Categoria: Adulti

ElectroNight e MMC (Meet Music Code) – Elusive Balance

Riccardo Giovinetto, sassofono, live electronics e visuals

Simone Bosco, percussioni, live electronics

“Elusive Balance” è il terzo album del duo di musicisti e artisti multidisciplinari OZMOTIC. Dopo il disco pubblicato con C. Fennesz nel 2015 – “AirEffect” – e “Liquid Times” nel 2016, Ozmotic approda alla prestigiosa label londinese Touch. I primi artisti italiani a pubblicare un album per una delle più longeve e autorevoli label indipendenti di musica elettronica sperimentale del mondo. “Elusive Balance” affonda le proprie radici nel tema dell’equilibrio e della sua provvisorietà: un’incessante ricerca di stabilità che diviene motore evolutivo e spinge la realtà verso forme altre, generando nuove armonie. “Elusive Balance” esplora l’equilibrio instabile ed elusivo esistente nel rapporto tra uomo e natura, alla continua ricerca di nuovi, armonici approdi. “La bellezza è una cosa rara e possiamo incontrarla per brevi e fugaci momenti… spesso corrispondono a quelle fasi in cui riusciamo a cogliere quel sottile filo rosso che esiste tra noi e il mondo che ci circonda”. Dal punto di vista musicale gli aspetti concettuali vengono declinati in termini di “risoluzione dei contrasti sonori”, nella continua ricerca di una sensazione emotiva che si manifesti allo stesso tempo come uno stato di tensione e quiete. “In Elusive Balance abbiamo esplorato nuovi accostamenti musicali, indagando l’essenza più profonda della nostra sonorità per espandere le potenzialità emotive e compositive del nostro linguaggio artistico. Ogni traccia contiene la ricerca di una sintesi tra elementi sonori apparentemente molto distanti tra loro, ma in realtà “solo” poco consueti, che trovano nell’ascolto un nuovo equilibrio… ”.

OZMOTIC è un progetto artistico multidisciplinare che fonda le sue radici nella musica elettronica e strumentale e che si ispira a sonorità contemporanee. Profondamente affascinati dalle dinamiche legate alla società contemporanea, dalle architetture, dall’urbanità delle metropoli e dai grandi spazi incontaminati, creano mondi sonori caratterizzati da un’intensa varietà timbrica e da una raffinata ricerca ritmica. L’interazione tra la musica elettronica e l’arte visiva digitale in tempo reale è un tratto imprescindibile dell’estetica di OZMOTIC.

Riccardo Giovinetto è musicista, compositore, fisico acustico, sound designer, visual e multimedia artist, didatta. In seguito a studi di pianoforte classico approfondisce la pratica del sassofono, contralto prima e soprano ricurvo poi. Dopo numerose esperienze in campo concertistico nel mondo del jazz contemporaneo, si dedica alla musica elettronica e al sound design. Nel 2010 fonda OZMOTIC, un duo di musica elettronica strumentale con il quale pubblica tre dischi e che vanta collaborazioni con musicisti di fama internazionale quali Christian Fennesz, Murcof, Senking. Nel 2018 pubblica “Elusive Balance” con una delle etichette di musica elettronica e arte visiva piú importanti e autorevoli del mondo: la londinese Touch. Vanta collaborazioni in ambito teatrale, performativo e nel mondo della danza contemporanea sia come compositore che come artista visivo. Nel corso degli ultimi anni studia i sistemi interattivi e l’arte visiva digitale indagando le dinamiche dell’interazione audio-video e realizzando installazioni e performance sound-reactive.

Simone Bosco è percussionista, sound designer e  compositore. Rappresenta l’Italia nella Biennale Internazionale di Sarajevo nel 2001 e suona e dirige in mondovisione gli 80 percussionisti nella cerimonia di apertura dei xx giochi olimpici di Torino. Lo caratterizza uno stile personale sviluppato attraverso un percorso artistico che abbraccia diversi ambiti di espressione e dove la componente elettronica trova sempre un posto di rilievo. Ha composto musica per cortometraggi e opere teatrali, sonorizzato reading e realizzato progetti crossmediali. Nel 2010 fonda OZMOTIC.

MMC2021 Meet Music Code

Sabato 11 dicembre 2021 |10.00-13.00 | Conservatorio della Svizzera italiana, aula 305

DESIGNING C++ OBJECT FOR MAX/MSP 

Andrea Minetti e Alberto Barberis

Il workshop è rivolto ai musicisti e agli artisti multimediali che utilizzano il linguaggio di visual programming Max/MSP (https://cycling74.com/) o ai programmatori appassionati di audio. L’obiettivo del workshop è quello di fornire ai partecipanti un’introduzione al Max/MSP-SDK per lo sviluppo a basso livello di oggetti max/MSP in C/C++. Lo sviluppo ad hoc di tali oggetti offre molte possibilità agli utenti di Max/MSP: migliorare le performance, implementare algoritmi di sintesi, creare i propri strumenti elettronici o librerie di oggetti, integrare codice di terze parti, sfruttare le librerie di C/C++. Per partecipare al workshop è richiesta la conoscenza, anche basilare, di un qualsiasi linguaggio di programmazione e del funzionamento di un linguaggio di visual programming. È necessario portare il PC con installati: Max/MSP, XCode (mac) o Visual Studio (win).

Sabato 11 dicembre 2021 | 14.00-17.00 | Conservatorio della Svizzera italiana, aula 305

AUDIO VIDEO INTERACTION WITH MAX/MSP JITTER 

Riccardo Giovinetto

Attraverso le tecniche di interazione audio video la materia sonora si apre a dimensioni visive e plastiche intrecciandosi alla dimensione spaziale e dando vita ad opere immersive e multidimensionali. Durante il seminario verrà fornita un’esaustiva panoramica degli strumenti tecnico-creativi e dei processi metodologici necessari alla realizzazione di un’opera di interazione audio-video in tempo reale. Verranno analizzate le varie fasi di lavorazione che questa tipologia di opere richiede sia in termini creativi che tecnici. Dopo una introduzione sull’interazione audio-video, verranno affrontati sia l’approccio metodologico (concept, storyboard, set-up) che gli strumenti di lavoro (software quali Max/MSP/Jitter e Ableton Live). 

Sabato 11 dicembre 2021 | 17.30-19.00 | Conservatorio della Svizzera italiana, aula 305

PANEL – THE FUTURE WE WERE LOOKING FOR (?) 

+ aperitivo

Alberto Ricca / Bienoise, moderatore

partecipano i docenti dei vari workshop dell’MMC e alcuni ospiti

La musica di ogni epoca è stata definita dalle tecnologie disponibili a compositori e musicisti, ma le possibilità odierne sembrano esigere competenze inedite dagli artisti, tra analisi di enormi flussi di dati, macchine che sembrano pensare autonomamente e nuove possibilità di controllo. La creatività rischia di venirne schiacciata, o sono il futuro che chiedevamo? Un software ben scritto può sostituire uno spartito? È possibile immaginare modi per “suonare un computer” che vadano oltre le metafore della liuteria classica? Ne parliamo coi protagonisti della prima edizione del MMC (Meet Music Code).

Domenica 12 dicembre 2021 | 10.00-13.00 | Conservatorio della Svizzera italiana, aula 305

BYTEBEAT WORKSHOP 

Andrea Reali

Nel 2011, il programmatore-artista finlandese Ville-Matias Heikkila, ha inventato un metodo per generare suoni da una singola linea di codice scritta in C, dando vita a un nuovo genere musicale, il bytebeat. Durante il workshop scopriremo le possibilità di questo approccio minimalista alla pratica compositiva. Per partecipare al workshop non occorre avere competenze di programmazione software, ma solo curiosità e voglia di sperimentare.  E’ consigliato di portare con sé un computer portatile e un paio di cuffie o auricolari.

Domenica 12 dicembre 2021 | 14.00-17.00 | Conservatorio della Svizzera italiana, aula 305

MUSICA ALGORITMICA CON TIDALCYCLES
PRESENTATO DA UMANESIMO ARTIFICIALE

Guiot

Il live coding è una pratica musicale in cui lə musicista crea musica scrivendo codice dal vivo, che viene proiettato su uno schermo per creare un’atmosfera di conversazione e apertura con il pubblico. In questo workshop impararemo le basi di TidalCycles, un linguaggio di programmazione per il live coding molto popolare, che permette di costruire strutture ritmiche molto complesse tramite la composizione e l’applicazione di funzioni a pattern semplici. Per il workshop è necessario un computer portatile con TidalCycles già installato.

BIOGRAFIE

Andrea Minetti, nato a Locarno, classe 1987. Nel 2012 si laurea in ingegneria informatica al Politecnico di Milano, nello stesso anno apre la società di sviluppo software wavein.ch. Nel 2011 vince il primo premio per ImagineCup di Microsoft Italia. Nel 2015 si classifica al primo posto allo Startup Weekend di Zurigo. Da sempre interessato alla musica, dopo aver frequentato alcuni workshop e corsi di musica elettronica, nel 2019 si iscrive al master Music and Acoustic Engineering del Politecnico di Milano con lo scopo di sfruttare le conoscenze in ambito informatico e applicarle al mondo della musica.

Alberto Barberis è attivo come compositore, performer elettroacustico e code artist. Ottenuti il diploma e il biennio in chitarra classica (Torino e Brescia), studia composizione e ingegneria, stimolato dall’interesse per la musica elettronica, la computer music e la digital art. Si laurea al Master of Arts in Composition and Theory e al Master of Advanced Studies (MAS) in Composition (Lugano), e ottiene una laurea in Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione (Torino). All’attività concertistica nazionale e internazionale affianca l’insegnamento presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano (Musica Elettronica e Tecnologie Musicali). E’ assistente del Direttore Artistco di highSCORE Festival, è membro dell’etichetta Floating Forest Records e dell’associazione OGGIMUSICA.

Riccardo Giovinetto è musicista, compositore, fisico acustico, sound designer, visual e multimedia artist, didatta. In seguito a studi di pianoforte classico approfondisce la pratica del sassofono, contralto prima e soprano ricurvo poi. Dopo numerose esperienze in campo concertistico nel mondo del jazz contemporaneo, si dedica alla musica elettronica e al sound design. Nel 2010 fonda OZMOTIC, un duo di musica elettronica strumentale con il quale pubblica tre dischi e che vanta collaborazioni con musicisti di fama internazionale quali Christian Fennesz, Murcof, Senking. Nel 2018 pubblica “Elusive Balance” con una delle etichette di musica elettronica e arte visiva piú importanti e autorevoli del mondo: la londinese Touch. Nel corso degli ultimi anni studia i sistemi interattivi e l’arte visiva digitale indagando le dinamiche dell’interazione audio-video e realizzando installazioni e performance sound-reactive.

Andrea Reali ha iniziato la sua attività musicale nel 1984 come cantante del gruppo post punk Meursalt, maturando in seguito un forte interesse per gli strumenti elettronici. Dal 1990 al 1995 ha curato le colonne sonore per i film di Lucio Lionello e Alessandro Tannoia. Dal 2004 al 2006 ha collaborato con le compagnie teatrali Senza Confini di Pelle e JeanMarieVolontè, mentre continuava la produzione solista usando il nickname Pangrus. Dal 2009 al 2017 ha costruito dispositivi elettronici rumorosi usando il nome Kinetik Laboratories. Nel 2014 ha fondato il collettivo Audio HackLab. Dal 2018, con il progetto Pangrus’ electro acoustic lab organizza workshop di autocostruzione elettronica di piccoli sintetizzatori, drone machines e noise generators.

Guiot è una musicista algoritmica di Torino, che nella sua cameretta lavora a maglia con le operazioni base della composizione (ripetizione, sequenza, stratificazione, canone) spingendole verso le loro estremità. Dal vivo mostra il suo codice pubblicamente, per realizzare una process music aperta e trasparente all’occhio e all’orecchio.

Alberto Ricca è Bienoise, insegnante, fondatore dell’etichetta di improvvisazione radicale Floating Forest, e musicista elettronico le cui produzioni sono in bilico tra contemplazione e clubbing.Il suo ultimo lavoro, pubblicato dall’etichetta di culto Mille Plateaux, è ‘Most Beautiful Design’, un minialbum di composizioni per mp3 a bassissima qualità distribuito su floppy disk. Nel 2014 è stato l’italiano invitato a Tokyo per l’esclusiva Red Bull Music Academy. E’ autore, con la danzatrice Annamaria Ajmone, dello spettacolo di danza contemporanea TO BE BANNED FROM ROME. Non è un dj.

Nell’ebrezza dei colori tra est e ovest

Tzvi Avni (*1927) Gesharim (Ponti) (2004)
violino solo, 14’

Ursula Mamlok (1923-2016) Aphorismus 2
violino solo, 8’

Dimitri Terzakis (*1938) Legetos (1988)
per due violini, 8’

Walter Geiser (1897-1993) Duo op.56 (1963)
per due violini, 6’

Kolja Lessing (1961) Ravelesken (2006/7)
per due violini, 5’

Carl Rütti (1949) Loure (2000)
per violino solo, 5’

Isang Yun (1917-1995) Sonatina (1983)
per due violini, 12’

Due violinisti di fama internazionale accompagnano il pubblico in un viaggio sonoro alla scoperta dell’Europa, del Medio Oriente e della Corea. Le impressioni orientali piene di magia del compositore israeliano Tzvi Avni e lo spirito danzante del greco Dimitri Terzakis si alterneranno all’intensa poesia di Ursula Mamlok. I rimandi bachiani degli svizzeri Walther Geiser e Carl Rütti e quelli raveliani di Kolja Lessing, lasceranno spazio nel finale alla calma contemplativa, non priva di evoluzioni e coreografie mozzafiato, del coreano Isang Yun.

Holger Koch ha iniziato a suonare il violino all’età di cinque anni. Dopo diversi premi e il 1° premio al concorso “Jugend musiziert”, ha studiato con Ingolf Turban a Stoccarda. Gli è stato conferito il “Baden-Württemberg-Stipendium”, che gli ha permesso di studiare con David Takeno a Londra per sei mesi. Ha poi completato gli studi con Kolja Lessing a Stoccarda, laureandosi con il massimo dei voti e la lode. Holger Koch è membro permanente in una posizione di spicco  (stellvertretender Konzertmeister) nell’Orchestra di Stato di Stoccarda, nonché membro in numerose orchestre rinomate. 

Inoltre, è stato per molti anni direttore dell’Orchestra della Schlossfestspiele di Ludwigsburg e più volte direttore dell’Orchestra del Museo di Francoforte. Nel semestre invernale 2009/10 ha insegnato come supplente di Kolja Lessing all’Università di Musica e Arti dello Spettacolo di Stoccarda, dove nel 2011 ha assunto l’incarico di docente. Nel campo della musica da camera è attivo in duo con il partner Kolja Lessing ed è membro permanente dell’ensemble internazionale “Sint-Pieters-Akademie”, con il quale ha partecipato a diverse produzioni discografiche.

Kolja Lessing, uno dei musicisti più versatili del nostro tempo, ha dato un impulso decisivo al mondo della musica coniugando il lavoro interpretativo e di ricerca con le sue capacità di violinista e pianista. Grazie ai suoi sforzi, per esempio, le Violin Fantasias di Georg Philipp Telemann e le Violin Suites di Johann Paul Westhoff sono state riscoperte, insieme a molte opere pianistiche significative di compositori del XX secolo. Le sue incisioni discografiche testimoniano un approccio variegato al repertorio che va dall’epoca barocca ai giorni nostri. L’attività concertistica di Kolja Lessing come violinista e pianista comprende la collaborazione con importanti orchestre e direttori d’orchestra come Yakov Kreizberg, Nello Santi e Lothar Zagrosek, nonché progetti di musica da camera molto diversi tra loro. Nel 1999 ha ricevuto il Premio Speciale Johann Wenzel Stamitz e nel 2008 ha ricevuto il Premio della critica tedesca per la musica. Nel 2010 è stato trasmesso per la prima volta il documentario televisivo “Ferne Klänge” sul suo impegno per la musica in esilio. Nel 2015 è stato premiato con il premio Otto-Hirsch dalla città di Stoccarda. Ha eseguito numerose prime di opere per violino, molte a lui dedicate, di compositori quali Haim Alexander, Tzvi Avni, Abel Ehrlich, Jacqueline Fontyn, Berthold Goldschmidt, Ursula Mamlok, Dimitri Terzakis e Hans Vogt. Dal 2000 insegna violino e musica da camera alla Musikhochschule di Stoccarda, dopo incarichi simili a Würzburg e Lipsia. Kolja Lessing ha ricevuto la sua formazione musicale fondamentale dalla madre e successivamente da Hansheinz Schneeberger a Basilea, dove ha studiato anche composizione.

Pulse

Simon Grab, live electronics

“Pulse” è un progetto musicale che si concentra sul feedback audio e sui sistemi auto oscillanti dell’artista del suono svizzero Simon Grab. In questo progetto Simon Grab crea paesaggi sonori e rumori di un immaginario ambiente postumo. Le sue creature sonore organiche e scure si costruiscono su un fitto conglomerato di frequenze pulsanti, prodotte utilizzando la tecnica del “no-input-mixing”, che sfrutta un mixer come strumento musicale. Il sistema rivela una grande ricchezza timbrica, data da suoni di feedback, esplosioni di rumori e toni teneri. Simon Grab cattura il suono dei suoi circuiti in sessioni improvvisative. Le sue performance dal vivo sono crude, anarchiche e altamente imprevedibili. Nella première commissionata da Oggimusica, Simon Grab espande la sua pratica in un ambiente immersivo multicanale, collocando diverse qualità di altoparlanti intorno, dentro e sopra il pubblico, creando uno spazio acustico dinamico – un’esperienza sonora coinvolgente e unica.

ll sound artist e musicista svizzero Simon Grab (classe 1971) esplora costantemente nuovi terreni. Nei suoi più recenti lavori, si concentra sulla riduzione e sulla peculiarità di sistemi sonori autoreferenziali. L’album “Posthuman Species” segue il suo recente EP “Extinction” per -OUS records. Il suo “Diamonds EP” in collaborazione con il rapper togolese Yao Bobby e la Asian Dub Foundation di Dhangsha esce su LavaLava Records di Bristol, ed è stato scelto come uno degli Album dell’anno 2019 dalla rivista The Quietus. Tra i lavori recenti di Simon Grab c’è “Hirnmusik 1 & 2”. Come compositore e artista del suono produce musica e sound design per lungometraggi, documentari, teatro e radio. Nelle performance dal vivo e nelle installazioni Simon Grab utilizza i luoghi come dei “parchi giochi acustici”. Oltre alla sua attività come musicista, fa parte del team NORIENT (Advisory Board), un network per la promozione, lo scambio e l’intermediazione musicale e culturale, che tratta temi di globalizzazione e digitalizzazione per un vasto pubblico internazionale. Grab è anche co-fondatore del collettivo MOTHERLAND di Zurigo e parte del Motherland Sound System, che dal 2007 presenta suoni urbani provenienti dalle scene musicali transnazionali e globalizzate in tutto il mondo. Simon Grab è docente presso l’Università delle Arti ZHDK di Zurigo, insegnante e project manager presso la radioschool klipp e klang Radioschule, e insegna presso la School for Audio Engineering SAE di Zurigo. Ha lavorato anche presso l’Istituto di Studi Culturali ICS come collaboratore di ricerca.

Elusive Balance

Riccardo Giovinetto, sassofono, live electronics e visuals

Simone Bosco, percussioni, live electronics

Elusive Balance” è il terzo album del duo di musicisti e artisti multidisciplinari OZMOTIC. Dopo il disco pubblicato con C. Fennesz nel 2015 – AirEffect” – e “Liquid Timesnel 2016, Ozmotic approda alla prestigiosa label londinese Touch. I primi artisti italiani a pubblicare un album per una delle più longeve e autorevoli label indipendenti di musica elettronica sperimentale del mondo. Elusive Balanceaffonda le proprie radici nel tema dellequilibrio e della sua provvisorietà: unincessante ricerca di stabilità che diviene motore evolutivo e spinge la realtà verso forme altre, generando nuove armonie. Elusive Balanceesplora lequilibrio instabile ed elusivo esistente nel rapporto tra uomo e natura, alla continua ricerca di nuovi, armonici approdi. La bellezza è una cosa rara e possiamo incontrarla per brevi e fugaci momenti… spesso corrispondono a quelle fasi in cui riusciamo a cogliere quel sottile filo rosso che esiste tra noi e il mondo che ci circonda. Dal punto di vista musicale gli aspetti concettuali vengono declinati in termini di risoluzione dei contrasti sonori, nella continua ricerca di una sensazione emotiva che si manifesti allo stesso tempo come uno stato di tensione e quiete. In Elusive Balance abbiamo esplorato nuovi accostamenti musicali, indagando lessenza più profonda della nostra sonorità per espandere le potenzialità emotive e compositive del nostro linguaggio artistico. Ogni traccia contiene la ricerca di una sintesi tra elementi sonori apparentemente molto distanti tra loro, ma in realtà “solopoco consueti, che trovano nellascolto un nuovo equilibrio… ”.

OZMOTICun progetto artistico multidisciplinare che fonda le sue radici nella musica elettronica e strumentale e che si ispira a sonorità contemporanee. Profondamente affascinati dalle dinamiche legate alla società contemporanea, dalle architetture, dallurbanità delle metropoli e dai grandi spazi incontaminati, creano mondi sonori caratterizzati da un’intensa varietà timbrica e da una raffinata ricerca ritmica. Linterazione tra la musica elettronica e larte visiva digitale in tempo reale è un tratto imprescindibile dellestetica di OZMOTIC. 

Riccardo Giovinetto è musicista, compositore, fisico acustico, sound designer, visual e multimedia artist, didatta. In seguito a studi di pianoforte classico approfondisce la pratica del sassofono, contralto prima e soprano ricurvo poi. Dopo numerose esperienze in campo concertistico nel mondo del jazz contemporaneo, si dedica alla musica elettronica e al sound design. Nel 2010 fonda OZMOTIC, un duo di musica elettronica strumentale con il quale pubblica tre dischi e che vanta collaborazioni con musicisti di fama internazionale quali Christian Fennesz, Murcof, Senking. Nel 2018 pubblica Elusive Balancecon una delle etichette di musica elettronica e arte visiva piú importanti e autorevoli del mondo: la londinese Touch. Vanta collaborazioni in ambito teatrale, performativo e nel mondo della danza contemporanea sia come compositore che come artista visivo. Nel corso degli ultimi anni studia i sistemi interattivi e larte visiva digitale indagando le dinamiche dellinterazione audio-video e realizzando installazioni e performance sound-reactive. 

Simone Bosco è percussionista, sound designer e  compositore. Rappresenta lItalia nella Biennale Internazionale di Sarajevo nel 2001 e suona e dirige in mondovisione gli 80 percussionisti nella cerimonia di apertura dei xx giochi olimpici di Torino. Lo caratterizza uno stile personale sviluppato attraverso un percorso artistico che abbraccia diversi ambiti di espressione e dove la componente elettronica trova sempre un posto di rilievo. Ha composto musica per cortometraggi e opere teatrali, sonorizzato reading e realizzato progetti crossmediali. Nel 2010 fonda OZMOTIC.

BREMAN MUSIKANTEN

domenica 12 dicembre 2021 | 19.00 | Teatro Studio

Ema MAgNi, chitarra, sintetizzatori, nastro magnetico

Brian Burganaudio engineer e sound designer

Spossati da un’esistenza sempre al limite del frenetico e oramai stanchi del quotidiano, quasi come i vecchi animali della favola dei musicanti, B e Ema MAgNi decidono di mettersi virtualmente in viaggio per trovare ristoro nel sonoro. Virtualmente a causa di forza maggiore siccome il progetto nasce a fine febbraio 2020, in un delicato momento storico in cui la distanza sociale è parte della vita quotidiana. I musicisti, isolati in due nazioni diverse, sono paradossalmente più coesi ritrovando come obiettivo comune il “fare” musica. L’impossibilità di trovarsi fisicamente per creare e suonare, essenziale per un gruppo di musicisti, da ostacolo destabilizzante, diventa fonte di ispirazione, indirizzando il duo verso una via compositiva più improntata sull’improvvisazione prevalentemente meditativa fatta di suoni analogici, sintetizzatori, chitarre e nastri magnetici. BREMAN Musikanten è un live tra sound design e musica drone ambient. L’attesa diventerà parte integrante dello spettacolo, in quanto il pubblico sarà immerso in un flusso sonoro in costante, lenta e progressiva evoluzione spingendoli ai limiti della percezione. Nell’attesa, balleremo con la nostra stessa ombra.

Brian Burgan è audio engineer e sound designer. Scopre la passione per il suono da giovane imparando come autodidatta prima la chitarra poi le tecniche di incisione e manipolazione audio. Durante i suoi studi accademici conosce, tra i tanti generi dell’elettronica, la musica acusmatica e fa di Bernard Parmegiani il suo riferimento in quanto pioniere, che affianca alla sua pregressa ammirazione per Brian Eno. Ha pubblicato per diverse case discografiche indipendenti del panorama della musica elettronica tra cui MagmatiQ e Pitch The Noise Records. Nel corso degli anni e di varie formazioni fa della propria passione un mestiere. 

La vocazione musicale di Ema MAgNi inizia a prendere forma nella tarda adolescenza. Si muove in vari gruppi locali come batterista e percussionista, ma principalmente si dedica per anni con altri musicanti ad esibizioni improvvisate in un luogo umido, buio e senza pubblico. Spossato dal ritmo, si rifugia nella languida solitudine del pianoforte prima, nella moltitudine timbrica della sintesi analogica poi. Nel 2012 scopre il microfono e che là fuori, nel mondo, i suoni non finiscono mai. 

IMPURE

Bera Romairone

Alexandros Spyrou
Assamblage II (2019) sassofono contralto ed elettronica

Georges Aperghis
P.S. (2008) sassofono soprano

Luis Naón
Premiére * (2021) 

Rocío Cano Valiño 
Antanáklasi II (2019) sassofono baritono

Isabel Mundry
Komposition (1993) sassofono contralto e tape

Nadir Vassena
Mute Materie (2009) sassofono contralto 

IMPURE è una proposta musicale eclettica che assume la complessità delle identità personali, riferendosi al fatto che nessuno proviene solamente dal luogo in cui è nato. In questo programma, la sassofonista Bera Romairone propone infatti alcuni dei suoi luoghi preferiti: il momento in cui la voce si mescola al suono, dalla quale emerge un personaggio (Aperghis), la fragilità dello strumento nella sua massima espressione di delicatezza, facendo tacere la materia (Vassena), la dissociazione del gesto musicale in dialogo diretto con l’elettronica (Spyrou), il superamento dei limiti tecnici e l’espansione dell’attrezzo-strumento (Vilariño), ed altri ancora. Bera si identifica così con linguaggi artistici molto diversi, con l’idea che sia possibile assumere una voce propria in questo processo di commistione contemporanea. Quando si realizza l’interazione, i linguaggi si rifugiano spesso l’uno nell’altro, dando vita a una complessità preziosa che Luciano Berio descriverebbe, riferendosi alla sua opera Coro, come “Cose che parlano tra loro” (Voyage to Cythera, 1999). 

Bera Romairone
Sassofonista argentina residente in Svizzera, Bera è attiva negli ambiti della creazione contemporanea e della progettazione culturale. Ottiene il suo diploma in Arte Musicale all’Università Nazionale d’Arte di Buenos Aires. Si è formata, tra gli altri, con Arno Bornkamp (Olanda), Marie-Bernadette Charrier (Conservatorio di Bordeaux) e Pierre Stéphane Meugé, con la quale ha ottenuto il Master in Interpretazione ed in Pedagogia presso la Haute École de Musique di Losanna. Vincitrice del premio Páleo HES-So, Bera ha anche ottenuto il sostegno del Mozarteum Argentino, Fond National des Arts (Argentina), della Fondation Irène Dénéréaz (Svizzera), della Fondation Max Jost (Svizzera), ProHelvetia et Ibermúsicas. Fa parte del gruppo Collectif Interdisciplinaire (Francia) e della piattaforma artistica Collège Contemporain (Francia). Professoressa di sassofono in Svizzera, trasmette la sua passione attraverso Masterclass e seminari in diverse università ed istituzioni come l’Università delle Belle Arti di La Plata (ARG), di Córdoba (ARG), Conservatorio Superiore d’Atene (Grecia), Conservatorio di Buenos Aires (ARG), Università di Rio Grande do Norte (Brasile). Si esibisce regolarmente con diversi gruppi in numerosi festival di musica classica e contemporanea, tra i quali: Delian Academy for New Music (Grecia), Grachtenfestival (Olanda), Darmstädter Ferienkurse (Germania), Centre d’expérimentation TaCEC (Argentina), Conférences Kagel (Colonia, Germania), IGNM Bern, (Svizzera), Próxima Centauri (Francia), Plateforme Container (Svizzera-America Latina), Metak-si collective (Grecia), Festival Kuraia (Spagna), Label Suisse (Svizzera), Bilgi Festival (Turchia), 113 Collective composers (EU), Callejón del Ruido (Messico) et Collège Contemporain (Francia). Ha ottenuto inoltre un Master in Servizi Culturali (UsC-Galizia, Spagna) e collabora con diversi artisti (pittori, compositori, ballerini e coreografi). Bera è direttrice artistica, fondatrice e sassofonista dell’ensemble Awkas e responsabile della comunicazione della Delian Academy for New Music (Grecia). 

ALFA-BETH

per ensemble, live electronics e visuals

Matteo Manzitti e Alberto Barberis, composizione

Eutopia Ensemble (Elisa Azzarà, flauto; Edoardo Lega, clarinetto; Corinna Canzian, violino; Federico Bagnasco, contrabbasso; Luca Ieracitano, pianoforte)

Rajan Craveri, visual art

Alfa–Beth è un viaggio arcaico e inedito alle origini dell’alfabeto.

Alfred Kallir, universalmente noto come il maggiore studioso al mondo dei segni alfabetici, ha mostrato la natura molteplice delle lettere che noi tutti conosciamo. Le lettere dell’alfabeto sono prima di tutto “immagini decadute”, prima di diventare ingredienti significanti del messaggio verbale avevano quindi una loro vita propria. Kallir chiama in causa la “semantica bisferica” per spiegare la natura, la “psicogenesi” dei segni alfabetici, una semantica fondata sia sull’immagine che sul suono. Ma uno degli aspetti più interessanti indagati è quello relativo all’ordine specifico che le lettere hanno nell’alfabeto, quest’ordine risponde ad una “storia cifrata” dell’umanità che si dipana proprio a partire dalla lettera A. Considerando l’importanza non casuale dell’ordine alfabetico, Alfa-Beth intende indagare la forza e le proprietà delle singole lettere cercando di costruire una “drammaturgia sonora” dell’alfabeto, una drammaturgia che però si faccia carico anche degli aspetti simbolici o meglio “simballici” della “semantica bisferica”, utilizzando quindi il suono e l’immagine contemporaneamente.

Questo “tenere insieme”, che è appunto la proprietà “simballica” delle lettere, sarà di fatto anche un fondamentale ingrediente metodologico, non solo perché il progetto nasce “a quattro mani” dalle menti di Matteo Manzitti e Alberto Barberis, ma anche perché vedrà la presenza dell’acustico e dell’elettronico in tutte le forme, dal processamento in tempo reale, all’elettronica in tempo differito, dall’acusmatica alla musica strumentale pura. I video di Rajan Craveri evocano il complesso sistema iconografico ed etimologico di ogni lettera e, trasmessi da tre diversi monitor, dialogano in tempo reale con ciò che accade a livello sonoro.

Alfa-Beth intende essere quindi un’esperienza immersiva, un viaggio arcaico e inedito allo stesso tempo che non lascerà indifferenti.

Bio:

L’Eutopia Ensemble nasce nel 2012 a seguito dellincontro di un gruppo di musicisti di formazione classica, compositori e strumentisti, che hanno condiviso il sogno di confrontarsi con realtà diverse dalle usuali cornici della musica classica. Il nome Eutopia vuole suggerire, rispetto al concetto di utopia, che ci sono sogni che possono essere realizzati. Negli ultimi anni l’Ensemble ha realizzato cinque edizioni del Festival Le Strade del Suono. Fra le tante musiche eseguite da ricordare la prima nazionale di WTC9/11 di Steve Reich, i Luoghi Immaginari di Fabio Vacchi, L’Histoire du Soldat di Stravinsky, Vortex Temporum di Gèrard Grisey e Professor Bad Trip di Fausto Romitelli. L’ensemble è anche molto attivo nel campo del teatro musicale, basti ricordare la rappresentazione di In The Penal Colony di Philip Glass, la prima assoluta di Love Hurts di Nicola Moro al Teatro Piccolo di Milano e la prima europea dell’Opera Song from Uproar dell’americana Missy Mazzoli andata in scena al Festival Musiktheatertag di Vienna nel Giugno 2018. Il centro del far musicadellEnsemble è la ricerca di collegamenti, significati, terre di confine, una ricerca che ha portato a diverse collaborazioni con artisti visuali: Pietro Puccio, Gregorio Giannotta, Luca Serra tra gli altri. L’Ensemble ha inoltre collaborato con solisti di caratura internazionale quali il baritono Maurizio Leoni, il soprano Livia Rado e il chitarrista Gilbert Imperial. Lensemble è stato ospite e sarà ospite di prestigiose realtà italiane e straniere: Oggimusica di Lugano, Stagione della Normale di Pisa, Concerti a Tetro di La Spezia, Festival CeMe di Tel Aviv. 

Matteo Manzitti studia composizione al Conservatorio di Genova con Carlo Galante. Al conservatorio di Milano conclude il percorso di studi sotto la guida di Fabio Vacchi. Successivamente segue un Master sull’orchestrazione con Paolo Furlani a Firenze, prima di trasferirsi a Lugano per seguire i corsi del Master of Arts in Composition and Theory sotto la guida di Nadir Vassena, Sylvane Sapir e Giovanni Verrando. Ha partecipato a varie Masterclass con nomi quali Peter Maxwell Davies, Yuri Kasparov, Azio Corghi, Franck Bedrossian. Studia direzione d’orchestra con Yoichi Sugijama e Sandro Gorli. Ha scritto musica per il teatro in prosa, “Tucholsky Cabaret”, in prima nazionale al Teatro Hop Altrove di Genova, Ceneri alle ceneriper il teatro Franco Parenti di Milano e il teatro Massimo di Palermo, Fridaper il Roma Fringe Festival. Ha scritto un’opera lirica, Invisibilisul tema dell’immigrazione che ha ottenuto il Patrocinio della Presidenza della Repubblica e dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite. Importanti istituzioni musicali hanno richiesto i suoi lavori strumentali: l’Ensemble Sentieri Selvaggi, la Filarmonica di Torino, i Cameristi della Scala, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Unione Musicale di Torino, Società dei Concerti de l’Aquila, l’Ensemble Conducus, Ensemble Recherete, Orchestra Sinfonica di Sanremo, Genoa Vocal Ensemble, Etymos Ensemble, Xenia Ensemble, e l’Accademia Filarmonica Romana. Nel Luglio del 2017 è andata in scena nel prestigioso festival Tete a Tete di Londra “Deeply”, opera per attrice, soprano  sbarcata in Italia nel 2018. La sua musica è pubblicata da Sconfinarte. E’ direttore musicale dell’Eutopia Ensemble e direttore artistico de Le Strade del Suono”,  festival di musica contemporanea che si tiene nel territorio ligure e genovese. 

Alberto Barberis è attivo come compositore, performer elettroacustico, regista del suono e code artist. Ottenuti il diploma e il biennio specialistico in chitarra classica (Torino e Brescia), studia composizione, laurandosi al Master of Arts in Composition and Theory e ottenendo il MAS (Master of Advanced Studies) in Composizione (Lugano). Parallelamente affronta un percorso di studi in ingegneria (Torino) nel campo delle telecomunicazioni, dei nuovi media e della computer vision, stimolato dallinteresse per la musica elettronica, la computer music e larte generativa. Vincitore della Werkjahr 2017 (fondazione Christoph Delz di Basilea), è attualmente assistente del Direttore Artistco dellhighSCORE Festival, è parte del collettivo di improvvisazione Floating Forest (collaborando stabilmente con il produttore elettronico Bienoise), ed è membro dellassociazione ticinese per la musica contemporanea OGGIMUSICA. Allattività artistica in festival nazionali e internazionali (Nachtstrom – CH, Afekt – ET, Maggio Elettrico – IT, Tanzwoche Dresden – DE, Oggimusica – CH, Elettcropark – IT, Oceano Indiano / Teatro di Roma – IT) affianca lo sviluppo di software e applicazioni dedicate allaudio, alla spazializzazione del suono e alla didattica musicale e linsegnamento presso il Conservatorio della Svizzera Italiana (“Tecnologie per la didattica musicale”, “Musica elettronica e programmazione”, Live Electronics”). Nelle sue creazioni combina gli strumenti acustici, quelli elettronici, larte digitale e la programmazione, con una personale tensione biologica’.

Rajan Craveri è specializzato nella creazione di sistemi interattivi per l’arte, e nella generazione di immagini in tempo reale. Lavora nel campo dello spettacolo dal vivo e delle installazioni multimediali per musei, gallerie darte contemporanea e grandi eventi. Attualmente Rajan Craveri è uno dei massimi esperti di Jitter (ambiente di programmazione multimediale anche noto con il nome di Max/MSP) sia a livello nazionale che internazionale. Ha insegnato in diverse città’ d’Italia tra cui Milano, Bergamo, Brescia e a Torino. Ha conseguito la qualifica professionale presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano e ha approfondito i suoi studi a New York, a Porto e a Bergen. Nel 2006, insieme alla coreografa Serena Zanconato, fonda Micron, compagnia che opera tra danza, arti visive e tecnologia. Collabora costantemente con coreografi, compositori, musicisti, danzatori, registi, poeti, video artisti per la produzione di spettacoli ed installazioni multimediali e interattive. Ama la collaborazione, larte performativa e la natura e in particolar modo il mondo delle api.

Repliche di “Invisible through”

Alberto Barberis, music, live electronics, design

Giacomo Cardelli, cello

Rajan Craveri, live visual art

Descrizione:

In Invisible through si riconoscono i tratti e i temi ricorrenti della poetica di Barberis, tra cui lesplorazione delle periferie dellascoltoe lattenzione verso le possibilità tecnologiche del nostro tempo. Allo stesso tempo, però, è con questo lavoro che un ulteriore elemento si staglia nellorizzonte della sua ricerca: lurgenza di costruire un sistema, un organismo sonoro. Questo sistema si fonda innanzitutto sullincontro tra alcune dicotomie, prima tra tutte quella tra il visibile e linvisibile. La performance si svolge in due ambienti distinti: uno spazio in cui il pubblico, circondato da sedici lastre metalliche, vive unesperienza audio-visiva fortemente immersiva; e unaltra sala in cui suona un violoncellista, nascosto agli ascoltatori. Lastre e violoncello, oltre a rappresentare tradizioni musicali tra loro distanti, incarnano un dualismo anche sul piano delle modalità esecutive le une controllate dal computer, sollecitate da trasduttori e mosse da motori elettrici DIY, l’altro affidato ad un esecutore umano. Vi si innesca un circuito di notevole complessità: il live electronics non solo modella in tempo reale il suono analogico delle lastre e del violoncello, ma ‘dà accesso al sistemaa questultimo, e diventa udibile e presente attraverso le lastre. Ne scaturisce una vera e propria scultura del suono in tempo reale, in cui gli opposti trovano una loro convivenza dialettica. Nei margini di questo micromondo elettro-meccanico si insinua talvolta irrompe la composizione luminosa di Rajan Craveri, che opera unulteriore mediazione tecnologica tra il suono e i gesti del violoncellista. Grazie ad una luce evolvente proiettata sulle lastre e nello spazio scenico, il suo intervento stabilisce un ulteriore livello percettivo cha dialoga con il resto del sistema. La percezione del movimento umano assume i tratti di uninterferenza allinterno della vita della macchina, sebbene fatta di luci e resa effimera alla stregua del suono stesso. L’opera si offre al pubblico con tutto il suo impatto emotivo, rivelando come la musica, per dirsi tale, debba essere in perenne ricerca di una direzione. Più ancora che di una méta, prima ancora di aver definito una forma o una storia del percorso essa deve essere in ricerca. E cercare e trovare, nel suono e coi suoni. (Giovanni Cestino, marzo 2019)

Bio:

Alberto Barberis è attivo come compositore, performer elettroacustico, regista del suono e code artist. Ottenuti il diploma e il biennio specialistico in chitarra classica (Torino e Brescia), studia composizione, laurandosi al Master of Arts in Composition and Theory e ottenendo il MAS (Master of Advanced Studies) in Composizione (Lugano). Parallelamente affronta un percorso di studi in ingegneria (Torino) nel campo delle telecomunicazioni, dei nuovi media e della computer vision, stimolato dallinteresse per la musica elettronica, la computer music e larte generativa. Vincitore della Werkjahr 2017 (fondazione Christoph Delz di Basilea), è attualmente assistente del Direttore Artistco dellhighSCORE Festival, è parte del collettivo di improvvisazione Floating Forest (collaborando stabilmente con il produttore elettronico Bienoise), ed è membro dellassociazione ticinese per la musica contemporanea OGGIMUSICA. Allattività artistica in festival nazionali e internazionali (Nachtstrom – CH, Afekt – ET, Maggio Elettrico – IT, Tanzwoche Dresden – DE, Oggimusica – CH, Elettcropark – IT, Oceano Indiano / Teatro di Roma – IT) affianca lo sviluppo di software e applicazioni dedicate allaudio, alla spazializzazione del suono e alla didattica musicale e linsegnamento presso il Conservatorio della Svizzera Italiana (“Tecnologie per la didattica musicale”, “Musica elettronica e programmazione”, Live Electronics”). Nelle sue creazioni combina gli strumenti acustici, quelli elettronici, larte digitale e la programmazione, con una personale tensione biologica’.

Giacomo Cardelli si è diplomato in violoncello presso il Conservatorio di Rovigo e ha ottenuto il Diploma in Master of Arts in Music Performance presso il Conservatorio della Svizzera Italiana sotto la guida del M° Enrico Dindo. È vincitore di una delle Borse di studio dEccellenza della Confederazione Svizzera ESKAS. È vincitore del 1° premio assoluto in diversi Concorsi Nazionali e Internazionali – Concorso L. Agostini (2007), Premio Crescendo (2011), Concorso Città di Riccione (2012 e 2013), Premio Salieri (2012). Da anni svolge unintensa attività concertistica come solista o in formazione cameristica in Italia e allestero. Collabora stabilmente con orchestre italiane quali lOrchestra Filarmonica di Torino, il Colibrì Enslembe di Pescara e lOrchestra del Teatro
Regio di Torino.

Rajan Craveri è specializzato nella creazione di sistemi interattivi per l’arte, e nella generazione di immagini in tempo reale. Lavora nel campo dello spettacolo dal vivo e delle installazioni multimediali per musei, gallerie darte contemporanea e grandi eventi. Attualmente Rajan Craveri è uno dei massimi esperti di Jitter (ambiente di programmazione multimediale anche noto con il nome di Max/MSP) sia a livello nazionale che internazionale. Ha insegnato in diverse città’ d’Italia tra cui Milano, Bergamo, Brescia e a Torino. Ha conseguito la qualifica professionale presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano e ha approfondito i suoi studi a New York, a Porto e a Bergen. Nel 2006, insieme alla coreografa Serena Zanconato, fonda Micron, compagnia che opera tra danza, arti visive e tecnologia. Collabora costantemente con coreografi, compositori, musicisti, danzatori, registi, poeti, video artisti per la produzione di spettacoli ed installazioni multimediali e interattive. Ama la collaborazione, larte performativa e la natura e in particolar modo il mondo delle api.

ElectroNight e MMC (Meet Music Code) – The future we were looking for

Descrizione:

La musica di ogni epoca è stata definita dalle tecnologie disponibili a compositori e musicisti, ma le possibilità odierne sembrano esigere competenze inedite dagli artisti, tra analisi di enormi flussi di dati, macchine che sembrano pensare autonomamente e nuove possibilità di controllo. La creatività rischia di venirne schiacciata, o sono il futuro che chiedevamo? Un software ben scritto può sostituire uno spartito? È possibile immaginare modi per “suonare un computer” che vadano oltre le metafore della liuteria classica? Ne parliamo coi protagonisti della prima edizione del MMC (Meet Music Code).

Bio:

Alberto Ricca è Bienoise, insegnante, fondatore dell’etichetta di improvvisazione radicale Floating Forest, e musicista elettronico le cui produzioni sono in bilico tra contemplazione e clubbing.Il suo ultimo lavoro, pubblicato dall’etichetta di culto Mille Plateaux, è ‘Most Beautiful Design’, un minialbum di composizioni per mp3 a bassissima qualità distribuito su floppy disk. Nel 2014 è stato l’italiano invitato a Tokyo per l’esclusiva Red Bull Music Academy. E’ autore, con la danzatrice Annamaria Ajmone, dello spettacolo di danza contemporanea TO BE BANNED FROM ROME. Non è un dj.