Anno: 2017

Prokofiev Reloaded – GYRE Ensemble

Anno intenso, il 2017, per l’Ensemble Gyre: un lungo tour negli Stati Uniti nel mese di aprile e una serie di importanti concerti a Chicago e Buffalo. A partire da settembre di nuovo in Europa, con un programma simile anche in Svizzera per concerti già pianificati a Zurigo, Ginevra, Basilea, Biel e Berna. Oggimusica è particolarmente orgogliosa di dare il via a loro “Tour de Suisse 2017” con la prima tappa proprio a Lugano.

Il programma presenterà compositori svizzeri e non, con in particolare una prima esecuzione di Carlo Ciceri (compositore oramai da diversi anni residente a Lugano) che si è lasciato ispirare da Debussy per il lavoro che aprirà il concerto.

Carlo Ciceri, NUOVA OPERA (2017) (prima esecuzione assoluta)

Santiago Díez Fischer, Tres Ciegos (2017) (prima esecuzione svizzera)

Tobias Krebs, NUOVA OPERA (2017) (prima esecuzione assoluta)

José María Sánchez-Verdú, DHAMAR for accordion and saxophone

Sam Scranton, NUOVA OPERA (2017) (prima esecuzione svizzera)

Nadir Vassena, NUOVA OPERA (2017) (prima esecuzione assoluta)

‘Gyre’ significa spirale o anche vortice: un modo preciso per descrivere ciò che accade quando a suonare insieme sono il corpo-a fiato dei sassofoni, la macchina del vento della fisarmonica e la nuvola delle percussioni. Lo scopo del gruppo è quello di sviluppare nuovi pezzi e concetti per questo organico inconsueto. L’Ensemble Gyre, basato a Basilea, è formato da musicisti provenienti da diverse parti del mondo – Germania, Spagna, Stati Uniti d’America – e il suo scopo è quello di collaborare fattivamente con i compositori e in costante dialettica costruttiva con il pubblico.

Ensemble Gyre

Alejandro Oliván, sassofoni

Stefanie Mirwald, fisarmonica

Christian Smith, percussioni

Šostakovič Reloaded

Programma

Praeludium (Šostakovič: arrivando al cinema)
Look (Justine Klaiber/Jane Mumford, 2012)

Interludium 1 (Šostakovič: ascoltando)

Anamorphosis (oppure De Artificiali Perspectiva, Quay Brothers, 1991)

Interludium 2 (Šostakovič: Hamlet, 1964)

Tongue of the Hidden (David Anderson / Florian Ghibert / Jila Peacock, 2007)

Interludium 3 (Shostakovich: Odna, 1931)

Entr’acte (René Clair, 1924)

Interludium 4 (Šostakovič: Cheryomushki, 1963)

La clé des champs (Claude Nuridsany, Marie Pérennou, 2011)

Postludium (Šostakovič: viaggiando nel treno)

Dmitrij Šostakovič ha iniziato lavorando come pianista per film muti. Nel 1930 – dopo essere caduto in disgrazia presso Stalin – le rappresentazioni delle sue opere furono vietate dal Partito Comunista e nel frattempo aveva pure perso il lavoro di insegnante. Il governo rivoluzionario russo concesse tuttavia al compositore di lavorare nell’ambito della musica per film, per quella che doveva essere una punizione umana e creativa e che invece si rivelò una prodigiosa epifania artistica.

Šostakovič Reloaded mostra idealmente il compositore in viaggio mentre riflette e ascolta la propria musica, attraverso le impressioni di tre film muti per cui ha composto le colonne sonore.

Così come già Šostakovič fece, anche il quartetto Stones4Cinema utilizza sia l’improvvisazione sia musiche composte per l’occasione, integrando anche temi musicali del compositore russo. Di particolare rilievo è lo strumentario adottato, con la particolarità degli strumenti di pietra di nuova concezione.

Il quartetto Stones4Cinema è composto dal trio di percussionisti The Stone Trio e dal compositore Mathias Steinauer.

I tre percussionisti lavorano fin dalla fine degli anni ‘90 con strumenti di pietra, ricercando e sviluppando continuamente nuove tecniche esecutive e ampliando lo spettro sonoro e le possibilità espressive del litofono. Insieme i musicisti abbracciano un ampio arco di esperienze stilistiche: musica classica contemporanea, jazz, musica africana e improvvisazione libera, spesso fuse senza soluzione di continuità l’una nell’altra.

Prima ancora di formarsi e affermarsi come compositore, Mathias Steinauer è stato attivo come tastierista e compositore nell’ambito art-rock degli anni ’70. Ora si ripresenta di nuovo sul palco come interprete e improvvisatore, con strumenti che riflettono sia le esperienze giovanili – in particolare il Fender Rhodes – sia le successive raffinate ricerche compositive: un piccolo litofono microtonale, un generatore di onde sinusoidali, una melodica e un computer.

Dominik Dolega, percussioni

Matthias Brodbeck, percussioni

Felix Perret, percussioni

Mathias Steinauer, tastiera

Lugano Reloaded

Soundscape, in italiano tradotto con paesaggio sonoro, è un termine introdotto negli anni ’70 dal compositore canadese Raymond Murray. Si riferisce soprattutto all’ambiente acustico naturale, con i suoni della natura, degli animali, ma anche degli uomini e dei loro artefatti. I paesaggi sonori hanno ispirato i compositori ben da prima dell’invenzione delle tecniche di registrazione su supporto e appunto a Respighi – tra i più significativi compositori attivi in quello che potremmo definire l’”affresco sonoro paesaggistico” – è dedicato questo Reload: un ritratto acustico della città di Lugano.

In questo concerto-istallazione il pubblico sperimenterà un ascolto immersivo, a 360 gradi, che lo porterà a fare un viaggio acustico attraverso i luoghi sonori della città così come li ha scelti e catturati il compositore basilese Beat Gysin.

Oggimusica ringrazia NOME NOME NOME, presidente di Unitas per la testimonianza e Pietro Montorfani, responsabile dell’Archivio storico della città di Lugano per la segnalazione di brani letterari legati a Lugano.

Posti limitati per ragioni tecniche, verranno attribuiti secondo l’ordine di arrivo.

Beat Gysin, soundfield recording, composizione

Beat Gysin (*1968) ha studiato pianoforte, chimica, composizione (Th. Kessler, H. Kyburz) e teoria musicale (R. Moser, D. Müller-Siemens) a Basilea. Proviene da una famiglia di musicisti e ha scritto fin dalla sua giovinezza. Un particolare interesse riveste per Gysin il rapporto tra il suono e lo spazio, come testimoniano diversi suoi lavori: l’opera sott’acqua “Scamandro” o “Water Reservoir”.

Battere Gysin è un membro fondatore e presidente della Biennale “ZeitRäume Basel”, festival per la musica contemporanea e l’architettura, tenutosi per la prima volta nel 2015.

Britten Reloaded

É a Benjamin Britten, con il suo Nocturnal After John Dowland che i chitarristi devono uno dei maggiori capolavori per il loro strumento del XX secolo. Il programma di questo notturno prevede, oltre a brani con la chitarra acustica, anche brani con la chitarra elettrica e una prima assoluta commissionata da Oggimusica a Mathias Steinauer. Chitarrista: il vulcanico Mats Scheidegger.

 

John Dowland – Mr. Dowlands Midnight

Benjamin Britten – Nocturnal op. 70 I. musingly (meditativo) (1963)

György Kurtag – Calmo, dolcissimo, lontano (2007)

John Dowland – Complaint (1595), Versionen für Gitarre

Mathias Steinauer – Bells (2017)9’UA für Elektrische Gitarre und Video

John Zorn – The book of heads (daraus 4 Etüden) (1978) 8′ für Gitarre

John Dowland – Semper Dowland Semper Dolens (1605)6′, Version für Gitarre

Marco Momi – Quattro nudi (2014)10′ für Elektrische Gitarre und Tonband

Ravel Reloaded

nsolita figura centrale di questo concerto è un disklavier, pianoforte meccanico, “umanizzato” e in grado di rispondere al gesto del direttore dell’Ensemble Impronta. Ravel che ha tanto scritto per pianoforte, a quattro mani, a due mani, addirittura per una mano sola, sarà qui interpretato senza mani.