LIEDER

UMS ‘n JIP
Ulrike Mayer-Spohn, flauti dolci Javier Hagen (JIP), voce & electronics

27 ottobre 2022_19:00
Teatro Studio_LAC_Lugano

UMS ‘n JIP e il Lied. Dal 2007, UMS ‘n JIP ha eseguito più di 300 nuove opere in 1200 concerti in oltre 40 paesi, suonando alcuni brani anche più di 100 volte. Tutto ciò grazie ad un approccio artistico basato su una ricerca di qualità senza compromessi. Parallelamente al loro lavoro come interpreti, i due musicisti sono anche attivi come compositori con alle spalle molti premi internazionali.
La messa in discussione dei generi classici è una caratteristica del loro approccio.
Nel caso specifico si tratta del Lied del periodo romantico, che ebbe origine alla fine del XVIII secolo e fiorì fino alla metà del XX secolo e che, come quasi nessun altro nella nostra tradizione musicale, ha saputo raggiungere una simbiosi perfetta tra testo e musica.
Ripercorrere la raffinatezza e la sofisticazione intrinseca di questo genere, sia a livello compositivo che per quanto riguarda i testi poetici, è una sfida a dir poco titanica. Il programma prevede un ciclo importante di Mathias Steianuer (Einfalt, op.33 – 11 Lieder zu Textfragmente von Du Fu und Visuals von John Lavery ) e una nuova composizione di Javier Hagen (eeiiuü-bccghhkknrrtz – ich bin zurückgekehrt) su testi di Franz Kafka.

INVISIBLE THROUGH BACH

motorized metal plates AV orchestra
di Alberto Barberis

Alberto Barberis – musica, live electronics, design
Giacomo Cardelli – violoncello
Rajan Craveri – visual art

Il 25 settembre 2022, alle ore 17.00, l’Associazione ticinese per la musica contemporanea
OGGIMUSICA, presenta l’opera multimediale INVISIBLE THROUGH BACH di
Alberto Barberis presso il Teatro Paravento (teatro-paravento.ch) di Locarno.
INVISIBLE THROUGH BACH è un’opera multimediale immersiva in cui un’architettura di
lastre metalliche motorizzate riflette luce e vibra di musica elettroacustica.
Un’installazione multi-percettiva, un sistema di interconnessioni digitali. Un concerto, che
è la messa in vita di un organismo bio-tecnologico. Un’esperienza condivisa tra esseri
umani, automi e codici.
La performance si svolge in due spazi separati, connessi solo da segnali elettrici. Nel
primo: un’architettura di diffusori acustici DIY a lastre, che circondano il pubblico
diventando superfici riflettenti suono e luce. Nel secondo: un violoncellista solo che
interpreta un omaggio a J.S. Bach, i cui suoni e immagini invadono il primo spazio.
Il risultato è un’esperienza distopica e rituale, in cui al patrimonio strumentale classico,
decontestualizzato e tele-trasportato, sembra essere affidato l’unico solitario ruolo di
memoria dell’umanità nuda. Il resto è artificio di macchine, attuato con gli strumenti delle
rivoluzioni tecnologiche, simboleggiate dalle lamiere industriali, dai motori elettrici, dai
codici informatici e da suoni che ricordano la Techno e il Noise. Elementi con cui
condividiamo l’umanità, ma allo stesso tempo soggetti di un crescente processo di
deumanizzazione: la deriva socio-culturale da cui scaturisce l’urlo di quest’opera.

Milk

awakening

performer Elena Boillat, Vita Malahova
voce Barbara Zanichelli
direttore della fotografia Luca Pescaglini
cameraman Daniele Condemi
costumi e trucco Marianna Peruzzo
mix Pietro Luca Congedo
musica e sound design Alberto Barberis
regia Fabrizio Rosso

Due donne giacciono distese in un abbraccio destinato a non durare. Il momento del loro risveglio emotivo, le vede diventare l’una la madre dell’altra, attraverso la scoperta di un tipo di contatto fisico non mediato da convenzioni meccaniche, ma sperimentato senza regole. Il loro è al tempo stesso un risveglio verso la vita e una dolorosa separazione.
MILK non è un concetto, né una metafora, ma il liquido che sgorga al contatto con la madre, da cui si impara a percepire se stessi e il mondo, nel ricco e instabile universo delle emozioni. Il nutrimento, come mezzo di scambio freddo e impersonale, rende inevitabilmente schiavi. Il latte, al contrario, è l’autentico e gratuito dono materno dell’amore e della cura. MILK è l’unico mondo che ha un domani. Ce l’ha nel momento in cui sembra non averlo. Così le cose si muovono proprio quando sembrano ferme.
La musica di MILK è quella della voce di una sorgente, senza il suono del rumore di fondo che l’accompagna. In MILK il testo viene distillato in una parola sola. Una parola che, goccia a goccia, impara a parlare se stessa, facendosi genesi e canto. E il canto è quello di un’unica soprano che, nell’incontro di quattro voci sovraincise, sembra incantarsi. Allattarsi. Curarsi. 
MILK è il percorso umano in cui l’umano tiene in vita l’umano. Perciò ha il suono dell’origine, del primo respiro, della nascita e del calore. Il suono carezzevole dell’affettività senza tempo. E il suo colore è il timbro del bianco. Acuto, sottile, totale e insieme silente.

SZCM a Lugano
Stiftung Schweizerisches Zentrum für Computer Musik

Das Schweizer Zentrum für Computermusik (SZCM) wurde 1985 als Stiftung durch Bruno Spoerri, Gerald Bennett, Antonio Greco und Rainer Boesch gegründet, vier Pioniere der elektronischen Musik in der Schweiz, die hauptsächlich in Genf und Zürich aktiv waren, wo die Stiftung ihre beiden Niederlassungen besaß. Zu dieser Zeit steckte die computergenerierte Musik noch in den Kinderschuhen und stellte für Musikhochschulen und andere musikalische Institutionen noch völlig unbekanntes Terrain dar.

Vor allem die Organisation von Konzerten und die Aufenthalte verschiedener Komponisten machten das SZCM zu einem Ort, an dem computergenerierte Musik entstand und gefördert wurde. Junge Komponisten, Wissenschaftler und Studenten konnten die technische Infrastruktur benutzen, um ihre Arbeiten zu produzieren. Mit der fortschreitenden Integration dieser Art von Musik an den Hochschulen reduzierten sich die Aktivitäten der Stiftung so sehr, dass sie sich schließlich auflöste.

Lugano wurde als symbolträchtiger Ort ausgewählt, um diesen Übergang zu feiern. Das Tessin war tatsächlich durch das Studio für experimentale Elektroakustik, das 1954 von Hermann Scherchen in Gravesano gegründet wurde, der Geburtsort der elektronischen Musik in der Schweiz.

Die Forschungen, Tagungen und Veröffentlichungen des Studios, und natürlich die damit verknüpfen Persönlichkeiten (Pierre Schaeffer, Luigi Nono, Luciano Berio, Abraham Moles, Iannis Xenakis, Luc Ferrari, Jean François Mâche u. a.), verliehen ihm für über ein Jahrzehnt internationale Bedeutung.

Der Ausdruck Computermusik wird inzwischen immer weniger benutzt, nicht weil er obsolet wäre, sondern im Gegenteil weil es inzwischen im musikalischen Bereich selbstverständlich ist, den Computer zu benutzen. Was also bleibt von der Vergangenheit? wie sieht die Zukunft aus?

Vom 7. bis zum 9. April 2022 präsentiert Oggimusica zusammen mit dem ICST (Institute for Computer Music and Sound Technology der Zürcher Hochschule der Künste) am Conservatorio della Svizzera Italiana Seminare und Begegnungen, die sich mit Vergangenheit und Zukunft der elektronischen Musik in der Schweiz beschäftigen.

Donnerstag, 7. April 2022_9:30-13:00 / 14:00-18:00_Conservatorio della Svizzera italiana_Seminar Ambisonic_Gasthörer nur mit Anmeldung

Donnerstag, 7. April 2022_18:30-19:30_Conservatorio della Svizzera italiana_Projektion Milk von Fabrizio Rosso und Alberto Barberis, Aperitiv volgt.

Freitag, 8. April 2022_ 18:30 _LAC, TeatroStudio_EAR_Electro Acoustic Room_Konzert_1

Samstag, 9. April 2022_11:00-16:15_Conservatorio della Svizzera italiana_ Vorträge mit Beiträgen von Bruno Spoerri, Gerald Bennett, Guenther Giovannoni, u. a.

Samstag, 9. April 2022_17:30_Conservatorio della Svizzera italiana_ Konzert_2

Samstag, 9. April 2022_19:00_Conservatorio della Svizzera italiana_ Konzert_3

Weitere Informationen werden nach und nach auf oggimusica.ch verfügbar sein.

SZCM a Lugano _ Fondazione svizzera per la computer music

Il Centro svizzero di musica informatica (SZCM) è una fondazione nata nel 1985 per opera di Bruno Spoerri, Gerald Bennett, Antonio Greco e Rainer Boesch, quattro pionieri della musica elettronica in Svizzera, attivi soprattutto a Ginevra e Zurigo dove la Fondazione aveva le sue sedi. A quei tempi, la computer music muoveva i primi passi ed era ancora un territorio nuovo ed estraneo ai conservatori e alle istituzioni musicali in genere. 

In particolar modo l’organizzazione di concerti, ma anche le residenze di diversi compositori hanno fatto del Centro svizzero di musica informatica un luogo di creazione e promozione della musica informatica. Giovani compositori, ricercatori e studenti hanno potuto utilizzarne l’infrastruttura tecnologica per produrre i propri lavori musicali. Negli ultimi anni, con la progressiva integrazione all’interno delle Scuole universitarie di musica, le attività della Fondazione si sono ridotte tanto da portare allo scioglimento della stessa. 

La città di Lugano è stata scelta come luogo simbolico per celebrare questo passaggio. Il Ticino, con lo Studio sperimentale di elettroacustica fondato da Hermann Scherchen nel 1954 a Gravesano, è infatti il luogo di nascita della musica elettronica in Svizzera. Quanto succedeva a Gravesano ebbe un’eco internazionale per più di un decennio, grazie alle ricerche che vi si condussero, ai convegni e alle pubblicazioni, e per le personalità che entrarono in contatto con questa realtà (Pierre Schaeffer, Luigi Nono, Luciano Berio, Abraham Moles, Iannis Xenakis, Luc Ferrari, Jean François Mâche e altri).  

La espressione stessa computer music è ormai sempre meno utilizzata, non perché obsoleta ma, al contrario, perché l’utilizzo del computer è ormai diventato talmente pervasivo in ambito musicale da poter essere sottointeso. Cosa ci lascia in eredità il passato? Quali le prospettive future?

Dal 7al 9 aprile 2021, presso il Conservatorio della Svizzera Italiana, Oggimusica presenta, in collaborazione con l’ICST (Institute for Computer Music and Sound Technology der Zürcher Hochschule der Künste), diversi seminari e incontri che permetteranno di conoscere una parte del passato glorioso, e il futuro che speriamo radioso, della musica elettronica in Svizzera. 

Giovedì 7 aprile 2022_ore 9:30-13:00 / 14:00-18:00_Conservatorio della Svizzera italiana_Seminario Ambisonic_Uditori solo su prenotazione.

Giovedì 7 aprile 2022_18:30-19:30_Conservatorio della Svizzera italiana_Proiezione del progetto Milk di Fabrizio Rosso e Alberto Barberis, con aperitivo a seguire.

Venerdì 8 aprile 2022_ore 18:30_LAC, TeatroStudio_EAR_Electro Acoustic Room_Concerto_1 

Sabato 9 aprile 2022_11:00-16:15_Conservatorio della Svizzera italiana_Conferenze con contributi di Bruno Spoerri, Gerald Bennett, Guenther Giovannoni, e altri.

Sabato 9 aprile 2022_ore 17:30_Conservatorio della Svizzera italiana_Concerto_2

Sabato 9 aprile 2022_ore 19:00_Conservatorio della Svizzera italiana_Concerto_3

Maggiori informazioni saranno gradualmente disponibili su oggimusica.ch.

ElectroNight e MMC (Meet Music Code) – Elusive Balance

Riccardo Giovinetto, sassofono, live electronics e visuals

Simone Bosco, percussioni, live electronics

“Elusive Balance” è il terzo album del duo di musicisti e artisti multidisciplinari OZMOTIC. Dopo il disco pubblicato con C. Fennesz nel 2015 – “AirEffect” – e “Liquid Times” nel 2016, Ozmotic approda alla prestigiosa label londinese Touch. I primi artisti italiani a pubblicare un album per una delle più longeve e autorevoli label indipendenti di musica elettronica sperimentale del mondo. “Elusive Balance” affonda le proprie radici nel tema dell’equilibrio e della sua provvisorietà: un’incessante ricerca di stabilità che diviene motore evolutivo e spinge la realtà verso forme altre, generando nuove armonie. “Elusive Balance” esplora l’equilibrio instabile ed elusivo esistente nel rapporto tra uomo e natura, alla continua ricerca di nuovi, armonici approdi. “La bellezza è una cosa rara e possiamo incontrarla per brevi e fugaci momenti… spesso corrispondono a quelle fasi in cui riusciamo a cogliere quel sottile filo rosso che esiste tra noi e il mondo che ci circonda”. Dal punto di vista musicale gli aspetti concettuali vengono declinati in termini di “risoluzione dei contrasti sonori”, nella continua ricerca di una sensazione emotiva che si manifesti allo stesso tempo come uno stato di tensione e quiete. “In Elusive Balance abbiamo esplorato nuovi accostamenti musicali, indagando l’essenza più profonda della nostra sonorità per espandere le potenzialità emotive e compositive del nostro linguaggio artistico. Ogni traccia contiene la ricerca di una sintesi tra elementi sonori apparentemente molto distanti tra loro, ma in realtà “solo” poco consueti, che trovano nell’ascolto un nuovo equilibrio… ”.

OZMOTIC è un progetto artistico multidisciplinare che fonda le sue radici nella musica elettronica e strumentale e che si ispira a sonorità contemporanee. Profondamente affascinati dalle dinamiche legate alla società contemporanea, dalle architetture, dall’urbanità delle metropoli e dai grandi spazi incontaminati, creano mondi sonori caratterizzati da un’intensa varietà timbrica e da una raffinata ricerca ritmica. L’interazione tra la musica elettronica e l’arte visiva digitale in tempo reale è un tratto imprescindibile dell’estetica di OZMOTIC.

Riccardo Giovinetto è musicista, compositore, fisico acustico, sound designer, visual e multimedia artist, didatta. In seguito a studi di pianoforte classico approfondisce la pratica del sassofono, contralto prima e soprano ricurvo poi. Dopo numerose esperienze in campo concertistico nel mondo del jazz contemporaneo, si dedica alla musica elettronica e al sound design. Nel 2010 fonda OZMOTIC, un duo di musica elettronica strumentale con il quale pubblica tre dischi e che vanta collaborazioni con musicisti di fama internazionale quali Christian Fennesz, Murcof, Senking. Nel 2018 pubblica “Elusive Balance” con una delle etichette di musica elettronica e arte visiva piú importanti e autorevoli del mondo: la londinese Touch. Vanta collaborazioni in ambito teatrale, performativo e nel mondo della danza contemporanea sia come compositore che come artista visivo. Nel corso degli ultimi anni studia i sistemi interattivi e l’arte visiva digitale indagando le dinamiche dell’interazione audio-video e realizzando installazioni e performance sound-reactive.

Simone Bosco è percussionista, sound designer e  compositore. Rappresenta l’Italia nella Biennale Internazionale di Sarajevo nel 2001 e suona e dirige in mondovisione gli 80 percussionisti nella cerimonia di apertura dei xx giochi olimpici di Torino. Lo caratterizza uno stile personale sviluppato attraverso un percorso artistico che abbraccia diversi ambiti di espressione e dove la componente elettronica trova sempre un posto di rilievo. Ha composto musica per cortometraggi e opere teatrali, sonorizzato reading e realizzato progetti crossmediali. Nel 2010 fonda OZMOTIC.

MMC2021 Meet Music Code

Sabato 11 dicembre 2021 |10.00-13.00 | Conservatorio della Svizzera italiana, aula 305

DESIGNING C++ OBJECT FOR MAX/MSP 

Andrea Minetti e Alberto Barberis

Il workshop è rivolto ai musicisti e agli artisti multimediali che utilizzano il linguaggio di visual programming Max/MSP (https://cycling74.com/) o ai programmatori appassionati di audio. L’obiettivo del workshop è quello di fornire ai partecipanti un’introduzione al Max/MSP-SDK per lo sviluppo a basso livello di oggetti max/MSP in C/C++. Lo sviluppo ad hoc di tali oggetti offre molte possibilità agli utenti di Max/MSP: migliorare le performance, implementare algoritmi di sintesi, creare i propri strumenti elettronici o librerie di oggetti, integrare codice di terze parti, sfruttare le librerie di C/C++. Per partecipare al workshop è richiesta la conoscenza, anche basilare, di un qualsiasi linguaggio di programmazione e del funzionamento di un linguaggio di visual programming. È necessario portare il PC con installati: Max/MSP, XCode (mac) o Visual Studio (win).

Sabato 11 dicembre 2021 | 14.00-17.00 | Conservatorio della Svizzera italiana, aula 305

AUDIO VIDEO INTERACTION WITH MAX/MSP JITTER 

Riccardo Giovinetto

Attraverso le tecniche di interazione audio video la materia sonora si apre a dimensioni visive e plastiche intrecciandosi alla dimensione spaziale e dando vita ad opere immersive e multidimensionali. Durante il seminario verrà fornita un’esaustiva panoramica degli strumenti tecnico-creativi e dei processi metodologici necessari alla realizzazione di un’opera di interazione audio-video in tempo reale. Verranno analizzate le varie fasi di lavorazione che questa tipologia di opere richiede sia in termini creativi che tecnici. Dopo una introduzione sull’interazione audio-video, verranno affrontati sia l’approccio metodologico (concept, storyboard, set-up) che gli strumenti di lavoro (software quali Max/MSP/Jitter e Ableton Live). 

Sabato 11 dicembre 2021 | 17.30-19.00 | Conservatorio della Svizzera italiana, aula 305

PANEL – THE FUTURE WE WERE LOOKING FOR (?) 

+ aperitivo

Alberto Ricca / Bienoise, moderatore

partecipano i docenti dei vari workshop dell’MMC e alcuni ospiti

La musica di ogni epoca è stata definita dalle tecnologie disponibili a compositori e musicisti, ma le possibilità odierne sembrano esigere competenze inedite dagli artisti, tra analisi di enormi flussi di dati, macchine che sembrano pensare autonomamente e nuove possibilità di controllo. La creatività rischia di venirne schiacciata, o sono il futuro che chiedevamo? Un software ben scritto può sostituire uno spartito? È possibile immaginare modi per “suonare un computer” che vadano oltre le metafore della liuteria classica? Ne parliamo coi protagonisti della prima edizione del MMC (Meet Music Code).

Domenica 12 dicembre 2021 | 10.00-13.00 | Conservatorio della Svizzera italiana, aula 305

BYTEBEAT WORKSHOP 

Andrea Reali

Nel 2011, il programmatore-artista finlandese Ville-Matias Heikkila, ha inventato un metodo per generare suoni da una singola linea di codice scritta in C, dando vita a un nuovo genere musicale, il bytebeat. Durante il workshop scopriremo le possibilità di questo approccio minimalista alla pratica compositiva. Per partecipare al workshop non occorre avere competenze di programmazione software, ma solo curiosità e voglia di sperimentare.  E’ consigliato di portare con sé un computer portatile e un paio di cuffie o auricolari.

Domenica 12 dicembre 2021 | 14.00-17.00 | Conservatorio della Svizzera italiana, aula 305

MUSICA ALGORITMICA CON TIDALCYCLES
PRESENTATO DA UMANESIMO ARTIFICIALE

Guiot

Il live coding è una pratica musicale in cui lə musicista crea musica scrivendo codice dal vivo, che viene proiettato su uno schermo per creare un’atmosfera di conversazione e apertura con il pubblico. In questo workshop impararemo le basi di TidalCycles, un linguaggio di programmazione per il live coding molto popolare, che permette di costruire strutture ritmiche molto complesse tramite la composizione e l’applicazione di funzioni a pattern semplici. Per il workshop è necessario un computer portatile con TidalCycles già installato.

BIOGRAFIE

Andrea Minetti, nato a Locarno, classe 1987. Nel 2012 si laurea in ingegneria informatica al Politecnico di Milano, nello stesso anno apre la società di sviluppo software wavein.ch. Nel 2011 vince il primo premio per ImagineCup di Microsoft Italia. Nel 2015 si classifica al primo posto allo Startup Weekend di Zurigo. Da sempre interessato alla musica, dopo aver frequentato alcuni workshop e corsi di musica elettronica, nel 2019 si iscrive al master Music and Acoustic Engineering del Politecnico di Milano con lo scopo di sfruttare le conoscenze in ambito informatico e applicarle al mondo della musica.

Alberto Barberis è attivo come compositore, performer elettroacustico e code artist. Ottenuti il diploma e il biennio in chitarra classica (Torino e Brescia), studia composizione e ingegneria, stimolato dall’interesse per la musica elettronica, la computer music e la digital art. Si laurea al Master of Arts in Composition and Theory e al Master of Advanced Studies (MAS) in Composition (Lugano), e ottiene una laurea in Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione (Torino). All’attività concertistica nazionale e internazionale affianca l’insegnamento presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano (Musica Elettronica e Tecnologie Musicali). E’ assistente del Direttore Artistco di highSCORE Festival, è membro dell’etichetta Floating Forest Records e dell’associazione OGGIMUSICA.

Riccardo Giovinetto è musicista, compositore, fisico acustico, sound designer, visual e multimedia artist, didatta. In seguito a studi di pianoforte classico approfondisce la pratica del sassofono, contralto prima e soprano ricurvo poi. Dopo numerose esperienze in campo concertistico nel mondo del jazz contemporaneo, si dedica alla musica elettronica e al sound design. Nel 2010 fonda OZMOTIC, un duo di musica elettronica strumentale con il quale pubblica tre dischi e che vanta collaborazioni con musicisti di fama internazionale quali Christian Fennesz, Murcof, Senking. Nel 2018 pubblica “Elusive Balance” con una delle etichette di musica elettronica e arte visiva piú importanti e autorevoli del mondo: la londinese Touch. Nel corso degli ultimi anni studia i sistemi interattivi e l’arte visiva digitale indagando le dinamiche dell’interazione audio-video e realizzando installazioni e performance sound-reactive.

Andrea Reali ha iniziato la sua attività musicale nel 1984 come cantante del gruppo post punk Meursalt, maturando in seguito un forte interesse per gli strumenti elettronici. Dal 1990 al 1995 ha curato le colonne sonore per i film di Lucio Lionello e Alessandro Tannoia. Dal 2004 al 2006 ha collaborato con le compagnie teatrali Senza Confini di Pelle e JeanMarieVolontè, mentre continuava la produzione solista usando il nickname Pangrus. Dal 2009 al 2017 ha costruito dispositivi elettronici rumorosi usando il nome Kinetik Laboratories. Nel 2014 ha fondato il collettivo Audio HackLab. Dal 2018, con il progetto Pangrus’ electro acoustic lab organizza workshop di autocostruzione elettronica di piccoli sintetizzatori, drone machines e noise generators.

Guiot è una musicista algoritmica di Torino, che nella sua cameretta lavora a maglia con le operazioni base della composizione (ripetizione, sequenza, stratificazione, canone) spingendole verso le loro estremità. Dal vivo mostra il suo codice pubblicamente, per realizzare una process music aperta e trasparente all’occhio e all’orecchio.

Alberto Ricca è Bienoise, insegnante, fondatore dell’etichetta di improvvisazione radicale Floating Forest, e musicista elettronico le cui produzioni sono in bilico tra contemplazione e clubbing.Il suo ultimo lavoro, pubblicato dall’etichetta di culto Mille Plateaux, è ‘Most Beautiful Design’, un minialbum di composizioni per mp3 a bassissima qualità distribuito su floppy disk. Nel 2014 è stato l’italiano invitato a Tokyo per l’esclusiva Red Bull Music Academy. E’ autore, con la danzatrice Annamaria Ajmone, dello spettacolo di danza contemporanea TO BE BANNED FROM ROME. Non è un dj.

Nell’ebrezza dei colori tra est e ovest

Tzvi Avni (*1927) Gesharim (Ponti) (2004)
violino solo, 14’

Ursula Mamlok (1923-2016) Aphorismus 2
violino solo, 8’

Dimitri Terzakis (*1938) Legetos (1988)
per due violini, 8’

Walter Geiser (1897-1993) Duo op.56 (1963)
per due violini, 6’

Kolja Lessing (1961) Ravelesken (2006/7)
per due violini, 5’

Carl Rütti (1949) Loure (2000)
per violino solo, 5’

Isang Yun (1917-1995) Sonatina (1983)
per due violini, 12’

Due violinisti di fama internazionale accompagnano il pubblico in un viaggio sonoro alla scoperta dell’Europa, del Medio Oriente e della Corea. Le impressioni orientali piene di magia del compositore israeliano Tzvi Avni e lo spirito danzante del greco Dimitri Terzakis si alterneranno all’intensa poesia di Ursula Mamlok. I rimandi bachiani degli svizzeri Walther Geiser e Carl Rütti e quelli raveliani di Kolja Lessing, lasceranno spazio nel finale alla calma contemplativa, non priva di evoluzioni e coreografie mozzafiato, del coreano Isang Yun.

Holger Koch ha iniziato a suonare il violino all’età di cinque anni. Dopo diversi premi e il 1° premio al concorso “Jugend musiziert”, ha studiato con Ingolf Turban a Stoccarda. Gli è stato conferito il “Baden-Württemberg-Stipendium”, che gli ha permesso di studiare con David Takeno a Londra per sei mesi. Ha poi completato gli studi con Kolja Lessing a Stoccarda, laureandosi con il massimo dei voti e la lode. Holger Koch è membro permanente in una posizione di spicco  (stellvertretender Konzertmeister) nell’Orchestra di Stato di Stoccarda, nonché membro in numerose orchestre rinomate. 

Inoltre, è stato per molti anni direttore dell’Orchestra della Schlossfestspiele di Ludwigsburg e più volte direttore dell’Orchestra del Museo di Francoforte. Nel semestre invernale 2009/10 ha insegnato come supplente di Kolja Lessing all’Università di Musica e Arti dello Spettacolo di Stoccarda, dove nel 2011 ha assunto l’incarico di docente. Nel campo della musica da camera è attivo in duo con il partner Kolja Lessing ed è membro permanente dell’ensemble internazionale “Sint-Pieters-Akademie”, con il quale ha partecipato a diverse produzioni discografiche.

Kolja Lessing, uno dei musicisti più versatili del nostro tempo, ha dato un impulso decisivo al mondo della musica coniugando il lavoro interpretativo e di ricerca con le sue capacità di violinista e pianista. Grazie ai suoi sforzi, per esempio, le Violin Fantasias di Georg Philipp Telemann e le Violin Suites di Johann Paul Westhoff sono state riscoperte, insieme a molte opere pianistiche significative di compositori del XX secolo. Le sue incisioni discografiche testimoniano un approccio variegato al repertorio che va dall’epoca barocca ai giorni nostri. L’attività concertistica di Kolja Lessing come violinista e pianista comprende la collaborazione con importanti orchestre e direttori d’orchestra come Yakov Kreizberg, Nello Santi e Lothar Zagrosek, nonché progetti di musica da camera molto diversi tra loro. Nel 1999 ha ricevuto il Premio Speciale Johann Wenzel Stamitz e nel 2008 ha ricevuto il Premio della critica tedesca per la musica. Nel 2010 è stato trasmesso per la prima volta il documentario televisivo “Ferne Klänge” sul suo impegno per la musica in esilio. Nel 2015 è stato premiato con il premio Otto-Hirsch dalla città di Stoccarda. Ha eseguito numerose prime di opere per violino, molte a lui dedicate, di compositori quali Haim Alexander, Tzvi Avni, Abel Ehrlich, Jacqueline Fontyn, Berthold Goldschmidt, Ursula Mamlok, Dimitri Terzakis e Hans Vogt. Dal 2000 insegna violino e musica da camera alla Musikhochschule di Stoccarda, dopo incarichi simili a Würzburg e Lipsia. Kolja Lessing ha ricevuto la sua formazione musicale fondamentale dalla madre e successivamente da Hansheinz Schneeberger a Basilea, dove ha studiato anche composizione.

Pulse

Simon Grab, live electronics

“Pulse” è un progetto musicale che si concentra sul feedback audio e sui sistemi auto oscillanti dell’artista del suono svizzero Simon Grab. In questo progetto Simon Grab crea paesaggi sonori e rumori di un immaginario ambiente postumo. Le sue creature sonore organiche e scure si costruiscono su un fitto conglomerato di frequenze pulsanti, prodotte utilizzando la tecnica del “no-input-mixing”, che sfrutta un mixer come strumento musicale. Il sistema rivela una grande ricchezza timbrica, data da suoni di feedback, esplosioni di rumori e toni teneri. Simon Grab cattura il suono dei suoi circuiti in sessioni improvvisative. Le sue performance dal vivo sono crude, anarchiche e altamente imprevedibili. Nella première commissionata da Oggimusica, Simon Grab espande la sua pratica in un ambiente immersivo multicanale, collocando diverse qualità di altoparlanti intorno, dentro e sopra il pubblico, creando uno spazio acustico dinamico – un’esperienza sonora coinvolgente e unica.

ll sound artist e musicista svizzero Simon Grab (classe 1971) esplora costantemente nuovi terreni. Nei suoi più recenti lavori, si concentra sulla riduzione e sulla peculiarità di sistemi sonori autoreferenziali. L’album “Posthuman Species” segue il suo recente EP “Extinction” per -OUS records. Il suo “Diamonds EP” in collaborazione con il rapper togolese Yao Bobby e la Asian Dub Foundation di Dhangsha esce su LavaLava Records di Bristol, ed è stato scelto come uno degli Album dell’anno 2019 dalla rivista The Quietus. Tra i lavori recenti di Simon Grab c’è “Hirnmusik 1 & 2”. Come compositore e artista del suono produce musica e sound design per lungometraggi, documentari, teatro e radio. Nelle performance dal vivo e nelle installazioni Simon Grab utilizza i luoghi come dei “parchi giochi acustici”. Oltre alla sua attività come musicista, fa parte del team NORIENT (Advisory Board), un network per la promozione, lo scambio e l’intermediazione musicale e culturale, che tratta temi di globalizzazione e digitalizzazione per un vasto pubblico internazionale. Grab è anche co-fondatore del collettivo MOTHERLAND di Zurigo e parte del Motherland Sound System, che dal 2007 presenta suoni urbani provenienti dalle scene musicali transnazionali e globalizzate in tutto il mondo. Simon Grab è docente presso l’Università delle Arti ZHDK di Zurigo, insegnante e project manager presso la radioschool klipp e klang Radioschule, e insegna presso la School for Audio Engineering SAE di Zurigo. Ha lavorato anche presso l’Istituto di Studi Culturali ICS come collaboratore di ricerca.

Elusive Balance

Riccardo Giovinetto, sassofono, live electronics e visuals

Simone Bosco, percussioni, live electronics

Elusive Balance” è il terzo album del duo di musicisti e artisti multidisciplinari OZMOTIC. Dopo il disco pubblicato con C. Fennesz nel 2015 – AirEffect” – e “Liquid Timesnel 2016, Ozmotic approda alla prestigiosa label londinese Touch. I primi artisti italiani a pubblicare un album per una delle più longeve e autorevoli label indipendenti di musica elettronica sperimentale del mondo. Elusive Balanceaffonda le proprie radici nel tema dellequilibrio e della sua provvisorietà: unincessante ricerca di stabilità che diviene motore evolutivo e spinge la realtà verso forme altre, generando nuove armonie. Elusive Balanceesplora lequilibrio instabile ed elusivo esistente nel rapporto tra uomo e natura, alla continua ricerca di nuovi, armonici approdi. La bellezza è una cosa rara e possiamo incontrarla per brevi e fugaci momenti… spesso corrispondono a quelle fasi in cui riusciamo a cogliere quel sottile filo rosso che esiste tra noi e il mondo che ci circonda. Dal punto di vista musicale gli aspetti concettuali vengono declinati in termini di risoluzione dei contrasti sonori, nella continua ricerca di una sensazione emotiva che si manifesti allo stesso tempo come uno stato di tensione e quiete. In Elusive Balance abbiamo esplorato nuovi accostamenti musicali, indagando lessenza più profonda della nostra sonorità per espandere le potenzialità emotive e compositive del nostro linguaggio artistico. Ogni traccia contiene la ricerca di una sintesi tra elementi sonori apparentemente molto distanti tra loro, ma in realtà “solopoco consueti, che trovano nellascolto un nuovo equilibrio… ”.

OZMOTICun progetto artistico multidisciplinare che fonda le sue radici nella musica elettronica e strumentale e che si ispira a sonorità contemporanee. Profondamente affascinati dalle dinamiche legate alla società contemporanea, dalle architetture, dallurbanità delle metropoli e dai grandi spazi incontaminati, creano mondi sonori caratterizzati da un’intensa varietà timbrica e da una raffinata ricerca ritmica. Linterazione tra la musica elettronica e larte visiva digitale in tempo reale è un tratto imprescindibile dellestetica di OZMOTIC. 

Riccardo Giovinetto è musicista, compositore, fisico acustico, sound designer, visual e multimedia artist, didatta. In seguito a studi di pianoforte classico approfondisce la pratica del sassofono, contralto prima e soprano ricurvo poi. Dopo numerose esperienze in campo concertistico nel mondo del jazz contemporaneo, si dedica alla musica elettronica e al sound design. Nel 2010 fonda OZMOTIC, un duo di musica elettronica strumentale con il quale pubblica tre dischi e che vanta collaborazioni con musicisti di fama internazionale quali Christian Fennesz, Murcof, Senking. Nel 2018 pubblica Elusive Balancecon una delle etichette di musica elettronica e arte visiva piú importanti e autorevoli del mondo: la londinese Touch. Vanta collaborazioni in ambito teatrale, performativo e nel mondo della danza contemporanea sia come compositore che come artista visivo. Nel corso degli ultimi anni studia i sistemi interattivi e larte visiva digitale indagando le dinamiche dellinterazione audio-video e realizzando installazioni e performance sound-reactive. 

Simone Bosco è percussionista, sound designer e  compositore. Rappresenta lItalia nella Biennale Internazionale di Sarajevo nel 2001 e suona e dirige in mondovisione gli 80 percussionisti nella cerimonia di apertura dei xx giochi olimpici di Torino. Lo caratterizza uno stile personale sviluppato attraverso un percorso artistico che abbraccia diversi ambiti di espressione e dove la componente elettronica trova sempre un posto di rilievo. Ha composto musica per cortometraggi e opere teatrali, sonorizzato reading e realizzato progetti crossmediali. Nel 2010 fonda OZMOTIC.