Categoria: 2015

Šostakovič Reloaded

Nel luglio 1960, il governo sovietico chiese a Dmitrij Šostakovič di recarsi nella Germania dell‘Est per seguire un gruppo di cineasti impegnati nella realizzazione del film Cinque giorni – cinque notti, per il quale il compositore avrebbe scritto le musiche. Le riprese si svolsero a Dresda, dove Šostakovič ebbe modo di constatare con i propri occhi le conseguenze del nazismo e della Seconda Guerra Mondiale. L‘esperienza lo turbò profondamente, e spontaneo fu per lui tentare di esprimere il proprio stato emotivo tramite una composizione musicale. Il Quartetto op. 110 venne scritto in tre giorni durante il suo viaggio di ritorno in treno, suggellato da una significativa dedica: «alle vittime del fascismo e della guerra».

Steve Reich, quando era bambino, e mentre in Europa divampavano guerre e Olocausto, fu sballottato per diverso tempo tra New York e la California a causa del divorzio dei suoi genitori. Molti anni dopo, quando già era acclamato come uno dei padri del minimalismo, gli capitò di riflettere sul fatto che i viaggi in treno coast to coast che gli erano toccati nell’infanzia – per quanto frequenti e faticosi: un vero incubo nella sua memoria – erano nulla al confronto delle tradotte verso i campi di concentramento e sterminio su cui furono stipati tanti bambini come lui, durante la seconda guerra mondiale: Different Trains.

In questo concerto nel quartetto d’archi op. 110 di Šostakovič si apre uno squarcio da cui emerge il quartetto Different Trains di Steve Reich. Il risultato è un’unica opera che attraverso la musica ci fa rivivere la dolorosa e assurda esperienza della guerra e della deportazione.

 

Programma

Dimitrij Šostakovič: Quartetto d’archi No. 8 in do minore Op. 110

1. Largo

2. Allegro molto

Steve Reich: Different Trains per quartetto d’archi e nastro

1. America-Before the War

2. Europe-During the War

3. After the War

Dimitrij Šostakovič: Quartetto d’archi No. 8 in do minore Op. 110

5. Largo

 

Kotkova Ensemble

Hana Kotkova, violino

Alessia Pallaoro, violino

Yoko Miyagawa Paetsch, viola

Barbara Misiewicz, violoncello

Il Kotková Ensemble è nato nel 2012 in occasione di due concerti a Milano e Torino, nell’ambito del Festival MITO, i cui programmi richiedevano piccoli ensemble diversi nell’organico. Da qui l’idea di dare continuità a questo progetto formando di volta in volta piccoli gruppi modulabili secondo necessità – a geometria variabile, come si usa dire – collaborando prioritariamente con musicisti scelti sul luogo dei concerti (recentemente a Praga, Opava e Ostrava) per realizzare programmi inconsueti, con un occhio di riguardo alla musica del XX. e del XXI. secolo.

 

MozartReloaded

«Adesso scrivile una buona volta una lettera assennata, dentro ci puoi mettere anche degli scherzi, ma in modo da farle capire che tutte le lettere ti sono arrivate; così non dovrà più preoccuparsi e stare in pensiero.»

Nelle lettere alla cugina Mozart tratta le parole come fossero suoni in musica. Le sue capacità combinatorie danno luogo a scritti in cui si intravvede qualcosa dei giochi di parole letterari di Raymond Queneau o di Umberto Eco. Bisogna sottolineare che si tratta di scritti indirizzati a una persona con cui era in intima confidenza. Non è diverso dal leggere i testi di certe intercettazioni telefoniche: si resta spesso molto stupiti o contrariati da certe espressioni e dalla pesantezza delle allusioni.

Quella che vi proponiamo è una serata in compagnia di un Mozart che contraddice tutto ciò che normalmente si pensa di un genio. Il gioco si estende ovviamente anche alla musica: ci sarà l’esecuzione, la scomposizione e la ricomposizione, l’improvvisazione e la lettura delle lettere alla cugina, il tutto seguendo lo stesso scopo ludico e provocatorio con cui sono state scritte: »Pure spero, con l’aiuto del divino dileggio, che non ci siano conseguenze maialesche o peggio.

Francesco Facchini/violino

Fumiyo Sato/pianoforte

Luca Xelius Martegani/live remix

Simon Waldvogel/voce recitante

 

Programma:

Valentin Silverstrov (*1937), Der Bote – 1996,

per pianoforte con coperchio completamente chiuso

Roland Moser (*1943), Adagio…von einem ganz sonderbaren goût: parafrasi dal secondo movimento della Sonata KV7 di Mozart (1764)

Diversi frammenti mozartiani e rielaborazioni elettroacustiche

Creo dunque suono – Atelier di creazione musicale per bambini

Il progetto si indirizza a ragazze e ragazzi tra i 10 e i 12 anni.

Obiettivo dell’atelier è suscitare interesse per la composizione, partendo dalla scoperta e dall’analisi di brani “classici” del Novecento.

I partecipanti creano, registrano e compongono i propri suoni e svariate situazioni sonore attraverso l’uso di specifici software istallati sugli iPad messi a di disposizione.

L’atelier si articola in 4 incontri della durata di 2 ore che si svolgeranno a Lugano al Conservatorio della Svizzera italiana. A conclusione del workshop i lavori saranno presentati al Teatrostudio del LAC in uno speciale evento notturno.

Non sono richieste conoscenze musicali specifiche.

Occorre portare un paio di cuffie audio personali (entrata mini-jack).

Gaja Maffezzoli è ideatrice, coordinatrice e docente dell’atelier.

 

Atelier:

Conservatorio della Svizzera italiana, Palazzina DR, Via Canevascini 5, Lugano, (accanto agli studi radio della RSI) Mappa

Iscrizione obbligatoria: info@oggimusica.ch, partecipazione all’atelier gratuita.

Tassa d’iscrizione: CHF 20. Posti limitati. Gruppi attribuiti in base al numero dei partecipanti e all’ordine di iscrizione.

Una coproduzione di Oggimusica con Spazio21 del Conservatorio della Svizzera italiana

 

Dati:

05.03.16

10:30-12:30     gruppo 1

14:00-16:00     gruppo 2

 

06.03.16

10:30-12:30     gruppo 1

14:00-16:00     gruppo 2

 

19.03.16

10:30-12:30     gruppo 1

14:00-16:00     gruppo 2

 

20.03.16

10:30-12:30     gruppo 1

14:00-16:00     gruppo 2

 

31.03.16          presentazione dei progetti al Teatrostudio LAC

 

ACME – Arizona Contemporary Music Ensemble

L’ACME – Arizona Contemporary Music Ensemble, dopo un primo concerto a Phoenix sarà ospite di Oggimusica per poi proseguire il suo tour anche a Basilea e a Zurigo,

L’Arizona Contemporary Music Ensemble è un gruppo che si dedica al repertorio cameristico contemporaneo. Fondato nel 1978 da Glenn Hackbarth ha da allora interpretato più di 700 brani, molti dei quali in prima assoluta.

Felix Baumann (1961), …für und für (2004) per violoncello solo

Nadir Vassena (1970), mute materie (2014) per sassofono contralto e elettronica, 7’00’’

Burkhard Kinzler (1963), panta rei (1998) per ensemble

Gary Berger (1967), zah (2002) per violoncello, sax baritone e nastro

Benjamin Lang (1976), Skara Brae (2015) per ensemble

Mathias Steinauer (1959) Sott’acqua op. 17.3 (1999) per ensemble

solista: Gregorio di Trapani

NN (USA) per ensemble

Il piccolo principe

Domenica 24 gennaio dalle ore 14.OO al LAC si rinnova il sempre attesissimo appuntamento con i Concerti per famiglie dell’Orchestra della Svizzera italiana, in collaborazione con OGGIMUSICA e con il Festival POESTATE 2016 Lugano.

Poetico filo conduttore del pomeriggio musicale sarà Le Petit Prince, il celebre racconto di Antoine de Saint-Exupéry dei primi anni ’40, che – pur rivolgendosi ad un pubblico di ragazzi – affronta in maniera apparentemente semplice temi complessi come il senso della vita e il significato dell’amore e dell’amicizia. Il concerto itinerante non si svolgerà all’interno della tradizionale sala concertistica, ma nei più suggestivi e “segreti” spazi del LAC. Un’occasione che si preannuncia ricca di sorprese, sia per i musicisti sia per il pubblico dei più piccoli e delle loro famiglie. Protagonisti musicali saranno le tre principali famiglie di strumenti, che i bambini avranno l’occasione d’incontrare personalmente nel loro vagare musicale, grazie a momenti d’ascolto privilegiati, arricchiti da effetti sonori e di luci durante tutto il percorso. I musicisti dell’OSI saranno distribuiti in gruppi localizzati in altrettanti spazi all’interno del nuovo edificio. Il giovane pubblico sarà condotto a gruppi da una postazione all’altra da piccoli ballerini dello SPAZIO INVERSO di Tesserete. Istallazioni musicali viventi (con studenti del Conservatorio della Svizzera italiana), anche elettroniche, costruiranno un ponte sonoro che risuonerà lungo tutto il percorso.

Il viaggio musicale da un “pianeta” all’altro, con l’incontro di quei bizzarri e strani personaggi (le “persone adulte”) che lasciarono sconcertato il nostro piccolo eroe, si presta molto bene quale metafora dell’incontro tra l’apparente semplicità del mondo dell’infanzia e l’apparente complessità del mondo dell’arte, nelle sue forme più diverse.

L’entrata è libera, ma la prenotazione è obbligatoria scrivendo all’indirizzo dell’OSI osi@rsi.ch o telefonando allo 091 803 93 19.

MendelssohnReloaded

Alberi è un progetto di improvvisazione musicale, in cui i campionamenti e le elaborazioni elettroniche di Alberto Ricca/Bienoise, ritmicamente astratte e improvvise, supportano il chitarrismo, a volte delicato, altre molto fisico e gestuale, di Alberto Barberis. A caratterizzare la musica di Alberi è la fascinazione per gli scarti sonori, i luoghi trascurati dell’errore, le dolci imprecisioni dell’esistenza, che concorrono a creare un mondo sonoro ai margini del musicabile. Le improvvisazioni di Alberi sono a volte processi di disgregazione, a volte flussi auto-generativi in metamorfosi continua, coerenti tanto con una profonda riflessione storico-estetica, quanto con il semplice piacere del gioco e dello stupore, e capaci di evocare atmosfere sonore che parlano alla memoria di ciascun ascoltatore curioso. Per l‘occasione sarà la musica di Mendelssohn a guidare il percorso improvvisativo di Alberi. Gli sfondi sonori utilizzati da Ricca saranno infatti ‘ombre’ o ‘impronte’ dei brani eseguiti dall’orchestra, mentre i gesti musicali di Barberis si intoneranno, grazie all’elaborazione elettronica, con le configurazioni armoniche di alcuni istanti casuali della musica di Mendelssohn. Prenderà dunque forma una performance, in cui il risultato uditivo, imprevedibile, non sarà altro che una delle possibili infinite relazioni tra la più profonda natura sonora della musica di Mendelssohn e i due improvvisatori che da essa ne trarranno, con i loro mezzi, vita nuova, diversa.

Alberto Ricca si diploma in Musica Elettronica presso il Conservatorio di Como e frequenta il master in composizione per il grande schermo al Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel 2014 è l‘italiano alla Red Bull Music Academy di Tokyo. Come Bienoise, pubblica l‘acclamato ‚Meanwhile, Tomorrow‘ per White Forest records, ed è membro di The Italian New Wave. E‘ uno dei fondatori dell‘etichetta e collettivo di musica improvvisata Floating Forest Records.

Diplomatosi in chitarra al Conservatorio di Torino e specializzatosi in quello di Brescia, Alberto Barberis è compositore, chitarrista e performer. Agli studi di strumento e composizione affianca quelli di ingegneria, appassionandosi alle applicazioni matematiche nella composizione e alla musica elettronica. Laureando al Master of Arts in Composition and Theory presso il Conservatorio della Svizzera italiana, ha Recentemente collaborato con l’Eutopia Ensemble (IT) e l’Ensemble Recherche (DE).

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BarockReloaded

La forme de l’âme

Quando tutto è perduto, quel che resta è il corpo. Corpo che sente, corpo che si muove e che danza, corpo che trema. Corpo esposto, accarezzato, toccato, rischiarato dalla luce.

Nel Barocco la luce era l’elemento che evidenziava, forse per la prima volta, l’esposizione e la spogliazione del corpo, la differenza tra interiorità ed esteriorità, la fragilità dell’essere e l’estasi dei sensi. La pelle nuda – non può che essere altrimenti – non è più solo involucro ma anche soglia: apertura dei sensi esposti verso l’esterno e fragile membrana tesa sulla caverna interiore dell’essere: La pelle annuncia che questo corpo che consegna ha la forma di un’anima. Luce, pelle, corpo, essere: Il corpo nudo rischiara in modo del tutto differente ciò che gli è intorno; quale che sia il colore della sua pelle, propaga un sordo chiarore che fa ombra al mondo circostante. L’evidenza e la certezza delle cose vacillano. […] Il mondo non è più garantito, e la sola assicurazione che sussista non è affatto quella di una sostanza. È quella di un soggetto, senza dubbio – è certo che là ci sia qualcuno (qualcuna) – ma di un soggetto nel senso di un evento singolare e fragile, inafferrabile, tremante. Questo soggetto non trema né di freddo, né di vergogna, né di timidezza: trema di essere. (Jean-Luc Nancy)

L’immagine del corpo, del corpo nudo, è al contempo rassicurante e oscena. Rassicurante perché famigliare, ma al contempo il nostro essere spettatori ci ricorda, ci obbliga a ricordare, che ognuno di noi è un corpo. Come spietatamente costatava Michel Foucault, posso pure andarmene in capo al mondo, nascondermi sotto le coperte la mattina, farmi il più piccolo possibile, posso pure liquefarmi al sole su una spiaggia, lui [il corpo] sarà sempre là dove sono io. É irrimediabilmente qui, mai altrove. […] Il mio corpo è il luogo a cui sono condannato senza appello.

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SchumannReloaded

NOISE ME TENDER

La violista viennese Petra Ackermann e il pianista zurighese Philipp Meier si sono uniti in duo nel 2009, con lo scopo di ampliare il limitato repertorio esistente per la loro formazione, viola e pianoforte. Grazie a questo progetto sono nati nuovi brani scritti per loro dai compositori Klaus Lang, Germán Toro-Pérez, Christoph Herndler, Arturo Fuentes, Martin Jaggi e altri. Con il compositore e turntablist Jorge Sánchez-Chiong iniziano nel 2014 il progetto multimediale “Jupiter analogs II” da cui nasce l’idea di questa nuova, e del tutto inusuale formazione: viola, pianoforte e “giradischi”.

Ackermann, Meier & Sánchez-Chiong presentano per questo secondo appuntamento della serie Reloaded nuovi lavori di compositori uniti da comuni radici latinoamericane: Arturo Corrales, Arturo Fuentes e lo stesso Jorge Sánchez-Chiong che riprenderà e integrerà elementi tratti dai lavori di Schumann presentati in prima serata.

MusorgskijReloaded

«Una rilettura, un’esplorazione e una riflessione su quanto appena sentito nell’esecuzione dell’orchestra del teatro Mariinskij di San Pietroburgo: così inizia il primo appuntamento della serie Reloaded, con i Quadri di un’esposizione di Modest Musorgskij, riletti e reinterpretati. Ciascuna di queste riletture si nutre dei materiali del compositore russo: Promenade, Baga Jaga, Tuileries (Litigio di fanciulli dopo il gioco), Il vecchio castello, ecc… Si tratta di un’esplorazione musicale cieca dei quadri di Viktor Hartman (che avevano ispirato il compositore) attraverso il prisma delle composizioni di Musorgksij. Il materiale musicale e sonoro è alla base di una lettura contemporanea del lavoro del compositore russo, il tutto tramite un dispositivo strumentale del XXI secolo dove convivono suono elettronico (di sintesi) e suono aneddotico (strumentale). I materiali sonori impiegati nascono dai miei recenti lavori di composizione; il loro utilizzo in questa improvvisazione libera si traduce in una composizione in tempo reale.» eRikm

eRikm è un artista che vive a Marsiglia. Affermatosi fin dal 1992 sulla scena internazionale come virtuoso turntablist e sound artist, ha sviluppato un approccio aperto verso i media tecnologici, intensi sia come un nuovo modello economico che come strumento per la creazione, la produzione e la diffusione. Dalle sue prime esperienze come chitarrista fino al suo lavoro visivo, rifugge ogni tipo di classificazione. Il suo approccio si caratterizza per una fusione costante tra pensiero, istinto e sensibilità, in cui esercita una simultaneità di pratiche e di linguaggi e affronta l‘interazione tra varie modalità di composizione.

La ricerca di eRikm, la sua curiosità poetica verso il mondo al confine con la scoperta scientifica, risuona attraverso tutto il suo lavoro.