Anno: 2015

BarockReloaded

La forme de l’âme

Quando tutto è perduto, quel che resta è il corpo. Corpo che sente, corpo che si muove e che danza, corpo che trema. Corpo esposto, accarezzato, toccato, rischiarato dalla luce.

Nel Barocco la luce era l’elemento che evidenziava, forse per la prima volta, l’esposizione e la spogliazione del corpo, la differenza tra interiorità ed esteriorità, la fragilità dell’essere e l’estasi dei sensi. La pelle nuda – non può che essere altrimenti – non è più solo involucro ma anche soglia: apertura dei sensi esposti verso l’esterno e fragile membrana tesa sulla caverna interiore dell’essere: La pelle annuncia che questo corpo che consegna ha la forma di un’anima. Luce, pelle, corpo, essere: Il corpo nudo rischiara in modo del tutto differente ciò che gli è intorno; quale che sia il colore della sua pelle, propaga un sordo chiarore che fa ombra al mondo circostante. L’evidenza e la certezza delle cose vacillano. […] Il mondo non è più garantito, e la sola assicurazione che sussista non è affatto quella di una sostanza. È quella di un soggetto, senza dubbio – è certo che là ci sia qualcuno (qualcuna) – ma di un soggetto nel senso di un evento singolare e fragile, inafferrabile, tremante. Questo soggetto non trema né di freddo, né di vergogna, né di timidezza: trema di essere. (Jean-Luc Nancy)

L’immagine del corpo, del corpo nudo, è al contempo rassicurante e oscena. Rassicurante perché famigliare, ma al contempo il nostro essere spettatori ci ricorda, ci obbliga a ricordare, che ognuno di noi è un corpo. Come spietatamente costatava Michel Foucault, posso pure andarmene in capo al mondo, nascondermi sotto le coperte la mattina, farmi il più piccolo possibile, posso pure liquefarmi al sole su una spiaggia, lui [il corpo] sarà sempre là dove sono io. É irrimediabilmente qui, mai altrove. […] Il mio corpo è il luogo a cui sono condannato senza appello.

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SchumannReloaded

NOISE ME TENDER

La violista viennese Petra Ackermann e il pianista zurighese Philipp Meier si sono uniti in duo nel 2009, con lo scopo di ampliare il limitato repertorio esistente per la loro formazione, viola e pianoforte. Grazie a questo progetto sono nati nuovi brani scritti per loro dai compositori Klaus Lang, Germán Toro-Pérez, Christoph Herndler, Arturo Fuentes, Martin Jaggi e altri. Con il compositore e turntablist Jorge Sánchez-Chiong iniziano nel 2014 il progetto multimediale “Jupiter analogs II” da cui nasce l’idea di questa nuova, e del tutto inusuale formazione: viola, pianoforte e “giradischi”.

Ackermann, Meier & Sánchez-Chiong presentano per questo secondo appuntamento della serie Reloaded nuovi lavori di compositori uniti da comuni radici latinoamericane: Arturo Corrales, Arturo Fuentes e lo stesso Jorge Sánchez-Chiong che riprenderà e integrerà elementi tratti dai lavori di Schumann presentati in prima serata.

MusorgskijReloaded

«Una rilettura, un’esplorazione e una riflessione su quanto appena sentito nell’esecuzione dell’orchestra del teatro Mariinskij di San Pietroburgo: così inizia il primo appuntamento della serie Reloaded, con i Quadri di un’esposizione di Modest Musorgskij, riletti e reinterpretati. Ciascuna di queste riletture si nutre dei materiali del compositore russo: Promenade, Baga Jaga, Tuileries (Litigio di fanciulli dopo il gioco), Il vecchio castello, ecc… Si tratta di un’esplorazione musicale cieca dei quadri di Viktor Hartman (che avevano ispirato il compositore) attraverso il prisma delle composizioni di Musorgksij. Il materiale musicale e sonoro è alla base di una lettura contemporanea del lavoro del compositore russo, il tutto tramite un dispositivo strumentale del XXI secolo dove convivono suono elettronico (di sintesi) e suono aneddotico (strumentale). I materiali sonori impiegati nascono dai miei recenti lavori di composizione; il loro utilizzo in questa improvvisazione libera si traduce in una composizione in tempo reale.» eRikm

eRikm è un artista che vive a Marsiglia. Affermatosi fin dal 1992 sulla scena internazionale come virtuoso turntablist e sound artist, ha sviluppato un approccio aperto verso i media tecnologici, intensi sia come un nuovo modello economico che come strumento per la creazione, la produzione e la diffusione. Dalle sue prime esperienze come chitarrista fino al suo lavoro visivo, rifugge ogni tipo di classificazione. Il suo approccio si caratterizza per una fusione costante tra pensiero, istinto e sensibilità, in cui esercita una simultaneità di pratiche e di linguaggi e affronta l‘interazione tra varie modalità di composizione.

La ricerca di eRikm, la sua curiosità poetica verso il mondo al confine con la scoperta scientifica, risuona attraverso tutto il suo lavoro.