistiche di diversa origine, inizia danza classica fin da piccola e da molti anni si dedica alla contemporanea con un percorso personale, caratterizzato da una visione sperimentale del corpo e della fisicità. Ha preso parte a progetti di composizione contemporanea e di teatrodanza a Torino e a Milano con Susanna Beltrami, Cristian Cucco, Weyi Xia.

ALFA-BETH

per ensemble, live electronics e visuals

Matteo Manzitti e Alberto Barberis, composizione

Eutopia Ensemble (Elisa Azzarà, flauto; Edoardo Lega, clarinetto; Corinna Canzian, violino; Federico Bagnasco, contrabbasso; Valentina Messa, pianoforte)

Rajan Craveri, visual art

Descrizione:

Alfred Kallir, universalmente noto come il maggiore studioso al mondo dei segni alfabetici, ha mostrato la natura molteplice delle lettere dell’alfabeto, che definisce “immagini decadute” prima ancora di essere gli ingredienti significanti del messaggio verbale. Kallir chiama in causa la “semantica bisferica” per spiegare la natura dei segni alfabetici, una semantica fondata sia sull’immagine che sul suono. Uno degli aspetti più interessanti indagati è quello relativo all’ordine specifico che le lettere hanno avuto nell’alfabeto, quest’ordine risponde ad una “storia cifrata” dell’umanità che si dipana proprio a partire dalla lettera A. Considerando l’importanza dell’ordine alfabetico, Alfa-Beth intende indagare la forza e le proprietà delle singole lettere cercando di costruire una “drammaturgia sonora” dell’alfabeto, una drammaturgia che si faccia carico anche degli aspetti simbolici della “semantica bisferica”, utilizzando quindi il suono e l’immagine contemporaneamente. Questo “tenere insieme”, che è la proprietà “simballica” delle lettere, sarà di fatto anche un fondamentale ingrediente metodologico, non solo perché il progetto nasce “a quattro mani” dalle menti di Matteo Manzitti e Alberto Barberis, ma anche perché vedrà la presenza dell’acustico e dell’elettronico, del vocalico e dello strumentale.  

Bio:

L’Eutopia Ensemble nasce nel 2012 a seguito dellincontro di un gruppo di musicisti di formazione classica, compositori e strumentisti, che hanno condiviso il sogno di confrontarsi con realtà diverse dalle usuali cornici della musica classica. Il nome Eutopia vuole suggerire, rispetto al concetto di utopia, che ci sono sogni che possono essere realizzati. Negli ultimi anni l’Ensemble ha realizzato cinque edizioni del Festival Le Strade del Suono. Fra le tante musiche eseguite da ricordare la prima nazionale di WTC9/11 di Steve Reich, i Luoghi Immaginari di Fabio Vacchi, L’Histoire du Soldat di Stravinsky, Vortex Temporum di Gèrard Grisey e Professor Bad Trip di Fausto Romitelli. L’ensemble è anche molto attivo nel campo del teatro musicale, basti ricordare la rappresentazione di In The Penal Colony di Philip Glass, la prima assoluta di Love Hurts di Nicola Moro al Teatro Piccolo di Milano e la prima europea dell’Opera Song from Uproar dell’americana Missy Mazzoli andata in scena al Festival Musiktheatertag di Vienna nel Giugno 2018. Il centro del far musicadellEnsemble è la ricerca di collegamenti, significati, terre di confine, una ricerca che ha portato a diverse collaborazioni con artisti visuali: Pietro Puccio, Gregorio Giannotta, Luca Serra tra gli altri. L’Ensemble ha inoltre collaborato con solisti di caratura internazionale quali il baritono Maurizio Leoni, il soprano Livia Rado e il chitarrista Gilbert Imperial. Lensemble è stato ospite e sarà ospite di prestigiose realtà italiane e straniere: Oggimusica di Lugano, Stagione della Normale di Pisa, Concerti a Tetro di La Spezia, Festival CeMe di Tel Aviv. 

Matteo Manzitti studia composizione al Conservatorio di Genova con Carlo Galante. Al conservatorio di Milano conclude il percorso di studi sotto la guida di Fabio Vacchi. Successivamente segue un Master sull’orchestrazione con Paolo Furlani a Firenze, prima di trasferirsi a Lugano per seguire i corsi del Master of Arts in Composition and Theory sotto la guida di Nadir Vassena, Sylvane Sapir e Giovanni Verrando. Ha partecipato a varie Masterclass con nomi quali Peter Maxwell Davies, Yuri Kasparov, Azio Corghi, Franck Bedrossian. Studia direzione d’orchestra con Yoichi Sugijama e Sandro Gorli. Ha scritto musica per il teatro in prosa, “Tucholsky Cabaret”, in prima nazionale al Teatro Hop Altrove di Genova, Ceneri alle ceneriper il teatro Franco Parenti di Milano e il teatro Massimo di Palermo, Fridaper il Roma Fringe Festival. Ha scritto un’opera lirica, Invisibilisul tema dell’immigrazione che ha ottenuto il Patrocinio della Presidenza della Repubblica e dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite. Importanti istituzioni musicali hanno richiesto i suoi lavori strumentali: l’Ensemble Sentieri Selvaggi, la Filarmonica di Torino, i Cameristi della Scala, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Unione Musicale di Torino, Società dei Concerti de l’Aquila, l’Ensemble Conducus, Ensemble Recherete, Orchestra Sinfonica di Sanremo, Genoa Vocal Ensemble, Etymos Ensemble, Xenia Ensemble, e l’Accademia Filarmonica Romana. Nel Luglio del 2017 è andata in scena nel prestigioso festival Tete a Tete di Londra “Deeply”, opera per attrice, soprano  sbarcata in Italia nel 2018. La sua musica è pubblicata da Sconfinarte. E’ direttore musicale dell’Eutopia Ensemble e direttore artistico de Le Strade del Suono”,  festival di musica contemporanea che si tiene nel territorio ligure e genovese. 

Alberto Barberis è attivo come compositore, performer elettroacustico, regista del suono e code artist. Ottenuti il diploma e il biennio specialistico in chitarra classica (Torino e Brescia), studia composizione, laurandosi al Master of Arts in Composition and Theory e ottenendo il MAS (Master of Advanced Studies) in Composizione (Lugano). Parallelamente affronta un percorso di studi in ingegneria (Torino) nel campo delle telecomunicazioni, dei nuovi media e della computer vision, stimolato dallinteresse per la musica elettronica, la computer music e larte generativa. Vincitore della Werkjahr 2017 (fondazione Christoph Delz di Basilea), è attualmente assistente del Direttore Artistco dellhighSCORE Festival, è parte del collettivo di improvvisazione Floating Forest (collaborando stabilmente con il produttore elettronico Bienoise), ed è membro dellassociazione ticinese per la musica contemporanea OGGIMUSICA. Allattività artistica in festival nazionali e internazionali (Nachtstrom – CH, Afekt – ET, Maggio Elettrico – IT, Tanzwoche Dresden – DE, Oggimusica – CH, Elettcropark – IT, Oceano Indiano / Teatro di Roma – IT) affianca lo sviluppo di software e applicazioni dedicate allaudio, alla spazializzazione del suono e alla didattica musicale e linsegnamento presso il Conservatorio della Svizzera Italiana (“Tecnologie per la didattica musicale”, “Musica elettronica e programmazione”, Live Electronics”). Nelle sue creazioni combina gli strumenti acustici, quelli elettronici, larte digitale e la programmazione, con una personale tensione biologica’.

Rajan Craveri è specializzato nella creazione di sistemi interattivi per l’arte, e nella generazione di immagini in tempo reale. Lavora nel campo dello spettacolo dal vivo e delle installazioni multimediali per musei, gallerie darte contemporanea e grandi eventi. Attualmente Rajan Craveri è uno dei massimi esperti di Jitter (ambiente di programmazione multimediale anche noto con il nome di Max/MSP) sia a livello nazionale che internazionale. Ha insegnato in diverse città’ d’Italia tra cui Milano, Bergamo, Brescia e a Torino. Ha conseguito la qualifica professionale presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano e ha approfondito i suoi studi a New York, a Porto e a Bergen. Nel 2006, insieme alla coreografa Serena Zanconato, fonda Micron, compagnia che opera tra danza, arti visive e tecnologia. Collabora costantemente con coreografi, compositori, musicisti, danzatori, registi, poeti, video artisti per la produzione di spettacoli ed installazioni multimediali e interattive. Ama la collaborazione, larte performativa e la natura e in particolar modo il mondo delle api.

Ruth Killius

Descrizione:

Anche se la letteratura solistica per viola non può competere con quella per violino o violoncello, il fascino dello strumento ad arco dal suono morbido e caldo ha attraversato i secoli indenne, fino ad affermarsi e ad acquisire una propria individualità nel secolo scorso. Il programma di Ruth Killius lo dimostra presentando alcuni dei capisaldi della rinascita violistica novecentesca, come le Sonate di Hindemith e di Zimmermann o la sequenza di Berio. In prima esecuzione un nuovo lavoro di Nadir Vassena dedicato alla memoria di Erik Oña, compositore argentino recentemente scomparso.

Bio:

Ruth Killius, in seguito al conseguimento degli studi con Ulrich Koch e Kim Kashkashian, si esibisce in qualità di solista con orchestre rinomate, tra cui la Boston Symphony Orchestra, la Residentie Orkest Den Haag, la Budapest Festival Orchestra, la Basler Sinfonieorchester, la Wiener Kammerorchester e la MDR Sinfonieorchester Leipzig. Killius viene regolarmente invitata a festival di rilievo, quali il Festival di Lucerna, il Schleswig-Holstein Musik Festival, lEdinburgh International Festival o ancora lHelsinki Festival. Inoltre, partecipa a svariate prime mondiali, tra le quali quelle del trio darchi di Brian Ferneyhough e del quartetto con oboe di Elliott Carter. Su commissione del Festival di Salisburgo, Heinz Holliger dedica a Ruth Killius e a Thomas Zehetmair la sua composizione Janus. La Killius duetta anche in numerosi concerti con Thomas Zehetmair sui palchi di tutti i grandi centri musicali. Ed è proprio con questultimo che nel 1994 fonda il Quatuor Zehetmair, il cui recente CD con quartetti di Hindemith e di Bartók ottiene il «Diapason dOro dellanno». Inoltre, la sua incisione del 1° e 3° quartetto di Robert Schumann si è distinta per aver conseguito il Gramophone Award (Record of the Year). Nel 2011 registra con Thomas Zehetmair presso la EMC alcune opere di Bartók, Holliger, Scelsi, Killius et Martinů, incidendo pure delle opere di Elliott Carter e Isang Yun con Heinz Holliger e Thomas Demenga. La sua registrazione della Sinfonia Concertante di Mozart con lOrchestra of the Eighteenth Century e sotto la direzione di Frans Brüggen viene prodotta dalla Label Glossa. Dal 2001 al 2003, Ruth Killius ha insegnato viola alla Johannes-Gutenberg-Universität di Magonza.

Nadir Vassena, nato a Lugano nel 1970, ha studiato composizione a Milano con Bruno Zanolini e a Feriburg i.B con Johannes Schöllhorn. Nel 1993 partecipa ai corsi di composizione di Royaumont tenuti da Brian Ferneyhough. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti, tra i principali: Wettbewerb des Westdeutschen Rundfunks, Hochschule der Künste-Berlin, Mozartwettbewerb Salzburg, Christoph Delz-Stiftung, Stipendiat der Akademie Schloss Solitude Stuttgart, Mitglied des Istituto Svizzero di Roma, Kompositionsstipendium der Stiftung Landis & Gyr. Dal 2004 al 2011 cura, insieme a Mats Scheidegger, la direzione artistica dei Tage für neue Musik di Zurigo.Eprofessore di composizione al Conservatorio della Svizzera Italiana (Scuola universitaria di musica).

Lorenzo Reggiani

Lorenzo Reggiani, chitarra classica

Data ancora da stabilire

Programma:

Johann Sebastian Bach (1685-1750) Suite in la minore BWV 995

Alexandre Tansman (1897-1986) Hommage à Chopin

Nadir Vassena (1970*) – anatomie dellacqua

John Dowland (1563 – 1626) – Fantasia N.3

Leo Brouwer (1939) Hika in memoria di Takemitsu

Dusan Bogdanović (1955-) – Jazz Sonata

Josquin Schwizgebel – commissione Oggimusica (prima assoluta)

Bio:

Born in Lugano in 1995, Lorenzo Reggiani started to play the guitar at the age of six, attending lessons at the Conservatorio della Svizzera Italiana. After finishing high school, he moved to Lausanne to start his professional music studies at HEMU Lausanne with Dagoberto Linhares. After completing his masters degree in 2019, he moved back to Lugano and is currently doing a Master in Advanced Studies with Lorenzo Micheli. He has participated in many national and international competitions, including the SJMW (CH), the EGTA (CH), the Salieri competition (IT) and the Rocco Perugini competition (IT). Performing both solo and with an ensemble, he obtained several first prizes. As a result of these competitions, Lorenzo was given the opportunity to play at festivals and concert halls in numerous countries such as Switzerland, Italy, Germany, France and Portugal. During his studies, he also had the chance to take part in various masterclasses with M. O. Ghiglia, A. Pierri, R. Dyens and M. Socias.

Fu durante un apprendistato come stuccatore-pittore nella riviera vodese che Josquin Schwizgebel fece i primi passi nel mondo della chitarra elettrica. Lascia presto i sentieri segnati dell’interpretazione e comincia a comporre, a volte per la sua rock band, a volte per progetti personali. Dopo aver completato il suo apprendistato, ha in programma di seguire una formazione professionale presso una scuola di musica jazz e contemporanea. Tuttavia, la scuola chiude i battenti l’anno in cui si iscrive. Ha poi iniziato a suonare la chitarra classica e un anno dopo è entrato alla Haute Ecole de Musique de Lausanne. Questa svolta musicale gli ha permesso di sviluppare una sensibilità diversa e di arricchire il suo universo sonoro. Desideroso di scoprire nuovi orizzonti, Josquin trascorre un anno a Berlino, dove studia alla Hanns Eisler School of Music. Tornato in Svizzera, ha conseguito il Bachelor, poi il Master nella classe di George Vassilev, che lo ha fortemente incoraggiato a continuare il suo lavoro di composizione. Si è poi iscritto all’Università delle Arti di Berna, dove ha iniziato un Master in composizione, che ha completato nel settembre 2018. Josquin scrive per vari gruppi di musica da camera in diversi stili. Mescolando profondità, intensità e leggerezza, il suo linguaggio sottile invita a immergersi in un universo originale con riflessi poetici. Nel 2017 collabora con Julien Vergère alla creazione della musica originale per lo spettacolo “Avec elle” scrivendo per orchestra d’archi, chitarre, pianoforte e percussioni. Il CD è stato registrato da George Vassilev nel prestigioso music hall della Heure Bleue di La Chaux-de-Fonds.

Concerto e seminari di musica elettronica con il centro svizzero di musica informatica SZCM

9-13 marzo 2021

Il Centro svizzero di musica informatica (SZCM) è una fondazione nata nel 1985 per opera di  Bruno Spoerri, Gerald Bennett e Rainer Boesch, tre pionieri della musica elettronica in Svizzera, attivi soprattutto a Ginevra e Zurigo dove la Fondazione aveva le sue sedi. A quei tempi, la computer music muoveva i primi passi ed era ancora un territorio nuovo ed estraneo ai conservatori e alle istituzioni musicali in genere. Il Centro svizzero di musica informatica si è occupato di formazione, di ricerca, e della produzione e della diffusione della musica informatica, tutto ciò fino a quando questi compiti sono passati progressivamente nelle mani delle Scuole universitarie di musica. In particolar modo l’organizzazione di concerti, ma anche le residenze di diversi compositori hanno fatto del Centro svizzero di musica informatica un luogo progressista per la creazione e la promozione della musica informatica. In entrambe le sedi, giovani compositori, ricercatori e studenti hanno potuto utilizzarne l’infrastruttura tecnologica per produrre i propri lavori musicali. Negli ultimi anni, con la progressiva integrazione allinterno delle Scuole universitarie di musica, le attività della Fondazione si sono ridotte tanto da portare allo scioglimento della stessa. La città di Lugano è stata scelta come luogo simbolico per celebrare questo passaggio. Il Ticino, con lo Studio sperimentale di elettroacustica fondato da Hermann Scherchen nel 1954 a Gravesano, è infatti il luogo di nascita della musica elettronica in Svizzera. Quanto succedeva a Gravesano ebbe uneco internazionale per più di un decennio, grazie alle ricerche che vi si condussero, ai convegni e alle pubblicazioni, e per le personalità che entrarono in contatto con questa realtà (Pierre Schaeffer, Luigi Nono, Luciano Berio, Abraham Moles, Iannis Xenakis, Luc Ferrari, Jean-François Mâche e altri).

Dal 9 al 13 marzo 2021, presso il Conservatorio della Svizzera Italiana, verranno presentati, in collaborazione con il SZCM, diversi seminari e workshop che permetteranno sia agli studenti di musica che agli appassionati di conoscere la musica elettronica attraverso l’esperienza in Svizzera. La settimana si concluderà con un concerto di musica acusmatica spazializzata promosso ed eseguito da alcuni esponenti dal centro svizzero di musica informatica (SZCM).

Programma seminari

La nascita della musica elettronica in Svizzera – Gravesano – Hermann Scherchen (Carlo Piccardi)

Dallo SZCM (Centro svizzero per la computer music) fino all‘ ICST (Istituto svizezro per la computer music e le tecnologie audio) (Gerlad Bennett)

Lugano : EAR e la collaborazione con il Software Institute (USI)  (Nadir Vassena – Alberto Barberis)

Ambisonic e nuove tecnologie presso l’ICST di ZH (Johannes Schütt)

Bio:

Carlo Piccardi ha pubblicato saggi su autori e aspetti della musica dal Rinascimento a oggi. Fa parte del comitato di redazione di “Musica/Realtà” e della rivista “Acoustical Arts and Artifacts – Technology, Aesthetics, Communications” (Fabrizio Serrra editore) della Fondazione Cini. È autore di “Maestri viennesi – Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert – Verso e oltre” (Edizioni Ricordi-LIM) e di “La rappresentazione della piccola patria – Gli spettacoli musicali della Fiera Svizzera di Lugano” (Libreria musicale italiana-Casagrande). Dal 1968 al 2004 ha svolto la sua attività alla RSI, dapprima come produttore musicale alla televisione, dal 1989 come capo del dipartimento musicale alla radio e dal 1994 come responsabile di Rete Due. Dal 2002 coordina a Lugano il Progetto Martha Argerich.

Gerald Bennett è nato nel 1942 nel New Jersey (USA). Si è laureato con lode all’Harvard College nel 1964. Dal 1967 al 1976 ha insegnato al Conservatorio di Basilea (Svizzera), dal 1969 al 1976 è stato direttore del Conservatorio di Basilea. Dal 1976 al 1981 è stato capo dipartimento all’Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique (IRCAM) di Parigi. Nel 1981 ha assunto la cattedra di Teoria musicale e composizione presso la Hochschule für Musique di Zurigo. Nel 1983 è stato uno dei fondatori e dal 1986 al 1992 segretario della Confederazione Internazionale di Musica Elettroacustica (ICEM), organizzazione membro del Consiglio Internazionale della Musica dell’UNESCO. Nel 1985 ha fondato con Bruno Spoerri il Centro svizzero di musica informatica. Dal 1993 è membro dell’Accademia Internazionale di Musica Elettroacustica di Bourges. Nel 2005 Bennett ha fondato e diretto l’Istituto per la musica informatica e la tecnologia del suono presso la Hochschule Musik und Theater di Zurigo (oggi Università delle Arti di Zurigo). Nell’ottobre del 2007 si è ritirato dall’insegnamento e dagli obblighi amministrativi presso l’Università delle Arti di Zurigo. Le sue composizioni sono pubblicate da Edition Modern und Mnémosyne, le registrazioni sono pubblicate da Wergo e Jecklin e i suoi scritti sono pubblicati da Gallimard, Oxford University Press, Eulenburg, MIT Press e altri.

Johannes Schütt. 1984 Diploma di clarinettista al Conservatorio di Winterthur. Attività concertistica, registrazioni per radio, televisione e su supporti sonori. Dal 1984 al 2005 insegnante di clarinetto presso la scuola cantonale e il conservatorio di Sciaffusa. Perfezionamento in composizione con Klaus Cornell, David Angel e per la musica informatica con Gerald Bennett presso la Hochschule für Musik und Theater (HMT) di Zurigo. Dal 1994 membro del “Forum dei compositori” del “Centro svizzero di musica informatica”. Composizioni per ensemble strumentali, musica da teatro e film sperimentali, oltre a installazioni sonore, composizioni per nastro e live electronics

Simon Grab / Timo Hoogland

Simon Grab, live electronics
Pulse (world première)

»Pulse« è un progetto musicale che si concentra sul feedback audio e sui sistemi auto oscillanti dell’artista del suono svizzero Simon Grab. In questo progetto Simon Grab crea paesaggi sonori e rumori di un immaginario ambiente postumo. Le sue creature sonore organiche e scure si costruiscono su un fitto conglomerato di frequenze pulsanti, prodotte utilizzando la tecnica del “no-input-mixing”, che sfrutta un mixer come strumento musicale. Il sistema rivela una grande ricchezza timbrica, data da suoni di feedback, esplosioni di rumori e toni teneri. Simon Grab cattura il suono dei suoi circuiti in sessioni improvvisative. Le sue performance dal vivo sono crude, anarchiche e altamente imprevedibili. Nella première commissionata da Oggimusica, Simon Grab espande la sua pratica in un ambiente immersivo multicanale, collocando diverse qualità di altoparlanti intorno, dentro e sopra il pubblico, creando uno spazio acustico dinamico – un’esperienza sonora coinvolgente e unica.

Timo Hoogland, live coding
Liber Abaci

L’olandese Timo Hoogland presenta per OGGIMUSICA un’innovativa performance audiovisiva di live-coding per suoni spazializzati, che esplora l’uso di concetti matematici per la creazione di texture sonore, pattern e strutture musicali. Ad attirare l’autore è infatti la capacità dei numeri e delle formule matematiche di catturare la bellezza della natura, con i suoi pattern modulari (come i frattali), le sue sequenze (come la serie di Fibonacci), le sue funzioni periodiche (come quelle del suono delle vocali). Nella performance, per mezzo di tecniche di composizione seriali applicate al live-coding, vengono esplorate e sviluppate musicalmente alcune delle sequenze catalogate nell’OEIS (Enciclopedia On-line delle Sequenze di numeri Interi). Ne scaturisce una composizione algoritmica semi-improvvisata, una ode a Leonardo di Pisa e al suo Liber Abaci del 1202.

 

Bio:

Il sound artist e musicista svizzero Simon Grab (classe 1971) esplora costantemente nuovi terreni. Nei suoi più recenti lavori, si concentra sulla riduzione e sulla peculiarità di sistemi sonori autoreferenziali. L’album “Posthuman Species” segue il suo recente EP “Extinction” per -OUS records. Il suo “Diamonds EP” in collaborazione con il rapper togolese Yao Bobby e la Asian Dub Foundation di Dhangsha esce su LavaLava Records di Bristol, ed è stato scelto come uno degli Album dell’anno 2019 dalla rivista The Quietus. Tra i lavori recenti di Simon Grab c’è “Hirnmusik 1 & 2”. Come compositore e artista del suono produce musica e sound design per lungometraggi, documentari, teatro e radio. Nelle performance dal vivo e nelle installazioni Simon Grab utilizza i luoghi come dei “parchi giochi acustici”. Oltre alla sua attività come musicista, fa parte del team NORIENT (Advisory Board), un network per la promozione, lo scambio e l’intermediazione musicale e culturale, che tratta temi di globalizzazione e digitalizzazione per un vasto pubblico internazionale. Grab è anche co-fondatore del collettivo MOTHERLAND di Zurigo e parte del Motherland Sound System, che dal 2007 presenta suoni urbani provenienti dalle scene musicali transnazionali e globalizzate in tutto il mondo. Simon Grab è docente presso l’Università delle Arti ZHDK di Zurigo, insegnante e project manager presso la radioschool klipp e klang Radioschule, e insegna presso la School for Audio Engineering SAE di Zurigo. Ha lavorato anche presso l’Istituto di Studi Culturali ICS come collaboratore di ricerca.

Timo Hoogland è un creativo (live)coder con sede a Utrecht, Paesi Bassi. Si è laureato nel settembre 2017 al Bachelor of Audio Design in Creative Media and Game Technologies con doppia lode alla HKU University of Arts Utrecht. Nel 2015 ha esposto Soularis, un sequencer virtuale dove l’utente può posizionare pianeti di diverse dimensioni e colori in un ambiente 3D. Da ottobre 2016 a gennaio 2019 ha lavorato per la fondazione Bartimeus su installazioni interattive per bambini non vedenti e ipovedenti. Nel giugno 2017 ha pubblicato il suo lavoro audiovisivo Avatoms. Un ambiente che traduce in suono gli spettri di assorbimento e di emissione degli atomi. I diversi atomi sono usati come mattoni per la composizione di un paesaggio sonoro. Ha iniziato a insegnare Practical Creative System Design con Max/MSP presso l’Università HKU o Ats Utrecht nel settembre 2016 agli studenti del primo anno di Bachelor Music Technology. Dal 2017 insegna Practical Creative System Design per gli studenti del secondo anno di Bachelor Music Technology presso l’HKU. Oltre a ciò insegna in un corso di composizione algoritmica con l’uso di sistemi caotici ed evolutivi. Nel settembre 2017 ha iniziato il Master in Music Design presso l’HKU. Qui sta ricercando tecniche di composizione algoritmica in musica livecoded con l’uso del suo ambiente livecoding Mercury. Un ambiente che si concentra sull’espressione rapida e pratica, la composizione e la comunicazione di musica livecoded. Nel marzo 2018 inizia la programmazione di una libreria esterna per l’ambiente di programmazione Max/MSP, un progetto in corso in cui svilppa frammenti di codice per composizioni algoritmiche, visual design, sound design in Max. Nel settembre 2018 l’opera audiovisiva in tempo reale Circle of Times è stata esposta durante il Bring Your Own Beamer Festivals (Utrecht NL, Gent BE) e il Golf Festival (Haarlemn NL). Quest’opera audiovisiva esplora molteplici concetti di tempo, nella grafica e nel suono, utilizzando algoritmi di riflessione dei raggi della luce per le immagini e la risonanza orbitale per le strutture ritmiche. Nel novembre 2018 Timo ha debuttato con Mercury durante l’Algorave nell’Ekko (Utrecht NL). Ha suonato all’Overkill Festival di Enschede (dicembre 2018 NL), al TecArt Festival di Rotterdam (febbraio 2019 NL), per la Processing Community Days ad Amsterdam e a Utrecht (gennaio/feb 2019 NL), per Droidcon a Torino (aprile 2019 IT) e per la React Conference Amsterdam (aprile 2019 NL). Ha pubblicato un articolo sull’ambiente Mercury nel gennaio 2019 durante la Conferenza Internazionale sul Live Coding di Madrid (ICLC). Sta attualmente completando il suo Master in Music Design, lavorando a lungo sull’ambiente Mercury, programmando visuals, aggiornando la sua libreria-codice online e insegnando codice creativo.

STOICHEIA elements: Stone Leaf

19.30 e 21.00 h

STOICHEIA “elements
electronic music and automata
Stone Leaf

Stone Leaf – composizione, automi, live electronics (prima assoluta)
Alberto Barberis – regia del suono
Fabrizio Rosso – regia luci e video

Stoicheia (dal greco στοιχεία) rappresenta un viaggio sonico alla ricerca dellelemento primitivo per eccellenza, un componente primo cioè non ulteriormente riducibile, di un insieme composto. Partendo dalla tradizione ellenica, l’opera è divisa nei quattro elementi primordiali: Ydor (acqua), Aither (aria), Gaia (terra). La tecnica compositiva per generare i quattro elementi ha origine dallo studio dei cinque postulati presenti nella più importante opera matematica della antica grecia: il trattato intitolato Elementi” di Euclide. Le musiche composte sono il risultato di una scrupolosa ricerca e analisi tecnica sul movimento atomico della stessa: i suoni hanno origine concreta, ovvero suoni elettronici non di sintesi, e sono trasformati elettronicamente da software appositamente ideati per linterpretazione sonica molecolare. Il movimento timbro-ritmico viene affidato all’esecuzione live degli automi appositamente ideati per il progetto, unici al mondo per le loro caratteristiche ingegneristiche e performative.

Una coproduzione OGGIMUSICA e LuganoMusica
In collaborazione con il Conservatorio della Svizzera Italiana
Con il sostegno di Fondo Swisslos, Città di Lugano e Pro Helvetia.

Biografia Luca Congedo (aka Stone Leaf)
Luca Congedo (aka Stone Leaf) ha studiato percussioni alla Musikhochschule della Svizzera italiana a Lugano, diplomandosi sotto la guida dei professori Mircea Ardeleanu e Bernhard Wulff. Durante il periodo di formazione si è perfezionato con interpreti quali Isao Nakamura, Andreas Boettger, Fritz Hauser, Stuart Gerber, Taijiro Miyazaki, Mike Quinn e Matthias Kaul. Il percorso di studio lo porterà ad intraprendere una lunga fase di sperimentazione sulle percussioni, indagando il rapporto timbro-ritmo del materiale sonoro: le percussioni sono trattate e suonate come una materia armonica. Dal 2002 nascono le sue prime collaborazioni internazionali con musicisti e compositori tra cui Karlheinz Stockhausen, Steve Reich, Alvin Curran, Toshio Hosokawa, Sylvano Bussotti, Michel Jarrel, Martha Argerich e Arturo Tamayo. Il 2004 rappresenta una svolta nella sua carriera e segna l’inizio della sua collaborazione con Karlheinz Stockhausen per la riscrittura della canzone KOMET. Da questa ricerca emerge la necessità di sviluppare e inventare nuove tecniche e teorie di esecuzione, fuse con una ricerca elettronica intesa come rivelazione timbrica. Così, innovativi multi-set portano a strumenti non convenzionali e a sofisticati dispositivi elettronici, da lui stesso concepiti. Ha conseguito il Diploma di Musica Elettronica e Sound Design presso la Musikhochschule della Svizzera Italiana a Lugano e il Museo MAXXI di Roma, sotto la guida del Prof. Fabrizio Rosso. La sua ricerca musicale e artistica, lo porterà all’invenzione dei PERSCULTRONÌC, strumenti musicali espressione della fusione di musica acustica ed elettronica, percussioni e scultura. Partendo dai risultati di questi prototipi sperimentali, l’artista inizia la creazione di opere appositamente progettate per l’automazione. Nel 2013 debutta con Homoioméreia, opera commissionata dalla Biennale di Venezia per la 57a edizione, in cui sono state utilizzate 43 Perscultronics. Nel 2017 fonda il progetto Stone Leaf, che mira a integrare il linguaggio elettronico sperimentale contemporaneo con l’underground / IDM. Dal 2018 collabora con il compositore e programmatore Alberto Barberis, sperimentando performance musicali controllate da innovativi sequencer particellari.